FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 24
ottobre/dicembre 2011

Crisi

 

ANDARE ALL’ESSENZIALE
La poesia di Albane Gellé

di Viviane Ciampi




(Foto di Michel Durigneux)                 

La strada è disseminata di schegge di vetro, tanto vale cercare vie di fuga. «Scrivere / scrivere come se non restasse più null’altro» recita in un verso di qualche anno fa la poeta francese Albane Gellé, la quale non ha mai smesso di restare fedele al suo modo d’intendere la poesia pur vivendo con essa una storia d’amore appassionata e conflittuale. Con l’autrice – capace d’empatia tanto da prendere il punto di vista del suo cavallo – la parola galoppa senza ingombrarsi di peso eccessivo e in questa galoppata si mette all’ascolto di nuove percezioni, cerca nuovi nutrimenti. E torna in mente Louise Glück nella poesia Horse: «Cosa è l’animale / se non un passaggio fuori da questa vita?».
Nell’attesa, la vita vibra a frequenze inaspettate fracassando le pareti mentali in cui cataloghiamo il mondo. Il suo fare poetico (per niente lirico, piuttosto asciutto e composto di frammenti, dotato di personalissima sintassi) prende spunto dal quotidiano, dalle interrelazioni, e allora tutto può catturare l’attenzione, nell’esistere à bout de souffle ogni secondo, nelle «conversazioni senza rimedio», nella precarietà che accomuna gli esseri. E via allora alla danza delle cose che riempiono la vita: vasetti di yogurt, parcheggi, dittafoni, magnetofoni, videocamere. L’autrice coglie, recepisce e provoca non senza sfoderare un’ironia feroce: «perché non inventiamo qualcosa / che depenni sospenda i volti / cancelli le parole». Ma la tenerezza fa spesso capolino, infatti «la gente che conta è vicinissima / attorno a noi per forza». Nessun messaggio da trasmettere alle anime assonnate, dunque, nessun verbo sentenzioso, solo continui ma contenuti trasalimenti: l’intero universo di Albane Gellé si regge sulla vibrazione sonora, sulla respirazione in affanno o d’improvviso franta (e ciò si avverte nelle letture ad alta voce), sul filo dell’equilibrio tra turbamento e la singolarità della lingua che sta “mostrando” quel turbamento.




POESIE DI ALBANE GELLÉ


*

coeur galactique et nos nuages d'après-guerre
nous prononçons bientôt matin
et au galop ce qui résonne
plus d'embarras (enfin)
pour les cadeaux donnés reçus


*

cuore galattico e le nostre nuvole del dopoguerra
tra poco pronunziamo mattino
e al galoppo ciò che risuona
più disagio (finalmente)
per i regali dati ricevuti


*

au coeur le vaste
pressenti
plus loin que Terre
corps avec jambes tête coeur et mains
ou corps planète années lumière
aller-retour, nous fermons les yeux
et nous dansons dans un vertige
autour d’étoiles (inexpliquées)
est-ce qu’immobile reste possible


*

al cuore il vasto
intuito
più lontano che Terra
corpo con gambe testa cuore e mani
o corpo pianeta anni luce
andata ritorno, chiudiamo gli occhi
e danziamo in una vertigine
attorno a stelle (inspiegate)
sapere se immobile resta possibile


*

le vent rafales comme si traversant l'atmosphère
(ses bruits d'air cherchent passages)
je tu il nous très trop légers
et s'égratignent nos images de plantations
(quand même les arbres tombent meurent) *
puis
l'étonnement du calme (revenu)
et le retour galop de nos affolements

* Écho au titre de Jeanne Benameur :
Si même les arbres meurent


*

il vento folate come se attraversassero l’atmosfera
(i suoi rumori d’aria cercano passaggi)
io tu lui noi molto troppo leggeri
e si scorticano le nostre immagini di piantagioni
(quando anche gli alberi muoiono) *
poi
la meraviglia della quiete (ritornata)
e il ritorno galoppo dei nostri smarrimenti

