FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 18
aprile/giugno 2010

Aquiloni

 

L'ANGOLO DI ED

a cura di Giuseppe Ierolli


Voli


I never hear the word "Escape"
Without a quicker blood!
A sudden expectation!
A flying attitude!

I never hear of prisons broad
By soldiers battered down -
But I tug, childish, at my bars
Only to fail again!

    Non sento mai la parola "Fuga"
Senza un ribollire del sangue!
Un'improvvisa aspettativa!
Un dispormi a volare!

Non sento mai di vaste prigioni
Da soldati abbattute -
Senza scuotere, infantilmente, le mie sbarre
Solo per fallire di nuovo!

La fantasia può accendersi al solo udire una parola di libertà, ma la realtà è fatta di sbarre che rifiutano di aprirsi per farci volare via.
Il "childish" del penultimo verso sintetizza l'inutilità della lotta contro le sbarre della vita: quando tentiamo di forzarle sembriamo come bambini che provano a fare qualcosa di molto più grande di loro.

*****

Delight is as the flight -
Or in the Ratio of it,
As the Schools would say -
The Rainbow's way -
A Skein
Flung colored, after Rain,
Would suit as bright,
Except that flight
Were Aliment -

"If it would last"
I asked the East,
When that Bent Stripe
Struck up my childish
Firmament -
And I, for glee,
Took Rainbows, as the common way,
And empty skies
The Eccentricity -

And so with Lives -
And so with Butterflies -
Seen magic - through the fright
That they will cheat the sight -
And Dower latitudes far on -
Some sudden morn -
Our portion - in the fashion -
Done -

    La gioia è come il volo -
O in Rapporto ad esso,
Come direbbero le Scuole -
La strada dell'Arcobaleno -
Una Matassa
Colorata lanciata, dopo la Pioggia,
Diventerebbe altrettanto spendente,
Salvo che il volo
Ne sarebbe l'Alimento -

"Se potesse durare"
Chiedevo all'Oriente,
Quando la Striscia Curva
Accendeva il mio infantile
Firmamento -
E io, dalla gioia,
Prendevo gli Arcobaleni, come la norma,
E i cieli vuoti
L'Eccentricità -

E così con le Vite -
E così con le Farfalle -
Ritenute magiche - per paura
Che si sottraggano alla vista -
E vadano in Dote a latitudini lontane -
Qualche inatteso mattino -
La nostra porzione - nel creato -
Conclusa -

La gioia ha l'effimera consistenza di un arcobaleno, i suoi colori splendenti rifulgono soltanto in un breve volo, come quello di una matassa lanciata in aria, che srotola i suoi colori e poi cade informe a terra. Soltanto l'inconsapevole ingenuità dell'infanzia può farci credere che la norma della vita siano quei colori, e non la desolata solitudine di un cielo grigio e vuoto. Nell'ultima strofa c'è come una variazione che diventa conclusione: nella vita i momenti da "farfalla" durano lo spazio di un istante, ed è proprio questa bellezza fuggevole e inafferrabile che li fa sembrare magici; poi volano via, lasciandoci soltanto la consapevolezza dell'inevitabile conclusione del nostro percorso nel mondo.

*****

How noteless Men, and Pleiads, stand,
Until a sudden sky
Reveals the fact that One is rapt
Forever from the Eye -

Members of the Invisible,
Existing, while we stare,
In Leagueless Opportunity,
O'ertakenless, as the Air -

Why did'nt we detain Them?
The Heavens with a smile,
Sweep by our disappointed Heads
Without a syllable -

    Quanti Uomini, e Pleiadi, restano anonimi,
Finché un inaspettato cielo
Rivela il fatto che Uno è rapito
Per sempre allo Sguardo -

Membri dell'Invisibile,
Che esistono, mentre osserviamo,
In Possibilità al di là dello Spazio,
Imprendibili, come l'Aria -

Perché non Li trattenemmo?
I Cieli con un sorriso,
Scorrono sulle nostre Teste deluse
Senza una sillaba -

Nei primi versi l'anonima folla umana, paragonata a quella delle stelle nel cielo, sembra assumere individualità solo con la morte, un'individualità che permette a chi resta di notarne l'assenza, come se in un cielo familiare ma indistinto notassimo un'improvvisa mancanza, che ci rende consapevoli del fatto che là c'era prima qualcosa che ora esiste solo in spazi sconosciuti, al di là delle nostre possibilità di comprensione.
L'ultima strofa inizia con una domanda della quale viene subito evidenziata l'ingenuità: i cieli ne sorridono, muti perché la risposta non è di questa terra.

