Sulle tracce di James Bond
La mia preferita è Skyfall, cantata da Adele, quella che amo meno, addirittura niente, anzi, confesso che quando rivedo il film mando avanti veloce, è The Living Daylight dei norvegesi A-ha.
Sto parlando delle colonne sonore dei film di James Bond anzi più precisamente delle cosiddette title tracks, ovvero le canzoni che aprono tutti i film dell’agente segreto più conosciuto al mondo.
Da Goldfinger a No Time To Die (nei primi due film, Licenza di uccidere e Dalla Russia con amore, i produttori non si erano ancora resi conto del potenziale mediatico che i loro film avrebbero prodotto) si sono susseguiti cantanti e autori famosi, fenomeni momentanei e talenti mai esplosi, tutti in fila per interpretare quello che sarebbe stato un segno di riconoscimento del film, la partenza di ogni avventura.
Ma vediamo, in ordine cronologico, di cosa sto parlando:
1964, Agente 007 – Goldfinger (Goldfinger)
Shirley Bassey col suo mantice polmonare interpreta il brano che nell’immaginario comune è la colonna sonora dei film di James Bond, quello 007 alternativamente elegante interpretato dal fisico rurale di Sean Connery.
John Barry crea quella che è considerata da molti la più bella di tutta la serie e io mi trovo (quasi) d’accordo.
1965, Agente 007 – Thunderball (Thunderball)
Ecco un altro cantante con serbatoio d’ossigeno supplementare. Col suo timbro inconfondibile Tom Jones interpreta un pezzo dall’impronta bondiana ben definita. Thunderball non è certo una delle tracks migliori, ma in una mia ipotetica classifica occupa una posizione dignitosa. John Barry ancora allo spartito.
1967, Agente 007 - Si vive solo due volte (You Only Live Twice)
You Only Live Twice (questo è anche il titolo originale del film) è di certo uno dei pezzi più belli scritti da Barry il quale sembra abbandonare il marchio originale creandone un altro che resterà anch’esso indelebile. Brano pensato per Frank Sinatra viene invece interpretato dalla figlia Nancy e, con gli archi che aprono la canzone, più adatti alla voce melodiosa della ragazza, la pensata è davvero illuminata.
Nel 1998 Robbie Williams ne prenderà in prestito il riff per la sua Millenium.
1969, Agente 007 - Al servizio segreto di sua maestà (On Her Mayesty’s Secret Service)
Si ferma temporaneamente l’era Connery per aprirsi (e chiudersi velocemente) quella Lazenby. Stavolta il brano del titolo è soltanto strumentale ma durante il film Louis Armstrong ci accompagnerà con la bellissima We Have All The Time In The World. Un film diverso dove Bond rinuncerà al celibato per rimanere vedovo già durante il viaggio di nozze. Con il corpo senza vita dell’amata tra le braccia pronuncerà la frase dalla quale il brano prende il titolo mentre le sue note in sottofondo finiranno di lacerarci il cuore.
1971, Agente 007 - Una cascata di diamanti (Diamonds Are Forever)
George Lazenby, nonostante il buon successo del film precedente, rinuncia a proseguire nella saga. I produttori convincono Connery e il suo parrucchino a tornare sul set. E si ripresenta anche Shirley Bassey, qui alla sua seconda performance. Una meravigliosa voce per un pezzo che rimane nella storia della serie.
1973, Agente 007 - Vivi e lascia morire (Live And Let Die)
Sean Connery abbandona (tornerà con l’apocrifo Mai dire mai) e Roger Moore lo sostituisce con successo. Anche John Barry si fa da parte per lasciare spazio a Paul McCartney e a sua moglie Linda, autori e interpreti, con i Wings. George Martin – che è anche autore della colonna sonora del film - arrangia come solo lui sa fare. La canzone si divide in tre parti apparentemente in contrasto tra loro: un’apertura morbida cantata da Paul al piano, un movimento orchestrale dal ritmo forsennato e una ripresa reggae ancora con la voce dell’ex componente dei Beatles. La giusta alchimia per uno dei brani più amati di James Bond.
1974, Agente 007 - L’uomo dalla pistola d’oro (The Man With The Golden Gun)
Barry riprende penna e spartito e ce ne accorgiamo dai ripetuti squilli di ottoni che caratterizzano l’apertura di questa title song affidata alla voce di Lulu, talento scozzese presto desaparecido dalle nostre orecchie. Ma il titolare stavolta ha le polveri bagnate e confeziona una canzonetta dal fiato corto. Ci aveva abituati troppo bene. Dimenticabile, anche se il peggio deve ancora arrivare.
1977, La spia che mi amava (Nobody Does Is Better)
John Barry di nuovo defilato e score del film affidato a Marvin Hamlish autore anche della canzone dei titoli. Carly Simon la interpreta donando dolcezza a una ballata col testo dal retrogusto sensuale.
1979, Moonraker – Operazione Spazio (Moonraker)
Per la terza volta Shirley Bassey dietro il microfono dimostra che il suo timbro vocale è uno dei marchi registrati della serie. Trasforma una canzone lagnosetta in una splendida presentazione del film. John Barry sottotono ma con una interprete così diventa una hit anche la ninna nanna che mi cantavano da bambino.
1981, Solo per i tuoi occhi (For Your Eyes Only)
Bill Conti, autore della travolgente musica di Rocky, sforna per la (pressoché) esordiente Sheena Easton una ballata per coppie in cerca di intimità. La cantante, unica ad apparire con la sua faccia e parte del suo corpo nei titoli di testa, collaborerà con Prince dal 1984 al 1987.
