FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 22
aprile/giugno 2011

Miti & Leggende

 

L'ANGOLO DI ED

a cura di Giuseppe Ierolli


Sterili leggende


When Diamonds are a Legend,
And Diadems - a Tale -
I Brooch and Earrings for Myself,
Do sow, and Raise for sale -

And tho' I'm scarce accounted,
My Art, a Summer Day - had Patrons -
Once - it was a Queen -
And once - a Butterfly -

    Quando i Diamanti sono una Leggenda,
E i Diademi - Una Favola -
Spille e Orecchini per Me,
Semino, e Coltivo per venderli -

E sebbene io sia scarsamente considerata,
La mia Arte, un Giorno d'Estate - ebbe Sostenitori -
Una volta - fu una Regina -
E un'altra - una Farfalla -

Quando è inverno i fiori/gioielli sono solo una leggenda, una favola a cui si stenta a credere, ma io li semino e li coltivo con amore, per offrirli, un giorno d'estate, a chi saprà apprezzarli, sia essa una regina o una farfalla.

*****

The Winters are so short -
I'm hardly justified
In sending all the Birds away -
And moving into Pod -

Myself - for scarcely settled -
The Phebes have begun -
And then - it's time to strike my Tent -
And open House - again -

It's mostly, interruptions -
My Summer - is despoiled -
Because there was a Winter - once -
And all the Cattle - starved -

And so there was a Deluge -
And swept the World away -
But Ararat's a Legend - now -
And no one credits Noah -

    Gli Inverni sono così brevi -
Non c'è alcuna ragione
Che io mandi via tutti gli Uccelli -
E mi trasferisca nel Guscio -

Io - a malapena mi ero sistemata -
Che le Rondini hanno ricominciato -
E quindi - è ora di rimontare la Tenda -
E riaprire - la Casa -

È più che altro, un'interruzione -
La mia Estate - è depredata -
Perché ci fu un Inverno - una volta -
E tutto il Bestiame - morì di fame -

E così ci fu un Diluvio -
E spazzò via il Mondo -
Ma Ararat è una Leggenda - ora -
E nessuno crede più a Noè -

Poesia strana e abbastanza misteriosa. Inizia con una insolita descrizione dell'inverno come una breve parentesi, che non dà nemmeno il tempo di rinchiudersi nel guscio che è già finita. Però ecco che l'estate arriva, ma è depredata dal quel breve inverno, che ha fatto morire di fame il bestiame. L'ultima strofa sembra quasi una catarsi biblica: un diluvio che spazza via il mondo intero. Ma oggi chi ci crede più a questi spazzolamenti divini?
Potremmo trovare qualche metafora: l'inverno sono i momenti dolorosi, brutti, che, se pur brevi, segnano indelebilmente la nostra vita e depredano anche le nostre "estati", ovvero i momenti felici. E ora che la ragione prevale, non abbiamo nemmeno più la consolazione di credere a un bell'intervento divino, un bel diluvio purificatore che spazzi via (dal mondo e dalla nostra vita) le cose negative.
Al sesto verso "phebes" (nell'accezione "phoebes") sono, secondo il Penguin, "uccelli acchiappa insetti" (e "acchiappamosche" è, secondo il Devoto-Oli, il "nome comune degli Uccelli Muscicapidi"); l'ho reso col più familiare "rondini", anche loro ghiotte di insetti.

*****

I meant to have but modest needs -
Such as Content - and Heaven -
Within my income - these could lie
And Life and I - keep even -

But since the last - included both -
It would suffice my Prayer
But just for One - to stipulate -
And Grace would grant the Pair -

And so - upon this wise - I prayed -
Great Spirit - Give to me
A Heaven not so large as Your's,
But large enough - for me -

A Smile suffused Jehovah's face -
The Cherubim - withdrew -
Grave Saints stole out to look at me -
And showed their dimples - too -

I left the Place - with all my might -
I threw my Prayer away -
The Quiet Ages picked it up -
And Judgment - twinkled - too -
That one so honest - be extant -
It take the Tale for true -
That "Whatsoever Ye shall ask -
Itself be given You" -

But I, grown shrewder - scan the Skies
With a suspicious Air -
As Children - swindled for the first
All Swindlers - be - infer -

