FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 57
gennaio-aprile 2021

Oasi

 

ANTONIO PRAENA, STORIA DI UN’ANIMA

di Alessio Brandolini



Storia di un’anima [Historia de un alma] del poeta spagnolo Antonio Praena (1973) è un libro respingente ma singolare e necessario. Respingente perché con abilità riscostruisce, con i suoi versi affilati, storie di vita “immorale” dove l’autore prova a ricucire pensieri, gesti e sensazioni come in presa diretta, evitando commenti e giudizi etici, di personaggi lontani dal suo ambiente ma probabilmente dall’autore ben conosciuti e lo fa senza edulcorare le loro vite, protese al soddisfacimento dei propri impulsi. Il linguaggio poetico è, di conseguenza, brusco ed essenziale, talvolta persino pedante quando l’autore disquisisce di temi filosofici, per esempio su Socrate e Platone (quest’ultimo comunque, con il suo idealismo, sembra aver fallito).

Un libro necessario perché presenta con coerenza e abilità un tipo di poesia che analizza aspetti oscuri dell’esistenza umana, anche se in fondo noti a tutti: l’esaltazione dell’effimero e dell’eccesso; la menzogna e la truffa; il fascino del male e il cinismo; la ricerca di facili e sbrigativi rapporti sessuali; le feste a base di alcol e droghe; i giovani (e non solo ragazze) che si prostituiscono per comprarsi un vestito firmato; le persone ricche che sfruttano il “potere” dei soldi per divertirsi il più possibile, per sottomettere e umiliare gli altri; i frequentatori di club esclusivi e alla moda; la vita di coloro che vogliono sentirsi – foss’anche solo per qualche istante – vicini a Dio nel raggiungere il proprio piacere. È questa l’estasi?

Il libro, diviso in cinque parti, ha vinto come inedito la XXVII edizione del Premio di Poesia Jaime Gil de Biedema nel 2017 e lo stesso anno è stato pubblicato dalla casa editrice madrilena Visor. Il titolo Storia di un’anima è lo stesso di quello pubblicato (postumo) nel 1898 da Santa Teresa di Gesù Bambino (o di Lisieux), suora carmelitana francese morta a soli ventiquattro anni e che suggeriva la “piccola via”, ovvero un ridimensionamento del proprio ego per comprendere la grandezza di Dio, visto che poi la nostra vita è un istante tra due eternità. Prima però occorre scrutare la zona più sordida e nascosta dell’uomo (l’abisso) per ampliare l’aspettativa della redenzione, staccarsi da Dio ed entrare nell’animo umano (nei suoi aspetti più cupi e inaccessibili) per poi tornare all’amore di Dio con consapevolezza e totale abbandono. Anche il poeta deve avere il coraggio di esplorare non solo la bellezza ma anche l’orrore, la desolazione che lo circonda (Eliot). E poi, cos’è la bellezza senza l’armonia del corpo e dell’anima?

Di Antonio Praena ho curato nel 2017 l’antologia Tra cielo e terra (Edizioni Fili d’Aquilone) e questo suo nuovo libro resta nel solco di una poesia spirituale ma ben piantata nel quotidiano, nel sociale, in ciò che accade nei nostri giorni. Una poesia che non mente e non abbellisce la realtà, che con coraggio fruga nel torbido, in quei fiumi sporchi e profondi così simili alla vita. Qui le poesie realizzano nel loro insieme una specie di mappatura del piacere in una Madrid media alta ma che simboleggia e ricorda anche altre città più o meno simili, per esempio la Roma de La dolce vita di Federico Fellini e ancor più quella de La grande bellezza di Paolo Sorrentino (in un testo c’è un esplicito riferimento a questo film). Nel libro di Praena ci si sposta in continuazione, la sua è una poesia errante al termine della notte (Céline) e il lettore entra in scene dove i protagonisti appaiono come comparse di un film che non comprendono del tutto, in luoghi torbidi ma innevati di cocaina, rischiarati dall’oro che brilla e ubriaca.

