FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 17
gennaio/marzo 2010

Dissonanze

 

LA VOCE DELLA TERRA

di Elvio Cipollone



Accordi impossibili


È difficile continuare a dare corpo a questa mia voce. Sembra proprio di parlare ai sordi. Una voce nel deserto! un deserto di indifferenza, cupidigia, egoismo, ignoranza, stupidità, assenza assoluta di lungimiranza, incapacità di capire l’enormità della frana che si sta preparando.

Quando alcuni anni orsono mi giunse l’inaspettata notizia che tra gli umani c’era un piccolo posto che si offriva di ospitare la mia scomoda voce, restai sorpresa; può essere, mi dissi, che da questo angolino la mia voce raggiunga qualche orecchio sensibile, qualche intelligenza attenta e che magari si approfondiscano le ragioni oggettive degli allarmi che lancerò e si possano amplificare e diffondere fino al punto da infrangere il muro dell’indifferenza e far crescere una nuova consapevolezza. Perciò non declinai l’offerta e iniziai l’umile compito di proclamare le cifre del disastro, mettere a nudo i comportamenti illogici e distruttivi, richiamare l’ovvia verità che pur essendo grande la mia capacità di sopportazione ha un limite, spiegare che se l’ostinazione umana a distruggere gli equilibri naturali perdurava si sarebbe giunti allo scontro, e infine affermare solennemente che in quel caso avrei usato tutti i poteri a mia disposizione (compreso quello che mi deriva dalla mia origine divina) per infliggere alla razza umana una sberla di quelle che fanno sbandare.

Ebbene, per quanto calda sia stata l’accoglienza in questo angolo dal quale vi parlo, per quanto dolce e consolante sia stata la scoperta di tante donne e uomini sensibili e di buona volontà, non si è determinato quell’effetto valanga sperato e siamo ancora confinati entro una minoranza che non riesce a invertire la deriva tragica e demenziale nella quale sono scivolati i meccanismi che regolano il comportamento umano.
Se è vero come è vero che ancora si permettono emissioni di anidride carbonica pari al doppio del limite massimo consentito, che la produzione di metalli è sestuplicata negli ultimi cinquant’anni, che il consumo di petrolio è aumentato di otto volte e quello di gas naturale di quattordici; che ogni giorno si prelevano risorse pari a centinaia dei grattacieli più grandi … vuol dire che la tenacia dell’uomo a divorarmi non si arresta.
E allora che senso hanno tutti questi accordi!? vincoli vertici protocolli convenzioni G2 Kyoto G8 Rio G20 Copenhagen … più che accordi sono grandi stonature e gran baccano dietro al quale si nascondono meschini interessi economici di parte.


elcip@libero.it