    Ritenevo di avere bisogni più che modesti -
Come un po' di Serenità - e il Cielo -
All'interno della mia rendita - potevano rientrare
E la Vita ed io - mantenerci in equilibrio -

Ma dato che l'ultimo - li includeva entrambi -
Sarebbe bastata la Preghiera
Soltanto per Uno - da stipulare -
E la Grazia li avrebbe concessi Entrambi -

E così - basandomi su tale saggezza - pregai -
Grande Spirito - Dammi
Un Cielo non così vasto come il Tuo,
Ma vasto abbastanza - per me -

Un Sorriso si diffuse sul volto di Geova .
I Cherubini - si tirarono indietro -
Austeri Santi si sporsero furtivi a guardarmi -
E anch'essi - mostrarono le fossette -

Abbandonai quel Luogo - con tutte le mie forze -
Buttai via la mia Preghiera -
I Placidi Secoli la raccolsero -
E il Giudizio - persino - ammiccò -
Che qualcuno così ingenuo - esista ancora -
Da prendere per buona la Favola -
Che "Qualsiasi cosa chiederete -
Vi sarà data" -

Ma io, fattami scaltra - scruto i Cieli
Con Aria sospettosa -
Come i Bambini - imbrogliati una volta
Che tutti Imbroglioni - siano - deducono -

Un'altra delle poesie "eretiche" di ED. Già l'inizio è indicativo. Si parla di richieste al cielo con la mentalità sparagnina di una buona massaia del New England: "perché chiedere due cose quando ne basta una, che le contiene entrambe?", e usando un verbo molto "mercantile": "to stipulate". La risposta divina è quanto di meno solenne ci si possa aspettare, Dio che sorride, quasi divertito dal fatto che qualcuno creda a queste cose, i cherubini che si tirano subito indietro, i santi che danno un'occhiata e fanno un sorrisetto ironico. E poi, la preghiera gettata via con sdegno che viene raccolta da placidi secoli, non toccati da tali umane miserie. E persino il Giudizio fa l'occhiolino (si presume ai suddetti secoli) come dicesse: "ma ti pare che possa esistere ancora gente che crede a queste favole?". L'ultima strofa è la naturale conclusione, quasi la "morale" della favola, con quel "scruto i cieli con aria sospettosa" che rende palese l'abbandono della fede cieca e senza domande richiesta al credente.
La citazione nei versi 23-24 può avere diversi riferimenti evangelici, nessuno dei quali esattamente uguale nella King James Version: Matteo 21,22, Giovanni 14,13, Giovanni 15,16 e Giovanni 16,23.

*****

Better - than Music! For I - who heard it -
I was used - to the Birds - before -
This - was different - 'Twas Translation -
Of all tunes I knew - and more -

'Twas'nt contained - like other stanza -
No one could play it - the second time -
But the Composer - perfect Mozart -
Perish with him - that keyless Rhyme!

So - Children - told how Brooks in Eden -
Bubbled a better - melody -
Quaintly infer - Eve's great surrender -
Urging the feet - that would - not - fly -

Children - matured - are wiser - mostly -
Eden - a legend - dimly told -
Eve - and the Anguish - Grandame's story -
But - I was telling a tune - I heard -

Not such a strain - the Church - baptizes -
When the last Saint - goes up the Aisles -
Not such a stanza splits the silence -
When the Redemption strikes her Bells -

Let me not spill - it's smallest cadence -
Humming - for promise - when alone -
Humming - until my faint Rehearsal -
Drop into tune - around the Throne -

    Meglio - della Musica! Perché io - che lo ascoltai -
Ero abituata - agli Uccelli - prima -
Questo - era diverso - era la Traduzione -
Di tutti i motivi che conoscevo - e ancora di più -

Non era delimitato - come una qualsiasi strofa -
Nessuno potrebbe suonarlo - una seconda volta -
Ma il Compositore - perfetto Mozart -
Perì con lui - quella Rima senza tonalità!