* Riferimento al titolo di Jeanne Benameur:
Quando anche gli alberi muoiono


*

petites tables plateaux posés milieu d'un champ
en attendant nos légèretés et tous les fruits
je ne dors pas sur mon matelas
la forêt est traversée
de virgules et de dimanches
orpheline
en équilibre de tabouret
et une écharpe sur mes écailles


*

piccoli tavoli vassoi posati in mezzo a un campo
aspettando le nostre leggerezze e tutti i frutti
non dormo sul mio materasso
la foresta è attraversata
da virgole e da domeniche
orfana
in equilibrio di sgabello
e una sciarpa sulle mie scaglie


*

dans nos vaisseaux soleil clignote
je petite soeur d'un cheval
déterre bobines et des capuches
milliers cailloux autour d’une tasse de café
grande fatigue nous assouplit

rocher roulé


*

nei nostri vascelli lampeggia sole
io sorellina d’un cavallo
dissotterro bobine e cappucci
sassi a migliaia attorno a una tazza di caffè
grande fatica ci rende elastici

rotolante roccia


*

quelqu'un tourne les épouvantes
et nous filons, tapis volants
tandis que sur les routes
gravitent méduses
les accidents se continuent


*

qualcuno raggira gli spaventi
e noi filiamo, tappeti volanti
mentre sulle strade
gravitano meduse
si susseguono gli incidenti


*

camion tombé de mes épaules
en souvenir les mots avancent plantés de clous
à des allures de train de nuit
quelqu'un tourne capitaine un ami vient
joyeux ni triste
à la jumelle je vois des morts
et la dérive des continents


*

camion caduto dalle mie spalle
in ricordo le parole avanzano piantate di chiodi
con andature di treni notturni
qualcuno gira capitano un amico arriva
né allegro né triste
col binocolo vedo morti
e la deriva dei continenti


*

vagues grandissent
dans nos aquariums de baleines
je chante un peu et je te suis, la rue est longue
et l'air épais
poignets sans montre nous marchons


*

crescono flutti
nei nostri acquari di balene
canto un po’ e ti seguo, la strada è lunga
e spessa l’aria
polsi senza orologio camminiamo


*

il neige sur mon livre je suis debout
parmi des lettres chair et os à écrire par milliers
et des légumes à cuisiner
à la porte mes bottes (pas rangées)
un peu tombées je les relève


*

nevica sul mio libro sto in piedi
tra lettere carne e ossa migliaia da scrivere
e legumi da cucinare
sulla porta i miei stivali (non ordinati)
un po’ afflosciati li tiro su


*

sous les décombres mon autisme
l'été s'est cassé
têtu avec ses insolences
et nos serments naïfs d'ivrognes
un coquelicot en bord de route
résiste vertical
à la chaleur et au bruit
sans chemise ni pantalon tandis qu'en face
les montagnes reculent
à la maison sur le tiroir de mon bureau
et autre part et dans l'armoire
noeuds papillons accrochés durent


*

sotto le macerie il mio autismo
infranta l’estate
testarda con le sue insolenze
e i nostri giuramenti d’ingenui avvinazzati
un papavero s’un ciglio di strada
resiste verticale
al calore e al rumore
senza camicia né pantaloni mentre di fronte
indietreggiano i monti
a casa nel cassetto della mia scrivania
e in altro luogo e nell’armadio
cravatte a farfalla resistono appese


*

clefs sur la porte mes désordres
(pas de soeur Anne à l'horizon) des mots arrivent
avec un frottement de silex
je lance chaussures et les regrets
comme des chiens aboient reniflent
répondent vite
pas couchés malgré les ordres
j'écarte les bras toutes mes forces
à l'intérieur du crocodile


