FILI D'AQUILONE rivista d'immagini, idee e Poesia |
Numero 9 gennaio/marzo 2008 Luoghi narrati |
MAPPE CHE RACCONTANO ROMA di Oscar Palamenga |
A volte le piccole case editrici hanno delle idee notevoli e originali. Per esempio, la giovane casa editrice romana Azimut ha da poco pubblicato una raccolta di racconti che hanno come principale protagonista la città di Roma. Il libro, Roma per le strade, è un interessante e magistrale esempio di come si può fare cultura e destare interesse pur non disponendo dei capitali e dei nomi dei grandi gruppi editoriali. In questo caso si è puntato su un'idea vincente: parlare delle strade e dei quartieri di Roma, e si è affidato l'incarico di scrivere racconti a un gruppo di scrittori conosciuti ed emergenti. Il risultato è una raccolta di racconti (non antologia, come puntualizzano fermamente i responsabili della casa editrice) agile e intensa, con precisi riferimenti al vissuto quotidiano degli abitanti di Roma. L'idea è certamente complementare a quella avuta qualche anno fa da un'altra cosiddetta "piccola" casa editrice, la Franco Di Mauro, che ha pubblicato, a cura di Carlo Raso, il libro Roma guida letteraria (2005) che argomenta degli scrittori, italiani e stranieri, che hanno parlato di Roma nei loro lavori. Ed è una carrellata di personaggi famosi, da Hawthorne a Pirandello, a James e Goethe, fino addirittura al Dan Brown di "Angeli e demoni", che hanno scritto di Roma e su Roma, pagine ormai divenute celebri. Non è un caso che sullo stesso argomento Marco Testi, critico letterario di punta dell'Osservatore Romano e di "Roma Sette" dell'Avvenire, tenga da anni una rubrica sulla rivista trimestrale del Credito Cooperativo. Roma è probabilmente il luogo narrato per eccellenza. L'Urbe ha fatto da sfondo ad alcune tra le più importanti opere letterarie di tutti i tempi. Chi non ricorda la Roma di Orazio e di Cesare, tra la via Sacra e il Senato? E la Roma del dannunziano conte Sperelli, tra Trinità dei Monti e Palazzo Barberini?
Ma sarebbe pressoché impossibile segnalare tutte le opere famose ambientate a Roma. Mi limito a segnalare la più recente, non fosse altro che per premiare il mirabile sforzo dell'autore: il libro La crociata delle tenebre (Mondadori, 2007) di Giulio Leoni, è infatti un'intrigante storia che ha come protagonista Dante Alighieri il quale, in qualità di ambasciatore fiorentino a Roma, si trova implicato in una strana indagine che ha come sfondo quella terribile città medioevale che era Roma nel 1301, al termine del primo Giubileo della storia. Qui notevole è lo sforzo dell'autore che ha provato a ricostruire quei luoghi che i contemporanei descrivevano come dei veri e propri gironi infernali. Non è affatto sottintesa l'ipotesi che Dante ne abbia poi tratto ispirazione per la stesura del suo capolavoro. Tornando alla raccolta di racconti Roma per le strade, va sicuramente sottolineata la bella copertina di Adriana Merola che sovrappone ad una fotografia di una strada lastricata romana (probabilmente la via Appia) dei brandelli di carta strappati da un tuttocittà: è l'unione tra storia e modernità, tra la mitica Roma dei Cesari e l'odierna Roma popolare e multiculturale.
È la storia di un emarginato, di un ultimo, che grazie all'amore per la sua donna riesce a responsabilizzarsi e a trasformarsi in un buon padre di famiglia. Addirittura riesce a nobilitare un lavoro "disonesto", il venditore di sigarette di contrabbando, in quanto con quei soldi riesce a mandare avanti una famiglia e a far studiare i figli della sua compagna. Risulta ben compresa e assimilata la lezione di Pasolini, e viene spontaneo pensare al film Accattone dove, su quelle stesse strade tra piazza dei Mirti, Centocelle, la Casilina e la Prenestina, girava disperato e senza programmi il protagonista del film. In Brandolini però c'è la redenzione, il lieto fine che manca nel film e che indica una visione meno amara nei confronti della vita rispetto al poeta friulano. Addirittura c'è una vita nuova, un figlio appena arrivato a celebrare un amore tra esclusi che insieme, però, riescono a creare nuovo amore. Di emarginati tratta anche il racconto di Paolo Di Reda, "A finestre aperte". L'ambientazione è diversa, non tanto a livello spaziale quanto a livello temporale. Siamo a Torpignattara, vicino a piazza dei Mirti. Ma non c'è più la poesia di Accattone, sostituita dalla quanto mai attuale crisi di identità dovuta all'immigrazione. Ormai le strade di Torpignattara sono totalmente invase da gente delle più svariate nazionalità, dai ricchi cinesi agli arabi, dagli indiani ai rumeni. E il protagonista di questa storia stenta a riconoscere il quartiere in cui era cresciuto:
Sono cambiati i luoghi, gli spazi, ma soprattutto le persone:
E così il protagonista, costretto in casa da una gamba rotta, fatica a capire la vita caotica che si svolge oltre la finestra da cui si affaccia. Neppure i vicini di casa sono gli stessi, morti o tornati al paese d'origine come i suoi genitori. Ed è difficile comprendersi con persone provenienti da altri mondi e culture assai diverse e l'incontro, spesso, si fa difficile, spesso genera malintesi e incomprensioni. Lo stesso smarrimento, lo stesso senso d'esclusione che vivono i personaggi di altre storie di questa raccolta: dall'impiegata statale di nome Assunta del racconto grottesco "La riforma" di Cristiana Lardo, all'Ulderico de "Il fesso e l'anomalia" di Fabrizio Patriarca, fin anche al crudele Valerio Crux di "Tutta colpa di Borges" di Mario Lunetta.
Una citazione merita infine il racconto, molto pirandelliano, "Piccole amnesie fra la vita e la morte", di Francesca Mazzuccato, in cui la protagonista, Rosetta, si siede ad un bar nei pressi di via della Conciliazione e, come L'uomo dal fiore in bocca, osserva la gente che le sta intorno. È una metafora della città stessa, che osserva imperturbabile le vite di tante persone e che ci fa sentire piccoli piccoli di fronte alla sua storia millenaria.
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