FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 26
aprile/giugno 2012

Botteghe

 

LA POESIA DI REYNALDO PÉREZ SÓ

di Alessio Brandolini



                          sono estraneo al tremito di dio
                          la grazia scuote il mio corpo
                                               nell’ombra.

                             Reynaldo Pérez Só


Reynaldo Pérez Só è nato a Caracas, Venezuela, nel 1945. Alla sua attività di medico ha affiancato, da sempre, quella di poeta, traduttore, direttore di riviste letterarie e organizzatore di laboratori di poesia. Ha vissuto in Spagna (Isole Canarie) e attualmente vive in Valencia (Venezuela). Ha esordito in poesia nel 1971 con Para morirnos de otro sueño (Per morire d’un altro sogno), importante libro che contiene ben delineata la sua poetica, lo stile essenziale, scavato nella carne e sorretto da una meditazione profonda e solitaria.
Seguono, subito dopo, le due raccolte Tanmatra (1972) e Nuevos Poemas (1975).
Questi primi tre libri sono diventati opere di riferimento in Venezuela perché segnano una rottura con la tradizione: prive di retorica e sentimentalismi rappresentano un momento nuovo, una ricerca personale che spoglia i versi di ogni orpello letterario.

Nel 1985 pubblica 25 Poemas e nel 1986 Matadero (Mattatoio). Dall’esperienza dei laboratori di poesia deriva il libro Fragmentos de un taller. Ars poetica (1990), che si può considerare un testo di poesia, dato che racconta, in frasi fulminanti e spesso liriche, i capisaldi del suo fare poetico.
Nel 1992 pubblica Reclamo e nel 1996 Px, raccolta che ha molto a che fare con l’esperienza di medico, l’infermità e la sofferenza, dove protagonisti dei testi sono gli ammalati d’un ospedale. Solonbra, del 1998, è un libro che riprende le tematiche dell’esordio, Per morire d’un altro sogno, ma con una ricerca linguistica particolare: i testi sono proposti in due versioni, in castigliano standard e in una lingua parlata, più spontanea e sensuale. Nel 2003 l’Antología poética ripercorre, in un’ampia scelta e con l’aggiunta d’una silloge pubblicata in rivista (Vistas del caballo), il percorso compiuto da Reynaldo Pérez Só in oltre trent’anni di poesia.

Una ricerca poetica che nasce dal dolore e si nutre di silenzi, dell’osservazione di oggetti e di spazi ristretti (una sedia, un letto, una stanza), della natura, del vuoto che circonda tutte le cose, anche la riflessione e il pensiero (“le cose che dico / non le so mai”). Testi per lo più brevi, così i versi, a volte d’una parola soltanto, che rammentano i primi libri di Giuseppe Ungaretti. Il legame non è solo con gli eccelsi poeti contemporanei venezuelani (Eugenio Montejo, Rafael Cadenas, Alejandro Oliveros, Yolanda Pantin, Igor Barreto...) e i padri della poesia sudamericana (cito soltanto César Vallejo) ma anche, e forse soprattutto, con la poesia orientale: il pensiero filosofico e l’eliminazione del non necessario sono i fili conduttori di tutte le raccolte di Pérez Só.
Lo spazio bianco predisposto per la scrittura si trasforma in luogo e momento di meditazione che poi si riempie, lentamente, di brevi e levigati segni, di versi sintetici che tracciano scabri paesaggi interiori, dove l’uomo è visto nella sua precarietà terrena, isolato e nudo. Dalla presa d’atto di questa condizione ci si protende verso un’ascesi asciutta, un’elevazione spirituale priva di esaltazioni mistiche, dove la grazia divina – quando e se arriva – scuote il corpo nell’ombra.




DIECI POESIE DI REYNALDO PÉREZ SÓ


*

a momentos hablo solo
en este cuarto
yo supongo que alguien
me oye atentamente
e incluso
me contesta
las cosas que digo
no las sé nunca
pero pienso
que debo tener algún buen amigo
repartido en cualquier lado

le hablo hasta por horas
él me asiente
inclinado al otro extremo
de la cama

lo que me da más miedo
es que una noche
se pierda

o se quede dormido
y se olvide de pronto
entonces corro hacia la puerta
golpeándome.

