Guardare consumando velocemente ciò che si guarda, significa guardare senza vedere. Non vedere significa perdere momenti della vita nel suo fluire quotidiano: luoghi, persone, avvenimenti si confondono in un’unica miscellanea di piccoli e insignificanti fatti.
“Milioni di gocce di vita, che andavano travolte dalla corrente del tempo sono state fermate” così Guido Piovene percepiva l’enorme potenzialità della fotografia.
Ed è all’interno di queste gocce che i giovani autori, in base a una personale lettura degli avvenimenti, e in modo coraggiosamente arbitrario ma capace di stimolare lo sguardo e la comprensione, hanno ritrovato le nostre isole quotidiane, di cui spesso noi stessi siamo i protagonisti.
Attimi che si possono cogliere in modo imprevedibile e improvviso, ma che possono anche narrare situazioni e momenti reiterati, in ambiti e luoghi diversi. In entrambi i casi, queste isole sono rappresentative sia di comportamenti individuali che collettivi, identificativi di un tessuto sociale.
Cristiana Bezzera
Isole di relazione dove mettere in comune corpi, parole, gesti e dove il resto del mondo non trova cittadinanza, ma anche isole di individualità all’interno di spazi comuni dove non si coglie alcuna appartenenza e condivisione.
Benedetta Staglianò
Alessandra di Maio
Isole dove la natura irrompe da scorci di strutture fatiscenti costruite chissà quando e che il tempo e l’incuria non hanno risparmiato, ma anche isole di natura, all’interno della città, dove ritrovare lo spazio e la dimensione del gioco.
Liana Congedo
Bruno Cerverizzo
Isole colte semplicemente all’interno dell’elettrodomestico più diffuso nelle case: il frigorifero, quando colmo o quando desolatamente vuoto, isole del tesoro o isole abbandonate (suggestione indicata dall'autore), come rappresentazione dello stile di vita e delle abitudini alimentari di nuclei familiari diversi tra loro.
Federico Tribbioli
Isole del sogno dove entrare con uno sguardo limpido e con l’anima e la mente disposte ad accogliere una storia che ci trasporta altrove. Isole della notte dove immergersi quando non si ritrovano le pietre, le strade, le case dissolte dal buio, ma solo una luce da cui lasciarsi catturare.
Anna di Prospero
Chiara Spaghetti Kurtovic
Statue come isole umane che sorgono all’improvviso, dentro grandi piazze vuote, alla ricerca di attenzione e apprezzamento per la loro abile immobilità. Statue da sempre presenti in quel luogo di riposo che è isola di ricongiungimento con ciò che si è perso e che sentiamo ancora profondamente vivo.
Giuseppe Fiasconaro
Jacopo Paglione
Segni di una presenza precedente che, se pure sconosciuta, ci immette in un’ isola della memoria dove cogliamo segnali di una vita che da qui è passata. Segni e parole di un’isola di spiritualità per chiunque voglia ritrovare se stesso in un raccoglimento intimo.
Marta Gobbi
Mariasole Nocella
E forse è qui, dentro di noi, l’isola più vera ed enigmatica.
ambralaurenzi@yahoo.com
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