1983, Octopussy – Operazione Piovra (All Time High)
Viene da chiedersi perché Rita Coolidge, una che ha cantato brani di Neil Young e di Graham Nash, di Cohen e Dylan, che ha collaborato con Joe Cocker e Leon Russell accetti di interpretare il brano di apertura di questo film, superfluo passo laterale di una carriera stimabile. Purtroppo non lo sapremo mai.
1985, 007 – Bersaglio mobile (A View To A Kill)
All’apice del successo e una frazione di secondo prima della scissione, i Duran Duran interpretano A View To A Kill secondo il loro stile. Il brano, cofirmato da Barry, trascina l’ascoltatore più di quanto faccia la trama del film, un giocattolino pseudo-tecnologico usa e getta con Bond che si dà all’ippica. Invece il fisico di Grace Jones rimane scolpito nella mente.
1987, 007 – Zona Pericolo (The Living Daylights)
Roger Moore compie sessant’anni e viene sostituito da Timothy Dalton, affascinante attore gallese. Tratto da un racconto breve di Ian Fleming, Zona Pericolo è quanto di più vicino all’idea originaria che lo scrittore aveva di James Bond. Ultima colonna sonora di John Barry. La canzone è suonata e cantata dagli A-ha. Dimenticabile? Dimenticata.
1989, 007 - Vendetta privata (Licence To Kill)
La curiosità è che il titolo originale di questo film è License To Kill, tradotto in italiano con Vendetta privata in quanto Licenza di uccidere era stato già usato per il primo della serie dal titolo originale Dr. No. License To Kill è cantata da Gladys Knight e se il brano sembra la cover di Goldfinger lei non è la Bassey e si sente.
1995, GoldenEye (GoldenEye)
Nuovo cambio di interprete nei panni di Bond che torna dopo sei anni col volto da simpatico mascalzone di Pierce Brosnam. Bono e The Edge degli U2 confezionano il brano perfetto per Tina Turner che non si lascia pregare e usa tutte le tonsille a disposizione. Il mio sogno nel cassetto: GoldenEye eseguita da Shirley Bassey.
1997, Il Domani non muore mai (Tomorrow Never Dies)
Se, secondo il titolo, non ci libereremo mai del domani, la stessa sorte non tocca al brano d’apertura del film scritto e cantato da Sheryl Crow (fortunatamente). La canzone riesce nell’impossibile impresa di farsi dimenticare già durante l’ascolto.
1999, Il mondo non basta (The World Is Not Enough)
La voce di Shirley Manson sprizza eleganza attraverso tutte le note di questo brano delicato solo all’apparenza. La cantante dei Garbage appone il suo marchio di classe a una delle aperture più belle di tutta la serie, l’ultima del millennio.
2002, La morte può attendere (Die Another Day)
Madonna ruba la voce a al robottino di Star Wars R2-D2 e sforna una canzone da denuncia per schiamazzi molesti. Tanto sopra le righe da rimanere fuori contesto, diventa sopportabile negli ultimi 10 secondi, quando sullo schermo appaiono i nomi dei produttori e sai che quella tortura sta per terminare.
Ultimo film interpretato da Pierce Brosnam.
2006, Casino Royale (You Know My Name)
Primo film con Daniel Craig e sceneggiatura che riavvicina il personaggio Bond a quello descritto da Ian Fleming nei suoi romanzi. Chris Cornell nella canzone dei titoli cerca di unirsi a questo ritorno alle origini ma ci riesce solo in parte. Un’occasione persa dall’ex Soundgarden.
2008, Quantum Of Solace (Another Way To Die)
Il Bond di Craig, nonostante i primi malumori, piace tanto che gli incassi quadruplicano i costi di produzione. I produttori rilanciano e per il brano di apertura del nuovo capitolo assumono due star: Jack White (anche autore) e, soprattutto, Alicia Keys. I due non deludono le aspettative in un pezzo che ha il merito di essere facilmente abbinabile alla spia più longeva del cinema.
2012, Skyfall (Skyfall)
Ecco la regina delle title songs, la mia prediletta. Adele ne è interprete e autrice (insieme a Paul Epworth). Grazie a brevi sequenze musicali che richiamano il brand dei primi capitoli, riconduce immediatamente al mito di 007 e nello stesso tempo riesce a vivere in assoluta indipendenza dal film. Buon successo commerciale in tutto il mondo, è la prima canzone tratta dalla serie a vincere l’Oscar.
La più bella tra tutte, tra quelle già scritte e, forse, quelle da scrivere.
2016, Spectre (Writing’s On The Wall)
Alla ricerca di una continuità stilistica (?) i produttori affidano il brano d’apertura a Sam Smith. Il risultato è una canzone senza spina dorsale, monocorde, avulsa dal film e interpretata in un falsetto tedioso. Vince il Golden Globe, l’Oscar e per la prima volta per un brano di un film di 007 raggiunge il primo posto nella classifica delle hit inglesi. Tanto le dovevo.
2021, No Time To Die (No Time To Die)
Il talento della giovanissima Billie Eilish al servizio di sua Maestà 007. Ancora un Golden Globe e un Oscar (terzo consecutivo a una title track bondiana) per una tenera ballata arrangiata da Hans Zimmer.
cardstefano@libero.it
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