*****

The nearest Dream recedes - unrealized -
The Heaven we chase -
Like the June Bee - before the School Boy -
Invites the Race -
Stoops - to an easy Clover -
Dips - evades - teazes - deploys -
Then - to the Royal Clouds
Lifts his light Pinnace -
Heedless of the Boy -
Staring - bewildered - at the mocking sky -

Homesick for steadfast Honey -
Ah - the Bee flies not
That brews that rare variety!

    Il Sogno più vicino recede - irrealizzato -
Il Cielo che inseguiamo -
Come l'Ape di Giugno - davanti allo Scolaro -
Invita alla Gara -
Si china - a un facile Trifoglio -
Si tuffa - evade - infastidisce - dispiega -
Poi - alle Nuvole Regali
Innalza la sua Barca leggera -
Incurante del Ragazzo -
Che guarda - sconcertato - al cielo beffardo -

Nostalgico di Miele duraturo -
Ah - non vola l'Ape
Che produce quella rara varietà!

La vita ci mette davanti molti stimoli, molte illusioni di gioia e libertà, ma poi di quel "miele" (v. 11), che vorremmo nostro per sempre, resta soltanto un ricordo di sensazioni fuggevoli, che non riusciamo mai a catturare appieno, come lo scolaro che corre dietro all'ape solo per vederla scomparire all'orizzonte dopo avergli dato per un istante la sensazione di poterne emulare il volo.

*****

I gained it so -
By Climbing slow -
By Catching at the Twigs that grow
Between the Bliss - and me -
It hung so high
As well the Sky
Attempt by Strategy -

I said I gained it -
This - was all -
Look, how I clutch it
Lest it fall -
And I a Pauper go -
Unfitted by an instant's Grace
For the Contented - Beggar's face
I wore - an hour ago -

    La ottenni così -
Salendo lentamente -
Afferrando i Ramoscelli che crescono
Fra la Beatitudine - e me -
Era appesa così in alto
Come fosse un Cielo
Da conquistare con attenta Strategia -

Ho detto che l'ottenni -
Questo - fu tutto -
Guarda, come la stringo
Affinché non cada -
Ed io Povera rimanga -
Incapace per la Grazia di un istante
Di Accontentarmi - del volto di Mendicante
Che avevo - un'ora fa -

Ottenere qualcosa che sembrava irraggiungibile dona una istante di grazia, un momento di felicità dopo il quale ci è difficile tornare al passato, quando quella grazia era solo il lontano traguardo di chi ne mendicava una briciola.

*****

They shut me up in Prose -
As when a little Girl
They put me in the Closet -
Because they liked me "still" -

Still! Could themself have peeped -
And seen my Brain - go round -
They might as wise have lodged a Bird
For Treason - in the Pound -

Himself has but to will
And easy as a Star
Look down upon Captivity -
And laugh - No more have I -

    Mi rinchiudono nella Prosa -
Come quando da Ragazzina
Mi mettevano nello Sgabuzzino -
Perché mi volevano "tranquilla" -

Tranquilla! Avessero potuto spiare -
E vedere il mio Cervello - andarsene in giro -
Era come se avessero confinato un Uccello
A Tradimento - in un Recinto -

A lui basta volerlo
E con la disinvoltura di una Stella
Dà un'occhiata alla Prigione -
E ride - Lo stesso faccio io -

La voglia di volare, di evadere, di mandare in giro il proprio cervello. Bellissima l'immagine della bambina rinchiusa nello sgabuzzino perché la volevano tranquilla. Altro che tranquilla! Lì dentro era un turbinare di emozioni, di sentimenti, di voglia di uscire dal mondo chiuso e soffocante in cui la volevano rinchiudere. Pensare di soffocare la fantasia è come pensare di imprigionare un uccello in un recinto, si fa una risata e vola via.
Nel primo verso non è chiaro se il tempo sia al passato o al presente, visto che "shut" è verbo irregolare con i due tempi uguali; ho scelto il presente perché è il tempo dell'ultima strofa e soprattutto perché l'ultima frase "No more have I" sembra proprio collegata a una situazione vissuta in quel momento, quasi ED dicesse: "mi vorrebbero rinchiudere nella prosa (il simbolo della vita di tutti i giorni, della noiosa quotidianità, contrapposta alla poesia come fantasia, immaginazione, libertà di pensiero) ma non si accorgono che io, come facevo da bambina quando mi rinchiudevano per la mia troppa vivacità, posso anche far finta di rimanerci in questa prigione, ma quando voglio me ne rido dei loro recinti e, come un uccello, volo via verso la libertà.