Così - i Bambini - saputo di come i Ruscelli nell'Eden -
Gorgoglino una più bella - melodia -
Fantasiosamente deducono - la grande resa di Eva -
Provocata da piedi - che non volevano - volare -

I Bambini - maturati - sono più saggi - di solito -
L'Eden - una leggenda - narrata confusamente -
Eva - e l'Angoscia - una favola della Nonna -
Ma - stavo dicendo di un motivo - che ascoltai -

Non lo stesso canto - che la Chiesa - battezza -
Quando l'ultimo Santo - risale le Navate -
Non la stessa strofa che rompe il silenzio -
Quando la Redenzione percuote le sue Campane -

Fa' ch'io non disperda - la sua più piccola cadenza -
Mormorandola - a guisa di speranza - se da sola -
Mormorandola - finché la mia fievole Ripetizione -
Si confonda nell'armonia - intorno al Trono -

Enigmatica e molto ostica da tradurre. Ci sono vari indizi che fanno pensare alla "poesia" come oggetto dei versi: è meglio, ed è una traduzione, della musica (ovvero non è musica); è una rima senza tonalità, ovvero ha i caratteri della poesia (rima) ma non quello peculiare della musica (tonalità); quei piedi che non volevano volare, che possono essere un'ardita immagine del serpente strisciante, ma anche un richiamo ai ritmi poetici (appunto "piedi"); il ribadire che non è un canto, né quello che si ascolta in chiesa in onore di un santo, né quello delle campane della redenzione; l'ultima strofa, dove ED chiede di non disperderne nemmeno una cadenza (termine musicale che si applica in genere ad una conclusione, ma che può agevolmente applicarsi anche a ritmi poetici) e ripete due volte "humming", che significa "canticchiare", ma anche "mormorare", "dire a voce bassa", con un nuovo parallelo musica-poesia.
Allora proviamo a leggerla pensando a questo significato.
Ero abituata ad ascoltare il canto degli uccelli, della natura, quando mi accorsi che poteva esserci qualcosa di meglio di questa musica, una sorta di traduzione dalla lingua musicale a quella poetica di tutte le musiche della natura che conoscevo, capace di darci qualcosa in più, perché "traduzione" mediata dalla mente umana.
Questa rivelazione non era chiusa, delimitata come una normale strofa, perché non era "una" poesia ma "la" poesia. Quando arriva bisogna coglierla senza indugio, perché nessuno saprà suonarla nuovamente, e anche perché chi ha creato questa rima senza tonalità, queste parole senza le peculiarità della musica (un "perfetto Mozart", ovvero qualcosa di più di quello che è forse considerato il più grande genio musicale della storia) non è più disponibile, se mai è esistito.
Quando arriva ci coglie impreparati, come bambini che ascoltino rapiti le storie dell'Eden, di melodiosi ruscelli, e di Eva che si arrese al serpente, ma anche che non seppe restare in quel luogo fatato perché non sapeva come far volare i "piedi", i ritmi, della poesia.
I bambini poi crescono, diventano più saggi (non sempre) e relegano l'Eden e la storia di Eva fra i ricordi delle fiabe lette dalle nonne. In altre parole si rendono conto che non è nell'Eden che si colloca questa "più bella melodia", ma in noi, nella nostra mente e nei nostri sentimenti.
Ma torniamo a noi, vi stavo dicendo che ascoltai questo motivo, questa musica che non è musica. Non era come il canto che accompagna in chiesa l'ascesa dell'ultimo santo, o come il suono che rompe il silenzio quando la redenzione percuote le sue campane e si annuncia all'uomo.
È prezioso, questo dono. Non devo disperderne nemmeno la più piccola briciola. Devo continuare a mormorarla, piano, quasi in silenzio, come una speranza o una promessa d'immortalità, finché sarò qui, da sola, in disparte. E ancora, mormorarla fino a che la mia voce diventerà sempre più fievole, e si confonderà nell'armonia del creato.
D'accordo, ho lavorato molto di fantasia e ho un po' "tirato" certe interpretazioni (specialmente nella terza e quarta strofa), ma mi sembra che l'impianto regga. Poi, come sempre, rimane il dubbio. D'altronde nessuno potrà scioglierlo definitivamente: "... the Composer - perfect Mozart - / Perish...".

