FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 20
ottobre/dicembre 2010

Nel cosmo

 

IL CINEMA A PAROLE

di Verónica Becerril



K-PAX - DA UN ALTRO MONDO
di Iain Softley


A volte il cosmo è l’unica via d’uscita dalla realtà. L’altro giorno per caso ho rivisto K-Pax – Da un altro mondo, del regista inglese Iain Softley, un film che quando uscì nel 2001 ebbe poco consenso da parte della critica, ma che secondo me spiega – e lo fa in modo stupendo – proprio questa necessità di staccarsi della realtà quotidiana, un’urgenza che può essere causata da un brutto trauma.

La storia di K-Pax deriva dall’omonimo romanzo di Gene Brewer, e racconta le vicende di un uomo rinchiuso in un ospedale psichiatrico di New York che afferma di provenire da un pianeta chiamato precisamente K-Pax.
Prot, così si chiama il protagonista interpretato dal geniale Kevin Spacey, dice di essere di un altro mondo distante anni luce dalla Terra e “dimostra” questo fatto attraverso la sua capacità di vedere i raggi ultravioletti, normalmente non catturabili dall’occhio umano, e parlando e descrivendo pianeti, satelliti e il cosmo in generale, con esattezza e precisione, proprio come se veramente il cosmo fosse casa sua.
La ferma determinazione di Prot fa addirittura dubitare lo psichiatra che lo ha in cura, il dottor Mark Powell (Jeff Bridges) che, giorno dopo giorno, osserva l’influenza di Prot sugli altri rinchiusi nella clinica mentale. L’istinto suggerisce al medico che certo Prot non può davvero provenire da un altro pianeta, e per questo motivo l’invita a casa sua.

È precisamente in questa atmosfera familiare che il dottor Powell si rende conto che il suo paziente non è la persona che dice di essere e lo convince a sottoporsi a sessioni d’ipnosi, e lì, piano piano, inizia a srotolarsi una verità travolgente che lascia lo spettatore sbalordito e, allo stesso tempo, gli fa comprendere il perché dello strano comportamento di Prot.
Non mi sembra giusto aggiungere altri particolari su K-Pax, ma vi consiglio di vederlo in una di quelle notti piovose invernali. Poi osservate il cielo per domandarvi: "Lassù c’è qualcuno?"



becerril.veronica@gmail.com