Storia di un’anima è un libro complesso e articolato, con vasti riferimenti filosofici e letterari, biblici e teologici (l’autore oltre che poeta è anche teologo) che certo non si lascia amare a una prima lettura perché duro e appuntito e, come dicevo all’inizio, un po’ respingente per i temi trattati e la schiettezza eppure è un’opera notevole che mette in rilievo con precisone complesse realtà, con i suoi vuoti e suoi squallori. La poesia di Antonia Praena invita a scrutare tra le linee d’ombra dell’esistenza umana, a camminarci dentro affinché la luce, nel riemergere in superficie, sia autentica e risplenda con più intensità, e un po’ di forza interiore.




POESIE DI ANTONIO PRAENA
da Historia de un alma
Visor Libros, Spagna 2017


ÉXTASIS
      Para Juan Pablo Zapater

      Nam ad pulchritudinem tria requiruntur.
      Primo quidem, integritas sive perfectio.
      Et debita proportio sive consonantia. Et iterum claritas.

      SANTO TOMAS DE AQUINO

Extático es lo bello;
tan sólo quien se pierde le da alcance,
quien nada de sí mismo ya persigue
y en pura rendición encuentra el gozo
de no buscarse más que en lo que huye.
Porque allá de nosotros hay la noche,
y hay noche más allá de cada noche
cuando el cuerpo no es cuerpo en muchos cuerpos.
No aspiro a comprender este viaje
que no tiene retorno y que no acepta
tampoco un fin preciso al que guiarnos.
Vertical es vivir. Morir es vertical.
Y es esa la belleza —¿a quién le importa?—
que nos rompe y alumbra
violando nuestros quicios.
No hay tiempo que perder y no hay tampoco
destino que ganar: lo hermoso arde en su orden
y en su tiempo aniquila cualquier orden del tiempo.
No cabe perfección, medida o consonancia,
aunque siempre nos quede
la obscena claridad
que vemos traducida en esplendor, aunque es mentira:
es luz en la que huir de la luz misma.
Su forma de alcanzar luz más oscura.


ESTASI

      Per Juan Pablo Zapater

      Nam ad pulchritudinem tria requiruntur.
      Primo quidem, integritas sive perfectio.
      Et debita proportio sive consonantia. Et iterum claritas.

      SAN TOMMASO D’AQUINO (*)

Dà l’estasi quel ch’è bello;
solo chi si perde la raggiunge,
chi di sé più nulla insegue
e in pura resa trova la gioia
di non cercarsi se non in ciò che fugge.
Perché al di là di noi c’è la notte,
e c’è notte al di là di ogni notte
quando il corpo non è corpo tra molti corpi.
Non aspiro a comprendere questo viaggio
che non ha ritorno e non accetta
nemmeno un fine preciso che ci guidi.
Verticale è vivere. Morire è verticale.
Ed è questa la bellezza – a chi importa? –
che ci spezza e illumina
violando i nostri cardini.
Non c’è tempo da perdere e non c’è nemmeno
un destino da guadagnare: il bello arde nel suo ordine
e a suo tempo spazza via ogni ordine del tempo.
Non c’è perfezione, misura o consonanza,
anche se ci resta sempre
l’oscena chiarezza
che vediamo tradotta in splendore, anche se è menzogna:
è luce in cui fuggire dalla luce stessa.
Il suo modo di raggiungere luce più oscura.

(*) Per la bellezza infatti si richiedono tre doti. In primo luogo,
l’integrità o la perfezione. Poi la debita proporzione o l’armonia.
E di nuovo lo splendore.


COPIA CERTIFICADA

      Abbas Kiarostami
De entre todas tus voces
—piénsalo fríamente—,
esta que llamas tu existencia
tan sólo es el testigo más valioso
—por único y difícil—
de un verbo primordial mal conjugado.

No en vano la mentira tiene un precio
que crece y se cotiza con la ausencia
que la hace inaccesible y atestigua
su valor como arte.

Nuestra vida es la copia
de un texto original
que jamás ha existido.


COPIA COMFORME

      Abbas Kiarostami
Tra tutte le tue voci
– ragiona con freddezza –,
questa che chiami la tua esistenza
è solo il testimone più prezioso
– per quanto unico e difficile –
di un verbo primordiale mal coniugato.

Non invano la menzogna ha un prezzo
che cresce e viene quotata con l’assenza
che la rende inaccessibile e testimonia
il suo valore come arte.

La nostra vita è la copia
di un testo originale
che non è mai esistito.


