FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 58
luglio 2021

Amici & Avversari

 

LA POESIA DI WATSON CHARLES

di Viviane Ciampi



PAROLE PER L'ISOLA LONTANA

Si può parlare di uno scrittore, di un poeta, senza che ci si occupi minimamente della sua biografia come spesso capita in questa rubrica, ma l'esercizio appare difficile nel caso di Watson Charles in quanto l'opera è strettamente connessa alla biografia. Il poeta, infatti ci dona parte di un poemetto scritto nel 2018, Le chant des marées (Il canto delle maree), che costituisce una sorta di inno al suo Paese natio attraverso l’azzurrità e la voce dolente del mare che circonda Haiti, ossia il Mare dei Caraibi.

Aimé Césaire, Patrick Chamoiseau, Edouard Glissant, sono poeti, scrittori, intellettuali che ebbero a confrontarsi sulle questioni dell'identità analizzando come costruire un contesto di interazioni culturali attorno ad una eredità comune e ci sembra che il percorso di Watson Charles possa iscriversi in questa realtà complessa e affascinante.

Affascinante, perché i Caraibi occupano una situazione geografica, del tutto centrale, tra America del Nord e America latina, tuttavia strettamente legata all' Europa e all' Africa a causa della sua storia. L’intera zona si trova così ad essere un ricco laboratorio nel quale si affrontano culture d'ogni dove ed è inevitabile che le sue vicende pesino in modo diretto anche sulle identità culturali. Il Nostro, conosce quindi benissimo la sua collocazione e responsabilità dinanzi alla strada che ha davanti e il ruolo assegnatogli, anche se lontano dal Paese natio, e forse proprio perché lontano dal Paese natio.

Watson Charles ha nel suo DNA una saggezza antica che forse ha ereditato dal padre, uno hougan. Gli hougan sono – da quelle parti – considerati i capi della cultura popolare, i saggi, coloro che conoscono le virtù delle erbe, che tolgono il malocchio, che eseguono i riti iniziatici, che consigliano. Qui verrebbe qualificato col semplice appellativo di stregone. In realtà, si tratta di una figura indispensabile e benvoluta in quanto lo hougan cerca di sanare tutti i problemi della comunità.

Questo, per quanto riguarda l'imprinting del poeta. Ma ora azzeriamo tutto, perché – come vedremo – lo scenario cambierà totalmente.
Il poeta di Haiti, in realtà, ben presto proverà una sorta di rifiuto per quella cultura popolare che sente lontana da lui, dal suo essere profondo, benché affermi, lasciando trasparire un senso di colpa che

      Partire è un inganno
      Per dimenticare se stessi.
Dopo la laurea in lettere moderne, comincia a pubblicare nel 2010, occupandosi non solo di se stesso ma avendo cura di promuovere anche la nuova generazione di poeti e scrittori delle sue parti, maturi per essere pubblicati in Francia e altrove.
Benché ormai installato a Parigi, nella sua poesia, i temi dell'esilio, del mare, delle sciagure dell'umanità lo attanagliano (ricordiamo anche il terribile terremoto che colpì Haiti nel 2010, causando migliaia di vittime), ma tiene a sottolineare che la sua scrittura prende senso nell'alterità e nello sguardo dell'altro.
      Ti scrivo per dirti è un fiume il mio cuore
      Che scorre per incontrarti.
«Sono un poeta venuto d'altrove. La poesia ha un ruolo essenziale nella costruzione del mio pensiero, del mio essere, e della percezione che ho del mondo».
      Arrivo da un paese
      Dove il qui è altrove
      Dove ogni uomo trattiene in sé
      La memoria di un'isola
Lo scrittore insulare scrive anche opere di narrativa, tuttavia è abitato maggiormente dalla poesia che gli permette di scrivere laddove la narrativa non arriva, ossia l'indicibile, l’immediatezza, l’abbaglio, ed emozionarsi per ciò che va al di là del campo visivo. In questa raccolta non fluttuano soltanto le ombre dello sconforto. Anche l’amore diventa figura salvifica, accennata tra il reale e l’ideale.

Importanza fondamentale nella sua scrittura è il rigore stilistico – tra esuberanza e bellezza, evitando la tentazione dell’esotismo grazie ad un forte ancoraggio al reale – unito ad una estrema coerenza e naturalezza. Ringraziamo Watson Charles, poeta e cantore della fratellanza – finora mai tradotto in Italia – per averci affidato questi versi di grande forza evocativa e per la foga trascinante che li conduce.