(de Para morirnos de otro sueño, 1971)


*

talvolta parlo da solo
in questa stanza
suppongo che qualcuno
mi ascolti attentamente
e persino
mi risponda
le cose che dico
non le so mai
ma penso
che devo avere un buon amico
collocato da qualche parte

gli parlo per delle ore
lui approva
inclinato all’altra sponda
del letto

quel che più temo
è che una notte
si perda

o che resti assopito
e presto dimentichi
allora corro verso la porta
colpendomi.

(da Per morire d’un altro sogno, 1971)


*

sé que soy la causa
                           de algun mal

nada encuentran
sino este ser que calla
y que nada sabe
                       como el viento.

(de Para morirnos de otro sueño, 1971)


*

so di essere la causa
                            di qualche male
nulla trovano
se non questo essere che tace
e che nulla sa
                   come il vento.

(da Per morire d’un altro sogno, 1971)


*

diferente a todos
en alguna parte
debe existir un árbol
donde mi memoria
se regresa

árbol mitad polvo
y yo mismo

no se es otra cosa
al crecer
dentro e infinito

allí tiemblan las hojas
y las manos.

(de Tanmatra, 1972)


*

diverso da tutti
da qualche parte
deve esserci un albero
dove la mia memoria
ritorna

albero metà polvere
ed io stesso

non si è altra cosa
crescendo
dentro e infinito

lì tremano le foglie
e le mani.

(da Tanmatra, 1972)


*

no
a mi caída y digo sí
a la caída del otro

de la sombra atestigua
sombra arriba
          abajo
rodea el brazo y se rompe
el pie se incendia

agua intermitente
seca

hasta oír el consuelo

era el mar
era el viento

vea mis ojos y no hacer cosa alguna
obscuro
obscuro

soy ajeno al temblor de dios
la gracia me mueve el cuerpo
                 en la sombra.

(de Nuevos poemas, 1975)


*

no
alla mia caduta e dico sì
alla caduta dell’altro

dell’ombra testimone
ombra su
        giù
gira il braccio e si spezza
il piede s’incendia

acqua intermittente
asciutta

fino a sentire il sollievo

era il mare
era il vento

guarda i miei occhi e non fare nulla
oscuro
oscuro

sono estraneo al tremito di dio
la grazia scuote il mio corpo
                 nell’ombra.

(da Nuove poesie, 1975)


*

Mi cuerpo no tiene
buena tierra
no puede tenerla

si mira a un lado
donde está seco
si permanece entre dormido

deja que sólo el sueño
siembre bosques
en un cuarto

no
están las uñas negras
ni el barro sube
a la rodilla

tener una pared contra otra
mientras se disipa el humo
en la ventana

(de 25 poemas, 1982)


*

Il mio corpo non ha
buona terra
non può averla

se guarda da una parte
dove è secco
se resta addormentato

lascia che solo il sogno
semini boschi
in una stanza

non
ci sono le unghie nere
né il fango sale
al ginocchio

avere una parete contro l’altra
mentre si dissolve il fumo
alla finestra

(da 25 poesie, 1982)


*

dice que no
tiene tiempo
para irse a una cama
donde ella se acostó
pensando que ella no
tiene tiempo que perder

luego se lavaron la boca
luego se fregaron con palabras
de disculpa
cuando la queja
dejó erecta la mentira
entre sábanas y polvo

había olor a orines
mal lavados
que con el perfume se mezclaban

yo era ese hombre

(de Matadero, 1986)


*

dice che non
ha tempo
per andare a un letto
dove lei si distese
pensando che lei non
ha tempo da perdere

poi si lavarono la bocca
poi si strofinarono con parole
di scusa
quando il lamento
lasciò in piedi la menzogna
tra polvere e lenzuola

c’era odore di urine
mal lavate
che al profumo si mescolavano

io ero quell’uomo

(da Mattatoio, 1986)