RECRIMINACIÓN DE MANRIQUE

El muy hijo de puta
lo supo desde siempre,
aunque nunca lo dijo.
No porque van al mar los ríos son la vida,
sino porque son sucios y profundos.
Y no vuelven jamás hasta su origen.


LAMENTO DI MANRIQUE

Quel gran figlio di puttana
lo ha sempre saputo,
anche se non l’ha mai detto.
I fiumi non sono la vita perché vanno verso il mare,
ma perché sono sporchi e profondi.
E non tornano mai indietro


LA VIDA

Una novela destripada,
pues se sabe el final desde el principio:
todos mueren.

La salvan varias páginas de sexo
venosas, animales, desquiciadas
—solitarias o en grupo— con putas o travestis.
También es rescatable alguna entrega
de temita muy puro
en un piso de O’Donnell
al que llega un motero y del que sale
un tipo trajeado.
Se trata del protagonista,
que fue un chico estupendo
y ahora, a los cincuenta,
colecciona relojes y dirige
las inversiones culturales de algún banco.
Me gustan sus camisas y —seamos sinceros—
su identidad a nadie se le escapa,
pues conozco el final de esta novela
en la que yo también he muerto y lo disfruto
con fines de semana estimulados
y escapadas a Londres o Berlín para ver arte
y estar al día sobre mezclas
y prácticas muy guarras.
La última tendencia
consiste en fusionar novela y sexo
como videos privados en el móvil.
Por eso he aparcado lo remoto
y apenas casi sueño, ¿para qué,
disponiendo de un Iphone
donde es la luz efímera y eterna
como un dios que no es dios y nos permite
ser dueños de la vida recreando otro mundo?
Prodúcete a ti mismo.
Atrévete a saberte
más allá de tu alma.


LA VITA

Un romanzo sventrato,
perché fin dall’inizio si conosce il finale:
muoiono tutti.

Lo salvano varie pagine di sesso
venose, animalesche, squilibrate
– in solitaria o di gruppo – con puttane o travestiti.
Qualche fornitura la si può rimediare
un po’ di merce molto pura
in un appartamento di O’Donnell (*)
dove arriva un motociclista e dal quale esce
un tizio in giacca e cravatta.
Si tratta del protagonista,
che è stato un ragazzo fantastico
e ora, a cinquant’anni,
colleziona orologi e dirige
gli investimenti culturali di qualche banca.
Mi piacciono le sue camicie e – ammettiamolo –
la sua identità non sfugge a nessuno,
perché conosco il finale di questo romanzo
in cui anch’io sono morto e mi diverto
con eccitanti fine settimana
e scappatelle a Londra o Berlino per vedere arte
e stare al passo con le miscele
e attività parecchio sconce.
L’ultima tendenza
consiste nel fondere romanzo e sesso
come video privati sul cellulare.
Ecco perché ho parcheggiato molto lontano
e quasi sogno, per cosa?,
disponendo di un IPhone
dove la luce è effimera ed eterna
come un dio che non è dio e ci permette
di essere padroni della vita ricreando un altro mondo?
Produciti da solo.
Prova a conoscere te stesso
al di là della tua anima.

(*) Strada di Madrid in una zona medio-alta.


BLANDO

Porno de serie. Semejante
a las sillas de plástico
en las terrazas y jardines
de la felicidad de clase media.
Porno sin dosis de dureza, sin amor.
Para una estirpe cansada
de sus dioses hogaños.
Porno con filtros satinados
en las miradas y en los cuerpos.
Profesional hasta en el modo de besarse
ajeno a la lujuria y a la vida.
Como un arte sin nadie,
igual que un paraíso de escayola.

La historia de esta alma
es la historia de un alma sin historia.
Exactamente igual que el porno blando.


SOFT

Porno seriale. Simile
alle sedie di plastica
in terrazze e giardini
della felicità di classe media.
Porno senza dosi di tenacità, né amore.
Per una stirpe stanca
dei suoi dèi moderni.
Porno con filtri satinati
sugli sguardi e sui corpi.
Professionale anche nel modo di baciarsi
estraneo alla lussuria e alla vita.
Come un’arte senza qualcuno,
uguale a un paradiso di gesso.

La storia di quest’anima
è la storia di un’anima senza storia.
Esattamente come il porno soft.