*

Le soir fondait dans tes yeux
Ce que j’espère de toi n’est pas une vague
Mais ton silence
Qui me parlait tant de voyages
De ta souffrance et tes désirs
J’ai si longtemps espéré la mer dans tes seins nus
Que parfois je rature le jour dans les contours
De tes orgasmes
Et dans la déchirure aux pieds du matin
Non je n’oublierai pas
Mes fantômes
Mes peurs
Mes envies et mon pays
Oui je n’oublierai pas
Puisque partir est un leurre
Pour oublier soi-même
Une porte ouverte du néant
J’ai peut-être souffert et fait souffrir le temps
Mais la mer ce long tissage qui ronge mon cœur
Pour qu’un jour elle t’appartienne
Comme un fruit maudit


*

La sera si scioglieva nei tuoi occhi
Ciò che spero di te non è un'onda
Ma il tuo silenzio
Che tanto mi parlava di viaggi
Della tua sofferenza e dei desideri
Ho così a lungo agognato il mare attraverso i tuoi seni nudi
Che talvolta cancello il giorno nei contorni
Dei tuoi orgasmi
E nello strappo ai piedi del mattino
No non dimenticherò
I miei fantasmi
Le paure
Le voglie e il mio paese
Sì non dimenticherò
Poiché partire è un inganno
Per dimenticare se stessi
Una porta aperta sul niente
Forse ho sofferto e fatto soffrire il tempo
Ma il mare questo lungo canovaccio che mi rosicchia il cuore
Affinché un giorno ti appartenga
Come un frutto maledetto


*

Je t’écris pour te dire que mon cœur est une rivière
qui coule à ta rencontre. Et que chaque goutte est
un hymne à la terre, que chaque cri te dit la levée
du jour. Je t’écris comme ce vent qui passe et qui
m’emmène vers toi, pour te dire que mon cœur est
à la dérive des continents.


*

Ti scrivo per dirti è un fiume il mio cuore
che scorre per incontrarti. E che ogni goccia è
un inno alla terra, che ogni grido ti dice lo spuntare
del giorno. Ti scrivo come questo vento che va
e mi trascina verso di te, per dirti che il mio cuore è
alla deriva dei continenti.


*

Marche, marche
Le vent est ouvert à ton corps
Traversé. Tout cri est un mutisme
Qui mène à tes yeux
Chemin. J’aurais aimé te dire que mes pieds ont
Connu toute la poussière du monde.
Villes. J’ai marché, erré
Jusqu'à l’épuisement de ma chair
Pour vivre les merveilles qui naissent en toi
J’ai vu Sumer t’adorer
J’ai marché pour mourir à tes pieds


*

Cammina, cammina
Il vento è schiuso al tuo corpo
Attraversato. Ogni grido è un mutismo
Che porta ai tuoi occhi
Cammino. Avrei amato dirti che i miei piedi hanno
Conosciuto tutta la polvere del mondo.
Città. Ho camminato, errato
Fino allo sfinimento della mia carne
Per vivere le meraviglie che nascono in te
Ho visto Sumer adorarti
Ho camminato per morire ai tuoi piedi


*

Corps pour la montée des eaux
Et ton ciel à genoux comme le goût âcre
D’un ciel incendié
Je ne verrai plus mon pays
Tant que la nuit ne sera pas prostituée
Ma voix contre tout appel
Et des chemins aux colliers de joies
Ma voix chant de mer
Comme un émerveillement à la tombée du soir
La mer des Caraïbes est en moi
Et t’appartient jusqu'à ton épaule décapitée


*

Corpo per la salita delle acque
E il tuo cielo genuflesso comme l'aspro sapore
Di un cielo in fiamme
Non vedrò più il mio paese
Finché la notte non si sarà venduta
La mia voce contro ogni richiamo
E cammini dalle collane della gioia
La mia voce canto di mare
Come un meravigliarsi al tramonto
La notte dei Caraibi è dentro di me
E ti appartiene fino alla spalla decapitata


*

Au cœur du monde
Nous sommes des pèlerins solitaires
Abandonnés à nos ombres


*

Nel nucleo del mondo
Siamo pellegrini solinghi
in preda alle nostre ombre


*

Ton regard est un poème
Qui conduit à l’absence

Dans ce pays lointain
Les halos sont comme des doigts fins
J’ai vécu ton grand chaos
Comme une robe du soir
J’ai vécu et j’ai vécu en toi
Les promesses où les hommes
Sont des voyageurs portant leurs mémoires
Au fond de leurs yeux


*

Il tuo sguardo è una poesia
Che conduce all'assenza

In questo paese lontano
Gli aloni sono come dita sottili
Ho vissuto il tuo grande caos
Come un vestito della sera
Ho vissuto e ho vissuto in te
Le promesse dove gli uomini
Sono viaggiatori che portano le loro memorie
In fondo agli occhi


*

Il est dit que ton corps
Est une rumeur pour le goût des hommes

Vieux carcan épuisé jusqu'à la puanteur
Des cris qui ne savent que dire
Sinon la jouissance profane de tes jambes

J’ai vu tant de choses en toi
Sodome
Pigalle
La nuit plus claire que le jour
Où les bêtes se nourrissent du sac de ton corps