*****

The Bible is an antique Volume -
Written by faded Men
At the suggestion of Holy Spectres -
Subjects - Bethlehem -
Eden - the ancient Homestead -
Satan - the Brigadier -
Judas - the Great Defaulter -
David - the Troubadour -
Sin - a distinguished Precipice
Others must resist -
Boys that "believe" are very lonesome -
Other Boys are "lost" -
Had but the Tale a warbling Teller -
All the Boys would come -
Orpheus' Sermon captivated -
It did not condemn -
    La Bibbia è un Volume antico -
Scritto da Uomini dissolti
Su suggerimento di Sacri Spettri -
Soggetti - Betlemme -
L'Eden - l'antica Dimora -
Satana - il Generale -
Giuda - il Grande Malfattore -
Davide - il Trovatore -
Il Peccato - un distinto Precipizio
A cui altri devono resistere -
I Ragazzi che "credono" sono molto soli -
Gli altri Ragazzi sono "perduti" -
Avesse il Racconto un armonioso Narratore -
Tutti i Ragazzi verrebbero -
Il Sermone di Orfeo affascinava -
Non condannava -
Una rivisitazione della Bibbia vista con gli occhi di un ragazzo, probabilmente annoiato da una lettura imposta che invece, se presentata in modo diverso da un narratore capace di attirare l'attenzione, potrebbe diventare un racconto vivido e appassionante.
Gli ultimi due versi si riferiscono ovviamente a quelle letture della Bibbia che mettono in primo piano il Dio occhiuto e inesorabile di un certo puritanesimo.
Nella versione rimasta tra le carte di ED ci sono ben tredici varianti per il "thrilling" al verso 13, una delle quali - warbling - usata nell'altra: "typic - hearty - bonnie - breathless - spacious - tropic - warbling - ardent - friendly - magic - pungent - winning - mellow" ("tipico - schietto - gioioso - martellante - aperto - tropicale - armonioso - ardente - amichevole - magico - pungente - seducente - soave"). L'inusuale quantità di varianti per un'unica parola fa pensare che ED fosse particolarmente interessata alle qualità di un "narratore" così diverso da quelli, probabilmente molto noiosi, ai quali era abituata.

*****

They talk as slow as Legends grow
No mushroom is their mind
But foliage of sterility
Too stolid for the wind -

They laugh as wise as Plots of Wit
Predestined to unfold
The point with bland precision
Portentously untold

    Parlano lenti come maturano le Leggende
Non è fungo la loro mente
Ma viluppo di sterilità
Troppo inerte per il vento -

Ridono saggi come Trame d'Arguzia
Predestinate a spiegare
Con blanda precisione il punto
Clamorosamente taciuto

I versi mi fanno pensare a noiose riunioni domenicali, a sermoni ripetuti con stanca lentezza; a qualcuno che ha la mente ormai ferma in convinzioni prive di qualsiasi spunto di fantasia e immaginazione, e pretende di saper spiegare, con quella che ritiene arguta saggezza, trame divine considerate, con magnanima sufficienza, lontane dalla comprensione di chi lo ascolta, facendo credere di essere depositario di chissà quali misteri indicibili.
Magistrale è l'uso di termini ambivalenti, come "legends" scelto a simbolo della lentezza con cui si sviluppano le leggende attraverso racconti che passano di bocca in bocca, ma anche esplicita allusione alla sostanza di ciò che "essi" raccontano; o "stolid", che significa "stolto, stupido, ottuso", ma ha anche la stessa radice di "still" ("fermo, stagnante, inerte") e in questo senso è accostato a "wind", mentre nell'altro definisce quelle menti così prive di fantasia, sulle quali si accanisce invece la fantasia dickinsoniana, dicendoci che non hanno certo la rapida crescita di un fungo ma l'inerte sterilità di quel "foliage" (qui usato nel senso architettonico: "A cluster of leaves, flowers and branches... intended to ornament and enrich capitals, friezes, pediments, &c.") che ha l'apparenza del vero ma nessuna possibilità di essere preda del vento-fantasia.


Emily Dickinson: poesie J397-F553, J403-F532, J476-F711, J503-F378, J1545-F1577 e J1697-F1732
("J": edizione Johnson, 1955; "F": edizione Franklin, 1998)


ierolli@hotmail.com
www.emilydickinson.it