ALMA

El secreto consiste
en agitar todo su cuerpo
hasta que se despierta lo más hondo:
un instinto animal,
una fuente cegada
que emerge hasta sus labios y sus dientes,
la yema de sus dedos y las uñas.

No es sólo mi camisa almidonada,
mi forma de fumar ni mis dos ojos
oscuros y felinos
levemente entornados y brillantes.
No es tampoco la fuerza
con la que agarro sus cinturas
y les muerdo en el cuello
mientras mi pierna toma sitio entre su falda.
No el bosque de mi pecho contra el suave
reclamo de sus lenguas, ni este trueno
de seda y de saliva penetrando
su noche con mi pálpito salobre.

Es algo más brutal y primigenio
que embiste carne adentro hasta ese abismo
donde la carne, simplemente,
desea no ser carne:
vuelvo el alma a sus cuerpos.


ANIMA

Il segreto consiste
nello scuotere tutto il suo corpo
fin quando non si sveglia ciò che sta in profondità:
un istinto animale,
una fonte cieca
che emerge fino alle sue labbra e ai suoi denti,
sulla punta delle dita e delle unghie.

Non è solo la mia camicia inamidata,
il mio modo di fumare né i miei due occhi
scuri e felini
leggermente socchiusi e brillanti.
Non è nemmeno la forza
con la quale afferro i loro fianchi
e le mordo sul collo
mentre la mia gamba prende posto tra la sua gonna.
Non il bosco del mio petto contro la morbida
richiesta delle loro lingue, né questo fulmine
di seta e di saliva che penetra
la sua notte con il mio salmastro presentimento.

È qualcosa di più brutale e primitivo
che caricasti carne all’interno fino a quell’abisso
dove la carne, semplicemente,
desidera non essere carne:
restituisco l’anima ai loro corpi.


GRAFITI

¿Quién sostiene este mundo?
No son los tipos como yo,
trajeados, erguidos y con clase.
Quizás esas mujeres con carritos de rafia
que son feas y gordas
y visten chaquetitas con pelusas.
Quizás las que consuelan los peores
25 minutos en la vida
de alguien que ignoramos:
“Dios es negra”
he visto en un grafiti sobre el muro
de un solar de desguace. Me he reído:
si vamos a ponernos trascendentes,
añadamos que es calva y que está en paro.
Ya lo dijo Aristóteles:
no siempre la verdad resulta bella.
Pero Aristóteles no existe.
Tan sólo es un consuelo de afligidos,
un invento de Grecia.


GRAFFITI

Chi regge questo mondo?
Non certo i tipi come me,
in giacca e cravatta, ben dritti e di classe.
Forse quelle donne coi carrelli della spesa
che sono brutte e grasse
e indossano giacche di peluche.
Forse quelle che consolano i peggiori
25 minuti nella vita
di qualcuno che ignoriamo:
Dio è negra
l’ho visto scritto sul muro
in un’area in demolizione. Ho riso:
se vogliamo diventare trascendentali,
aggiungiamo che è calva e disoccupata.
Già lo disse Aristotele:
non sempre la verità è bella.
Ma Aristotele non esiste.
È solo un conforto per gli afflitti,
un’invenzione della Grecia.


LA ALEGRÍA

¿Y si morir no nos entristeciera?
Ni Platón ni el cristianismo
hubieran sido necesarios.
La historia de Occidente se funda en la tristeza
que nos causa la muerte
de la que no sabemos nada
porque todo lo ocupa.
Yo elijo la alegría
no de vivir, que acaso es más estúpida,
sino de imaginar que todo esto
será olvidado para siempre,
que un día no será durante nunca,
que tampoco está siendo en este instante.


LA GIOIA

E se morire non ci addolorasse?
Né Platone né il cristianesimo
sarebbero stati necessari.
La storia dell’Occidente si fonda sulla tristezza
che ci causa la morte
di cui non sappiamo nulla
perché occupa ogni cosa.
Io scelgo la gioia
non di vivere, che forse è più stupida,
ma di immaginare che tutto questo
sarà per sempre dimenticato,
che un giorno non sarà nulla,
che nemmeno è qualcosa in questo istante.


SED

Buscas saciar esta nada
de una nada infinita
sintiendo que no es nada
y que es siempre insaciable.

