FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 57
gennaio-aprile 2021

Oasi

 

NELL’OASI DI GHIACCIO
Enzia Verduchi, Groenlandia

di Alessio Brandolini



Pubblicato la prima volta nel 2018 in una plaquette autonoma Groenlandia è stato poi ripreso da Enzia Verduchi (messicana nata a Roma nel 1967) e inserito all’interno di un più vasto progetto poetico, ovvero nella bella raccolta Nanof uscita nel 2019 (Vaso Roto).
Qui sotto la traduzione di buona parte del poemetto in cui l’autrice parla della più grande isola del mondo situata tra l’oceano Atlantico del Nord e l’Oceano Artico, con la superficie terrestre ricoperta prevalentemente di ghiaccio e la maggior parte della popolazione concentrata sulla costa, in quei pochi fiordi privi di ghiacciai. In Groenlandia arrivarono i vichinghi nel X secolo però furono gli Inuit, giunti poco più tardi, che si adattarono al clima impervio dell’isola. Ma il viaggio poetico dell’autrice in questa enorme oasi di ghiaccio si estende anche ai poli, all’Artide nell’emisfero boreale della Terra, circostante il Polo Nord con il suo vasto Mar Glaciale Artico e all’Antartide, il continente collocato nell’emisfero australe, circostante il Polo Sud e agli antipodi dell’Artide, la zona più fredda e inospitale della Terra con temperature che scendono fin sotto gli 80°.

Nel poemetto si oscilla tra i due poli ma c’è la costante presenza di una luce tersa e accecante, il bianco mutevole del ghiaccio, l’acqua dolce che lentamente si mescola a quella salata dell’oceano, il vento che strofina la pelle del ghiaccio, la polverizza e la spinge lontano.
Brevi poesie si alternano a testi in prosa poetica, sempre secchi ed essenziali, con al centro la visione di Nuuk, la capitale della Groenlandia fondata nel 1728, la capitale più a Nord del mondo, dove si convive con il freddo e il gelido vento, eppure è “un nome che brucia” perché alimenta la fantasia: “a volte ricordo il candore di Nuuk, come se si potesse rimpiangere ciò che non si conosce”. Muta il colore e la consistenza del ghiaccio, si trovano risposte nelle sue venature che custodiscono strati di storia millenaria e di continue migrazioni e poi c’è l’affanno per le calotte che si restringono, per il disgelo delle estremità della Terra che tengono – per quanto tempo ancora? – il suo asse ben saldo. Nei versi di Enzia Verduchi si procede su terre ghiacciate, alle estremità del mondo, in sogni avvolti in un bianco accecante, in ciò che sfugge delle emozioni, poi si torna di nuovo in Groenlandia e il suo nome diventa una ferita, un lampo nella neve. Allora si procede controvento, qui dove le distanze si misurano in “sinik”, che vuol dire “sonni”, ovvero in quanti pernottamenti si fanno durante un viaggio. Si cerca la serenità nei pesci che silenziosi nuotano sotto l’aurora boreale e nell’acqua tracciano morbidi solchi, sollevano piccole onde fosforescenti. In Groenlandia, affascinati dagli iceberg che danzano sull’acqua come in un’antica e misteriosa cerimonia, si cerca il candore che possa accompagnarci nell’oscillazione dei giorni.



POESIE DI ENZIA VERDUCHI
da Groenlandia
Parentalia, Messico 2018


GROENLANDIA

ANTÍPODA

[ 1 ]

La Antártida es la antípoda de Groenlandia:
mientras en una es viernes, en la otra es sábado.
Sólo la noche media silenciosa
sosegada
sigilosa
pendular entre los polos.


ANTIPODI

[ 1 ] L’Antartide è agli antipodi dalla Groenlandia:
mentre in una parte è venerdì, nell’altra è sabato.
Solo la notte silenziosa
tranquilla
furtiva
oscillante tra i poli.


[ 2 ]

El color del hielo es dulce para un pez que respira en agua salada
y el nado del pez es ciego para el roce del viento sobre el hielo.
La luz horada la corteza, comunión de superficie y hondura:
ceremonia ignota de los temples.


[ 2 ]

Il colore del ghiaccio è dolce per un pesce che respira in acqua salata
e il nuotare del pesce è accecante per lo strofinio del vento sul ghiaccio.
La luce perfora la corteccia, comunione di superficie e profondità:
cerimonia ignota dei templi.


[ 3 ]

El viento solar ilumina la noche de los hemisferios:
Aurora polar, líneas invisibles
magnéticas
oleadas fosforescentes
sensualidad del frío sobre los surcos del cielo.


[ 3 ]

Il vento solare illumina la notte degli emisferi:
Aurora polare, linee invisibili
magnetiche
ondate fosforescenti
sensualità del freddo sui solchi del cielo.


[ 4 ]

La incandescencia flota en fragmentos sólidos sobre los mares,
intuye la forma incomprensible del agua.
Anuncia el deshielo en los extremos,
aislando en su larga singladura a las aves.