*****

I watched the Moon around the House
Until upon a Pane -
She stopped - a Traveller's privilege - for Rest -
And there upon

I gazed - as at a Stranger,
The Lady in the Town
Doth think no incivility
To lift her Glass - upon -

But never Stranger justified
The Curiosity
Like Mine - for not a Foot - nor Hand -
Nor Formula - had she -

But like a Head - a Guillotine
Slid carelessly away -
Did independent, Amber -
Sustain her in the sky -

Or like a Stemless Flower -
Upheld in rolling Air
By finer Gravitations -
Than bind Philosopher -

No Hunger - had she - nor an Inn -
Her Toilette - to suffice -
Nor Avocation - nor Concern
For little Mysteries

As harass us - like Life - and Death -
And Afterwards - or Nay -
But seemed engrossed to Absolute -
With Shining - and the Sky -

The privilege to scrutinize
Was scarce upon my Eyes
When, with a Silver practise -
She vaulted out of Gaze -

And next - I met her on a Cloud -
Myself too far below
To follow her Superior Road -
Or it's Advantage - Blue -

    Seguii la Luna intorno alla Casa
Finché su un Vetro -
Si fermò - un privilegio di chi Viaggia - per Riposarsi -
E là sopra

La fissai - come su uno Straniero,
La Signora di Città
Non reputerebbe villano
Levare - il suo Occhialino -

Ma mai Straniero giustificò
La Curiosità
Come il Mio - perché non un Piede - né Mano -
Né Figura - aveva -

Ma come una Testa - che una Ghigliottina
Ha fatto sbadatamente scivolar via -
Libera, l'Ambra -
La sosteneva nel cielo -

O come un Fiore senza Stelo -
Sorretto nell'Aria ondulata
Da Gravitazioni più sottili -
Di quelle che vincolano il Filosofo -

Né Fame - aveva - né una Locanda -
Per provvedere - alla sua Toeletta -
Né Impegno - né Interesse
Per i piccoli Misteri

Che ci tormentano - come la Vita - e la Morte -
E il Dopo - o il Nulla -
Ma sembrava assorbita nell'Assoluto -
Insieme al Luccichio - e al Cielo -

Il privilegio di scrutarla
Fu di breve durata per i miei Occhi
Dal momento che, con Argentea abilità -
Volteggiò fuori di Vista -

E dopo - la ritrovai su una Nuvola -
Troppo lontana io giù in basso
Per inseguire il suo Superiore Cammino -
O il suo Vantaggio - Blu -

La luna come metafora della pace interiore, quella che ci consentirebbe di superare quei "little Mysteries" (v. 24) che tormentano la nostra vita, soprattutto perché non ne conosceremo mai la soluzione. Come sempre ED si sbizzarrisce in straordinarie similitudini. Il viaggiatore che ha il diritto di fermarsi per il meritato riposo; la signora di città che non reputa una villania fissare con l'occhialino uno straniero; la luna che si libra in alto senza sostegni, come fosse una testa sbadatamente fatta scivolar via da una ghigliottina, o un fiore senza stelo sostenuto in aria da leggi di gravitazione più sottili di quelle che vincolano il filosofo.
Ma la luna, come la pace interiore, non si lascia prendere. Sfugge via, con argentea abilità, e la nostra povera condizione di mortali che non potranno mai "conoscere" si perpetua. Non riusciremo mai a raggiungerla, quella luna e quella pace.

*****

To see the Summer Sky
Is Poetry, though never in a Book it lie -
True Poems flee -
    Vedere il Cielo d'Estate
È Poesia, anche se mai in un Libro costretta -
Le vere Poesie fuggono -
La visione della natura è la vera poesia: quella che leggiamo nei libri è soltanto la pallida eco di una bellezza intraducibile.


Emily Dickinson: poesie J77-F144, J257-F317, J282-F342, J319-F304, J359-F639, J613-F445, J629-F593 e J1472-F1491
("J": edizione Johnson, 1955; "F": edizione Franklin, 1998)


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