Llegas a ningún sitio
sabiendo que el camino se ha borrado,
pues no hay nadie al origen
ni nadie a la llegada.

No intentas pronunciarlo,
pues no hay cuerpo que escuche
lo que nunca se dice
porque tampoco significa.

Y estar pleno de nada.
Y no saciarse nunca.


SETE

Cerchi di saziare questo nulla
con un nulla infinito
sentendo che non è nulla
e che è sempre insaziabile.

Non vai da nessuna parte
sapendo che il percorso è stato cancellato,
perché all’origine non c’è nessuno
né qualcuno all’arrivo.

Non stai cercando di pronunciarlo,
perché non c’è corpo che possa sentire
quello che mai si dice
perché non ha nemmeno un senso.

Ed essere pieni di niente.
E mai saziarsi.


POSTRIMERÍAS

Cuántas cosas perdidas
volverán a vivir con nuestra muerte.

El vuelo de los pájaros
que, en el último día de tu infancia,
detuviste en un verso
y ahí siguen, detenidos.

El amor y la fuerza
que tu amor y tu furia hicieron vanos.

La verdad de tus libros
letra a letra plagiados a la vida.

Y cuántas otras cosas que están muertas
y son, en realidad, las importantes,
vivirán para siempre en ellas mismas.

La flor que cada junio
visita tu jardín y, sin embargo,
jamás tuvo en tus manos la ternura
que merecen los fieles.

La esperanza que ahora
destierras de tu frente sin espinas
y sólo ha de brotar cuando, simiente,
aguarde en tu derrota y en tu tumba
—contra lo que tú mismo decretaste—
la mañana entre almendros
de la resurrección.


ULTIME FASI

Quante cose perse
torneranno a vivere con la nostra morte.

Il volo degli uccelli
che, nell’ultimo giorno della tua infanzia,
hai immortalato in un verso
e lì sono rimasti, immobili.

L’amore e la forza
che il tuo amore e la tua ira hanno reso vani.

La verità dei tuoi libri
lettera per lettera plagiati alla vita.

E quante altre cose sono morte
e sono, in realtà, quelle importanti,
vivranno per sempre in loro stesse.

Il fiore che sempre a giugno
visita il tuo giardino e, tuttavia,
non ha mai avuto nelle tue mani la tenerezza
che meritano i fedeli.

La speranza che ora
bandisci dalla tua fronte senza spine
e deve germogliare solo quando, semenza,
attende nella tua sconfitta e nella tua tomba
– contro quello che tu stesso hai decretato –
la mattina tra i mandorli
della resurrezione.

Traduzione dallo spagnolo di Alessio Brandolini




Antonio Praena
è nato a Purullena (vicino a Granada, Spagna) nel 1973. Ha pubblicato le raccolte poetiche: Humo verde (2003 - Accésit Premio Iberoamericano Víctor Jara), Poemas para mi hermana (2006 - Accésit Premio Adonáis), Actos de amor (2011, nuova edizione 2016 - Premio José Hierro), Yo he querido ser grúa muchas veces (2013, 2014 - Premio Tiflos).
È dottore in Teologia. Dal 2001 insegna alla Facoltà di Teologia di Valencia e nella stessa università affianca alla sua docenza accademica seminari su cinema, cultura e poesia contemporanea. Insegna alla Domuni Université (Pontifical University of Saint Thomas Aquinas, Roma) e presso l’Instituto Superior de Ciencias Religiosas di Valencia. Ha pubblicato opere di riflessione filosofica, estetica e teologica, così come articoli specializzati.
Nel 2017 ha vinto il Premio “Jaine Gil de Biedma” per l’opera Historia de un alma, pubblicata lo stesso anno dalla casa editrice Visor di Madrid. Il libro ha ricevuto anche il Premio de la Critica Andaluza e il Premio Valenciano de la Crítica.
Nel dicembre 2020 ha vinto il Premio Emilio Alarcos de Poesía con la raccolta poetica inedita Cuerpos de Cristo, che verrà pubblicata nel corso del 2021 dalla casa editrice madrilena Visor Libros.
In Italia è uscita l’antologia Tra cielo e terra (2017, Edizioni Fili d’Aquilone, a cura di Alessio Brandolini).

alexbrando@libero.it