FILI D'AQUILONE rivista d'immagini, idee e Poesia |
Numero 3 luglio/settembre 2006 Signore Bestie |
JAVIER GIL MARTÍN a cura di Alessio Brandolini e Helena Fernández de Llanos |
La memoria, il passato nel presente, nostalgia di un tempo originale senza cicatrici. Luoghi comuni, ma che nella poesia di Javier Gil Martín si rivestono d'un abito essenziale per occupare una giusta posizione nel testo e nulla, alla fine, appare fuori posto. Tre gatti senza peccato è uno dei poemi che meglio rappresentano la poesia del giovane autore spagnolo, e che dà il titolo a questa silloge.
Il gatto: essere affabile, casalingo, a tratti amico (però anche molto indipendente, taciturno, solitario fino al tradimento) è, prima di tutto, un animale. E la poesia di Javier Gil Martín ci parla di tre gatti ammazzati senza pietà da alcuni uomini, e allora ci si domanda chi possa compiere simili gesti, ma - allo stesso tempo - ci si potrebbe anche chiedere se l'animale, nella sua totale innocenza, non sia più puro dell'uomo. Questa purezza felina - forse preclusa all'uomo da quando smette d'essere bambino - è quella che incontriamo in questi versi. Il ritorno a un tempo limpido (all'infanzia già perduta) nel quale l'io non risulta contaminato dagli anni e si pensa che la bellezza possa esistere (e resistere) nel mondo che abitiamo, nelle cose che ci circondano, nei nostri pensieri e azioni.
Dal contrasto tra questo mondo intatto (dei gatti appena nati) e quello della quotidiana esistenza con la sua realtà dolorosa nasce la poesia di Javier Gil Martín. Una poesia diretta, che si caratterizza per il tono di cruda dolcezza, per questo fa venire in mente un fiore che sboccia in un luogo appartato, forse irraggiungibile.
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La tarde se demora y la soledad, como un tributo a un dios que nos quiere solos y humillados, se adensa, llega a los límites de lo vivible, de lo respirable. Aquí hubo puerta y señales de una vida más digna de ser vivida que no nos atrevimos a vivir, porque la dignidad era un camino de baldosas amarillas tan largo, porque la dignidad tenía un peso grande para nosotros, hormigas diligentes pero que no se atreven con pesos que a priori creen no poder llevar, que no se atreven siquiera a comprobarlo.
Cuánto dolor para una fe Los colores son ahora en mi memoria Cuánto sufrimiento el de esta fe
¿Son vida las palabras o van contra la vida?
I
Perdóname la tristeza
II
Sepultada en el tiempo
III
La palabra, animal silente
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La sera indugia e la solitudine, come un tributo a un dio che ci vuole soli e umiliati, si addensa, arriva ai limiti del vivibile, del respirabile. Qui c'era una porta e segnali d'una vita più degna d'essere vissuta ma che noi non osammo vivere, perché la dignità era una strada di gialle piastrelle molto lunga, perché la dignità aveva un peso grande per noi formiche diligenti che però mai azzardano un peso se a priori credono di non potercela fare, e che non osano nemmeno verificarlo.
Quanto dolore per una fede I colori sono ora nella mia memoria Quanta sofferenza in questa fede
Le parole sono vita o vanno contro la vita?
I
Perdonami la tristezza
II
Sepolta nel tempo
III
La parola, animale silente
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La ira es amarilla en su pureza, porque hasta la ira tiene su pureza. Las glándulas, animales del dolor, se acallan a las primeras horas de la ira, a eso de las seis de la mañana, cuando ha helado y todo es amarillo. Los órganos del amor, los genitales y los pies, duelen en las horas amarillas, lloran en la pureza de la ira. El pensamiento, líquido denso, es amarillo a causa de la ira y nos sale a borbotones por la boca. Amarillas son las colinas dulces de la muerte y amarillo es nuestro triste nacimiento.
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L'ira è gialla nella sua purezza, perché persino l'ira ha la sua purezza. Le ghiandole, animali del dolore, s'azzittiscono alle prime ore dell'ira, verso le sei del mattino, quando ha gelato e tutto è giallo. Gli organi dell'amore, i genitali e i piedi, fanno male durante le ore gialle, piangono nella purezza dell'ira. Il pensiero, liquido denso, è giallo per via dell'ira e a fiotti ci fuoriesce dalla bocca. Gialle sono le colline dolci della morte e gialla è la nostra triste nascita.
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TRES GATOS SIN PECADO
de tres gatos recién nacidos
A cada paletada Podría decir que lo entiendo, Podría haber amado a cada uno. Voy a decir mi última palabra; |
TRE GATTI SENZA PECCATO
di tre gatti nati da poco
A ogni palettata Potrei dire che ora comprendo, Potrei aver amato ciascuno di loro. Ora dico la mia ultima parola: |
(Traduzione di Alessio Brandolini e Helena Fernandez de Llanos) |
JAVIER GIL MARTÍN
Javier Gil Martín è nato a Madrid, dove tutt'ora vive, nel 1981. Si sta laureando in Filologia Spagnola ed è coordinatore della rivista letteraria "13 trenes". Suoi testi poetici sono stati premiati e inseriti in vari antologie. In biblioteche pubbliche e centri culturali organizza incontri, con il gruppo poetico "TreceTrenes", in cui la poesia si fonde alla musica e al teatro. |
alexbrando@libero.it |