*

veo
el día cerrarse
desde la puerta

veo
una ventana
abrirse hacia la puerta

me miro
en el suelo
sin levantar
un esfuerzo

para decir
hoy este día
me pertenece

porque
el sol está afuera
y también es mío

(de Reclamo, 1992)


*

vedo
il giorno chiudersi
dalla porta

vedo
una finestra
aprirsi verso la porta

mi guardo
a terra
senza alzare
uno sforzo

per dire
oggi questo giorno
mi appartiene

perché
il sole sta fuori
ed è anche mio

(da Reclamo, 1992)


*

te digo
cosas
para que únicamente
te quedes

un rato más
y no tener
que espantarme
de mí

que no sabe
limitarse
a sus dos manos

(de Reclamo, 1992)


*

ti dico
cose
affinché unicamente
ti fermi

un momento in più
e non dover
spaventarmi
di me

che non sa
limitarsi
alle sue due mani

(da Reclamo, 1992)


*

ahora
con la edad
rápidamente

debe ser la muerte
su cercanía
lo que veo
me lleno
por momentos
de la muchachez del aire

como un nudo
en que la vida sea más vida

y no se me olvide
que ella está aquí
con igual fuerza aún
fresca
y no tiembla

(de Solonbra, 1998)


  *

agora
edado
presto presto

debe ser la kuenta
en serkura
ke bedo
me incho
por momentos
de la muchaches del aire

komo un nyudo
ande bida siya mas bida

i non sia olbidable
ke eya esta ka
ainda afuerte
freska
i non tembla


*

ora
con l’età
rapidamente

dev’essere la morte
la sua vicinanza
ciò che vedo
mi riempio
a poco a poco
della giovinezza dell’aria

come un nodo
in cui la vita sia più vita

e non dimentichi
che lei è qui
con la stessa forza ancora
fresca
e non trema

(da Solonbra, 1998 – Libro di poesia scritto in spagnolo ma in due varianti: il castigliano standard e una forma parlata. In una nota al testo l’autore spiega che non si tratta di traduzione ma di testi che, usando la stessa radice linguistica e la stessa ispirazione, cambiano ritmo e sfumature in base alla forma usata: nel castigliano standard è l’intelletto che dà la direzione, in quella parlata l’emozione.)


*

defendido debe estar de
la parte pequeña que se
oculta profundamente
y cuando la persigue
piensa que pudiese ser
con destellos
al levantarse de sí mismo
lee por entre la palabra
y se queda con sentimiento el dolor
escapado de la obscuridad
por el deslumbramiento
del rayo venido desde la ventana
y a soledades se adentra
y en soledades se mantiene

(de Solonbra, 1998)


  *

guarido debe estar de
la parte chika ke se
naskonde aprofundata
kuando la buska
piensa ke pudiera ser
kon klarores
al enpinarse de si mezmo
melda por entre la palabra
i keda kon dolor la magua
fuyda desde a eskuras
por el delunbriamento
del rayo benido de la bentana
i a soledades se enpùra
e en soledades se aguenta


*

protetto deve stare dalla
parte piccola che si
nasconde profondamente
e quando la persegue
pensa che potrebbe essere
con scintillii
alzandosi da sé stesso
legge attraverso la parola
e resta con un sentimento il dolore
fuggito dall’oscurità
per l’accecamento
del raggio venuto dalla finestra
e a solitudini si addentra
e in solitudini si mantiene

(da Solonbra, 1998)


Traduzione dallo spagnolo di Alessio Brandolini


LIBRI DI POESIA DI REYNALDO PÉREZ SÓ

  • 1971   Para morirnos de otro sueño
  • 1972   Tanmatra
  • 1975   Nuevos Poemas
  • 1982   25 Poemas
  • 1986   Matadero
  • 1990   Fragmentos de un taller. Ars poetica
  • 1992   Reclamo
  • 1996   Px
  • 1998   Solonbra
  • 2003   Antologia poética


alexbrando@libero.it