[ 4 ]

L’incandescenza fluttua in frammenti solidi sui mari,
intuisce la forma incomprensibile dell’acqua.
Annuncia il disgelo delle estremità,
isolando gli uccelli nel loro lunga rotta.


[ 5 ]

Si la piel del hielo se agrieta,
si la piel del viento se escarcha,
si las antípodas en su viejo eje se gastan
y la noche no es suficiente entre ambas,
resta el silencio, siempre.


[ 5 ]

Se la pelle del ghiaccio si rompe,
se la pelle del vento si ghiaccia,
se i poli del suo vecchio asse si consumano
e la notte non è sufficiente tra i due,
resta il silenzio, sempre.


GROENLANDIA

[ 1 ]

En los días recientes he pensado en Groenlandia. En los inuit y su lengua, trato inútilmente de pronunciar sus nombres. Leí que las distancias en Groenlandia se miden en sinik, en “sueños”, en el número de pernoctas que dura un viaje.

…por momentos, recuerdo la blancura de Nuuk, como si se pudiera añorar lo que no se conoce.


GROENLANDIA

[ 1 ]

Negli ultimi giorni ho pensato alla Groenlandia. Agli Inuit e alla loro lingua, cerco inutilmente di pronunciare i loro nomi. Ho letto che le distanze in Groenlandia si misurano in sinik, in “sonni”, nel numero di pernottamenti durante un viaggio.

...a volte ricordo il candore di Nuuk, come se si potesse rimpiangere ciò che non si conosce.


[ 2 ]

¿Y si Groenlandia no existe?, ¿si en realidad es un sueño?, ¿un pensamiento bajo cero para recordar la alquimia del agua? Entonces, ¿existo o soy parte del hielo?


[ 2 ]

E se la Groenlandia non esistesse?, se in realtà fosse un sogno? un pensiero sotto zero per ricordare l’alchimia dell’acqua? Quindi esisto o faccio parte del ghiaccio?


[ 3 ]

Todas las respuestas están en el hielo, en las vetas del hielo. Eres tan lejana, dilatada como la noche. Flotas inabarcable, lenta, hacia los polos ocultando tus misterios.

¿Qué existe debajo de tu estado sólido, del silencio compacto, de la densidad más ligera que el agua? Muero en el ardor de tu abrazo, en el deseo helado de tu caricia. Muero de ti / sin ti.


[ 3 ]

Tutte le risposte sono nel ghiaccio, nelle venature del ghiaccio. Sei lontana, dilatata come la notte. Fluttui inaccessibile, lenta, verso i poli che nascondono i tuoi misteri.

Cosa c’è sotto il tuo stato solido, il silenzio compatto, la densità più leggera dell’acqua? Muoio nell’ardore del tuo abbraccio, nel gelido desiderio della tua carezza. Muoio per te / senza di te.


[ 4 ]

Extraño lo que desconozco y no sé dónde encontrarlo. Las referencias geográficas no me son suficientes. Si yo pudiera tenerte, asirte, pero tu esencia inasible pesa más que mi nostalgia. Te desvaneces aún sin conocerte.


[ 4 ]

Mi manca ciò che non conosco e non so dove trovarlo. I riferimenti geografici non mi bastano. Se io potessi averti, afferrarti, ma la tua essenza imprendibile pesa più della mia nostalgia. Svanisci di nuovo senza conoscerti.


[ 5 ]

Tu nombre es un continente. Kalaallit Nunaa / Grønland. Tu nombre es una herida, una elipsis. Una isla entre el Atlántico y el Ártico. Tu nombre es el deseo, el olvido. Es la tundra, la corriente del Labrador. Tu nombre es un destello en la nieve. La bahía de Baffin y el estrecho de Davis. Tu nombre, arde.


[ 5 ]

Il tuo nome è un continente. Kalaallit Nunaa / Grønland. Il tuo nome è una ferita, un’orbita. Un’isola tra l’Atlantico e l’Artico. Il tuo nome è il desiderio, l’oblio. È la tundra, la corrente del Labrador. Il tuo nome è un lampo nella neve. La baia di Baffin e lo stretto di Davis. Il tuo nome, brucia.


Traduzione dallo spagnolo di Alessio Brandolini




Enzia Verduchi
è nata a Roma nel 1967 ma dall’età di cinque anni vive in Messico dove si è laureata in Giornalismo e Scienza della Comunicazione.
Nel 1992 ha ricevuto il Premio Nacional de Cuento Efraín Huerta. Ha collaborato a riviste e supplementi culturali messicani e internazionali. Ha pubblicato i libri di critica: 40º a la sombra (2013) e Los segundos y los días. Breviario sobre el temblor (2018) e le raccolte poetiche: Cartas de usurpación (1992), El bosque de la hormiga (2002), Groenlandia (Parentalia, 2018) e Nanof (Vaso Roto Ediciones, 2019). Suoi testi poetici sono stati tradotti e pubblicati all’estero.

(foto di Pascual Borzelli)

 

alexbrando@libero.it