FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 59
novembre 2021

Rovine

 

GIORGIO MOBILI, DIMENTICARE UN HOTEL

di Alessio Brandolini



In Dimenticare un hotel, ultimo di poesia di Giorgio Mobili (puntoacapo, 2020), si passa di albergo in albergo, di stanza in stanza e questo vuol dire un rapido e imprevedibile cambio di paesaggi, un vortice di nomi, altre persone altri volti, una giravolta di sensazioni che rende instabile e mossa la visione complessiva. Manca un perno, un centro. Ci si sposta tra epoche e contrade e i sogni bruciano lentamente sulle città, poi il mattino sorge in un bianco di conchiglia e si riprende il viaggio. Da Milano, a Genova alla California dove l’autore vive e insegna da parecchi anni.

Un linguaggio poetico aspro e acuminato che sembra voler scaldare il muscoli dell’ascolto oltre che la lingua stessa dell’autore. Svelti passaggi e smottamenti all’insegna dell’inquietudine, della visione obliqua che rivela (e mette in luce) zone d’ombra. Un linguaggio ironico che si fa onirico, presente già negli altri libri di poesia di Mobili, ma qui filtrato dal viaggio, dallo scorrere rapido del tempo e delle cose e, quindi, una lingua più spedita ma anche più tagliente (talvolta persino feroce) ma sempre partecipe e franta, mai cinica o aristocratica. Una lingua che prova a raccontare l’invisibile che pesa come un macigno ma apre praterie all’immaginazione; una lingua che scava e s’intrufola nei pertugi, artiglia suoni e immagini, vaga di stanza in stanza; una lingua che fa brillare i fili tesi della ragione e quelli più fragili e instabili dell’intimità.

Dimenticare un hotel di Giorgio Mobile è un libro che scruta e, nel leggerlo, sembra fissarci a lungo dall’interno e si resta col fiato sospeso, anche se intorno tutto gira come una trottola.




POESIE DI GIORGIO MOBILI
da Dimenticare un hotel
puntoacapo, 2020


AMERICAN CASANOVA

Sotto le palme immobili
di una città senza orizzonte
nessun drudo si esporrà alle sberle
o al ferro di un mattino
nessun giardino segreto
occuperà le stesse coordinate
della notte precedente
in cui l’ha visitato
e delle antiche sue bravure avanzeranno
(oltre a corbelli di estremo riguardo)
nomi e recapiti a casaccio
gettati in pasto a una letargica
corte dei conti: Miriam Wu
Elizabeth Del Carlo
Michelle Altamirano-Ruiz
Marina Desrochers, Toni Montoya
duecentotré Contessa Street
ventisette novantuno West Ventura
Salma Porterville Delano
Santa Clarita, California.

Mentre spingiamo sotto il sole
il carretto delle angurie
per queste strade senza limite
non lasciamo che muoia
il mito della fuga pirotecnica
per tetti scantinati orti postierle
portata a buon fine da intrepidi amanti
in altre epoche e contrade.


L’ALBERGO DEI SOGNI INCROCIATI

Il colombo fa esplodere il fiato sospeso
con l’innocenza dei pennuti
poi rapido nel cordame dell’alba
è il bidello a nasconderci
dietro l’ala sinistra, sempre dritto
fino al castello dei voti
ma i corridoi si allungano e la voce
svapora…

Ti muovi come se cercassi amore
mentre punti l’orecchio giusto a cui tradire
i tiratori stanchi nel tinello
inutile il mio dare il petto e scimmiottare
la lingua bianca degli angeli
che sa mentire – e ad un tratto
esplode il tuo schermo piatto
sul più bello…

Ti entrano le schegge nelle dita
rosso di crudeltà diffusa
quei mostri frettolosi sul sofà
puoi ingannarli, tormentarli
o scioglierli dal peso
di chi se ne andò.


STAZIONI DI PROVINCIA

Dopo aver preso congedo
con formula consueta
rimanemmo come frassini
in piedi ad osservare
la cinta di orizzonte – già stretta sulla sera
le armoniche segrete di fragranze e voci
da un binario di cui non resta che
ago e filo a scomparsa
in bocca alla notte
e densa ancora sui campi
la forza degli annunci delle otto.

Cosa ci trattenne? Forse la febbre
residua nell’aria
di una corsa a scrocco fino a Genova lido
in una vita precedente
o semplicemente
l’ascesa della luna sopra i silos.


CAMERA SINGOLA

Mi chiamano con sillabe diverse
rispondo a tutti
che è come dire: certo
il nome si corrompe per un’inezia.
Parlo con qualcuno
sbattendo come un’ape
sullo specchio rovesciato del piacere
passo il dito distratto, mi ritorna doppio
ma cos’è quest’invisibile che pesa
più sordo di un macigno?

Resta con me stasera
forse il molle lenzuolo dell’umiliazione
è l’ultima chimera:
pensarci punto morto
perché tutto il resto giri.


DIMENTICARE UN HOTEL

Quei due, quando parlano
scimmiottano la lingua di nessuno.
Suoni migliori: se si avvertono, è soltanto in quanto
uno sognò di lei.

L’hotel, senza limiti
impalma il panorama del ritorno
a quattro muri, e l’assenza sagomata in centro
salda dentro di lui.

Salvare i denti del sabato, già in bocca al lunedì:
farne dei parafulmini
o un rosario – per i pensieri neri.

Poi lasciarlo su un cofano, o in un monte di pietà
e farsi passante
che vede tutto, e tutto dimentica.


Giorgio Mobili, Dimenticare un hotel, puntoacapo, 2020, pp. 71, euro 12 – con una postfazione di Alessandra Paganardi.




Giorgio Mobili (Milano, 1973)
è un poeta, traduttore e critico letterario italiano. Trasferitosi negli Stati Uniti nel 1999, insegna da anni alla California State University di Fresno, dove risiede. È autore di vari saggi e dello studio Irritable Bodies and Postmodern Subjects in Pynchon, Puig, Volponi (Peter Lang, 2008). La sua poesia è apparsa in svariate riviste letterarie (tra cui L’immaginazione, Poesia, Steve, Gradiva, La Clessidra, Fili d’aquilone) e nell’antologia bilingue Poets of the Italian Diaspora (a cura di Joseph Perricone e Luigi Bonaffini, Fordham University Press, 2013). Ha pubblicato cinque raccolte poetiche: Penelope su Sunset Boulevard (Manni, 2010), Planet Maruschka (La Vita Felice, 2013), Waterloo riconquistata (puntoacapo, 2014), Miracoli ed effetti (Pèquod, 2016) e Dimenticare un Hotel (puntoacapo, 2020).
Al 2013 risale la sua prima raccolta in lingua spagnola, Última salida a Ventura (Mago Editores, Santiago, Cile). Nel 2021 esce Sunken Boulevards (Fomite Press) la sua prima raccolta di poesia in inglese e fotografia.
Ha tradotto in italiano i poeti Narlan Matos (La provincia oscura, Fili d’Aquilone, 2016), Christopher Merrill (Necessità, Fili d’Aquilone, 2017) e Carmen Berenguer (Orme di secolo, Fili d’Aquilone, 2021). Ha tradotto in inglese il poeta Luigi Fontanella (Adolescence and Night, Fomite Press, 2020) e il filosofo Massimo Cacciari (Essays on Dante, SUNY, uscita prevista nel 2022).


alexbrando@libero.it