*

È detto che il tuo corpo
È un rumore per il gusto degli uomini

Vecchio giogo consumato fino al fetore
Grida che non sanno che dire
Fino al profano godimento delle tue gambe

Ho visto molte cose in te
Sodoma
Pigalle
La notte più chiara del giorno
Dove le bestie si nutrono del sacco del tuo corpo


*

Tu as vendu mon corps
Tel un cèdre
Dans nos rêves où chaque
Blessure est une brèche
Que ferions-nous Élise
Toi
Qui m’as offert cette bague
Comme une breloque
À la profondeur de tes yeux
J’ai vu rêver la terre
Peuplée de cailloux
D’anges maudits
Et de tous les peuples
Pleurant nos misères


*

Hai venduto il mio corpo
Simile a un cedro
Nei nostri sogni dove ogni
Ferita è una breccia
Che cosa faremmo Elisa
Tu
Che mi hai offerto questo anello
Come un ciondolo
Dalla profondità dei tuoi occhi
Ho visto sognare la terra
Popolata di sassi
Di angeli maledetti
E di tutti i popoli
Che piangono le nostre sciagure


*

C’est peut-être de toi
Que ce poème est né
De la mer ou des cendres de cigarettes

Les lampes rentrent dans ta nudité
Mais la germination des fleurs
A poussé d’autres regards

Les rues n’ont plus rien
Pour rire de nos scandales
Dit-on
Les Dame-Jeanne font des promesses à la terre
Mais nos cœurs sont encore en larmes


*

Forse proviene da te
La nascita di questa poesia
Dal mare o dalla cenere delle sigarette

Le lampade fanno parte della tua nudità
Ma la germinazione dei fiori
Ha spinto altri sguardi

Le strade non hanno più niente
Per ridere dei nostri scandali
Diciamo
Le damigiane rilasciano promesse alla terra
Ma i nostri cuori lacrimano ancora


*

Je t’ai offert les nuées
Car ici ton corps
Est mon premier voyage


*

Ti ho donato le nubi
Perché qui il tuo corpo
È il mio primo viaggio


*

Sur l’auvent des saisons
La pluie est traversière
Et sur le vieux chêne
Mon corps
N’est qu’un Dieu menteur


*

Sulla tettoia delle stagioni
La pioggia batte di traverso
E sull'antica quercia
Il mio corpo
Altro non è che un Dio ingannevole


*

J’ai suivi l’ombre
Jusqu’à ton coquillage

Mon sang séché
Froid comme ce linceul
Sur les fleurs

Je cherche
Dans la perplexité du verbe
Le froid de ton corps inachevé


*

Ho seguito l'ombra
Fino alla tua conchiglia

Il mio sangue prosciugato
Freddo come questo sudario
Sui fiori

Cerco
Nella perplessità del verbo
Il freddo del tuo corpo inconcluso


*

Nous sommes des fils
Que la terre a oubliés

Nous sommes
La nuit au désir de fleurs

Les arbres ont connu mon enfance
Jusqu'à nos villes mutilées

Madame

J’ai peur de vous dire
Les battements de mon cœur


*

Siamo i figli
Che la terra ha dimenticato

Siamo
La notte che brama i fiori

Gli alberi hanno saputo della mia infanzia
Fino alle nostre città mutilate

Signora

Ho paura di dirle
I sussulti del cuore


*

Je viens d’un pays
Où l’ici est ailleurs
Où chaque homme porte en soi
La mémoire d’une île


*

Arrivo da un paese
Dove il qui è altrove
Dove ogni uomo trattiene in sé
La memoria di un'isola

Da Le chant des marées (Il canto delle maree), Ed. unicité, 2018.


Traduzione dal francese di Viviane Ciampi




Watson Charles
Nato ad Haiti, il 22 novembre 1980, Watson Charles è poeta e scrittore. Nel 2003, dopo la maturità, frequenta la Scuola Normale Superiore di Port-au-Prince dove consegue la laurea in lettere moderne. Nel 2008, si iscrive al dipartimento di Sociologia alla facoltà di Etnologia, ma nel 2010 decide di dedicarsi alla scrittura.
Partecipa alla creazione delle edizioni Bas de Page lo stesso anno, e in collaborazione con Wébert Charles, pubblica Pour que la terre s’en souvienne, un libro omaggio alle vittime del terribile terremoto del 12 gennaio 2010 ad Haiti.
Vive a Parigi dal 2010. Dirige laboratori di scrittura al centro culturale Araka e al centro culturale Haiti-Brasile dove anima il cineclub Glauber Rocha. Ha pubblicato tre raccolte di poesia, e un libro di narrativa Le ciel sans boussole, Ed. Moires, marzo 2021. Ha partecipato a vari festival e rassegne poetiche in Francia e all'estero.

Da poco è uscito il suo primo romanzo: Le ciel sans boussole, Ed. Moires, Paris 2021

(Foto di Kokouvi Dzifa Galley)


vivianeciampi.poetry@gmail.com