*

chiavi sulla porta i miei disordini
(nessuna sorella Anne * all’orizzonte) parole che arrivano
con uno sfregamento di silice
lancio scarpe e i rimpianti
come cani che abbaiano annusano
rispondono alla svelta
non sdraiati malgrado gli ordini
allargo le braccia tutte le mie forze
all’interno del coccodrillo

* Riferimento al personaggio della fiaba
Barbablù di Charles Perrault


*

épouvantails plantés solides
ne rentrent pas à la maison
midi et soir n'ont pas d'oreille
pour les boucans non plus de peau
oiseaux posés à même l'os


*

spaventapasseri ben piantati
non tornano a casa
mezzogiorno e sera non hanno orecchi
per il chiasso nessuna pelle
uccelli posati sull’osso stesso


*

à nos ancêtres roses trémières
nous gardons interrogatoire
sur nos fidèles séparations, recommencées au bout du jour
chiffons lapins à nos talons
rester d'aplomb mais quel travail
de cheval


*

ai nostri avi fiori di malvarosa
conserviamo interrogatorio
sulle nostre separazioni, ricominciate al calare del giorno
stracci conigli ai calcagni
restare di bronzo ma che lavoro
da cavallo


*

des kilomètres de poissons
pas capturés à la fenêtre j'ouvre barrage
et je m'occupe de la maison
contente seule accidentée
probablement beaucoup de chance
terre au plafond
même si du plus grand camélia
ne restent qu'épluchures d'orange


*

chilometri di pesci
non catturati alla finestra apro una diga
e rassetto la casa
contenta sola acciaccata
probabilmente molta fortuna
terra al soffitto
anche se della più bella delle camelie
altro non resta che buccia d’arancia


*

à reculons les souvenirs
dans nos valises tirées traîneaux
une pomme (de pacotille)
et la liste de nos anges :
penser à ajouter l'homme noir
sa noblesse et sa robe verte dans le métro vendredi soir


*

i ricordi all’indietro
nelle nostre valigie trascinate slitte
una mela (di cianfrusaglie)
e la lista dei nostri angeli:
pensare ad aggiustare l’uomo nero
la sua nobiltà e il suo vestito verde nel metrò venerdì sera


*

mon ventre globe a mis au monde
hirondelle cerise coccinelle trésors plein phare
du même côté de la rivière
pourquoi encore déménager
dit mon aimé poseur de banc


*

il mio ventre globo ha partorito
rondine ciliegia coccinella tesori abbaglianti
dallo stesso lato del fiume
perché ancora traslocare
dice il mio amato posatore di panchine


*

nous donnons à boire aux plantes
et quand
le jour se lève nous éteignons
la lumière électrique
nous épluchons
les mois d’hiver des mandarines
dehors inquiets depuis des lustres


*

dissetiamo le piante
e quando
si alza il giorno spegniamo
la luce elettrica
sbucciamo mandarini
nei mesi invernali
fuori inquieti da molto tempo


*

dans un abri nous conversons
avec des pierres, des musiques
le cerisier n’est pas tous les jours
dans sa saison de fleurs, nous sommes
des valseurs nous valsons


*

in un rifugio conversiamo
con pietre, musiche
il ciliegio non è tutti i giorni
nella sua stagione fiorita, siamo
ballerini di valzer, danziamo il valzer


*

sacoches sur nos épaules
jusqu’aux soirs chauve-souris
le long des plages
et devant les cabanes à lapins
nous portons des robes rouges


*

con gli zaini sulle spalle
fino alle sere pipistrello
lungo le spiagge
e davanti alle capanne per conigli
indossiamo rossi vestiti


*

nous ne sommes pas nomades
les bûches dans le jardin
sont alignées pour décembre
compagnie des souris
nous pensons
aux bateaux à prendre
et
aux lunettes égarées


*

non siamo nomadi
i ceppi nel giardino
sono allineati per dicembre
compagnia dei topi
pensiamo
ai battelli da prendere
e
agli occhiali smarriti


*

quelques dimanches nous rangeons
les chambres et les conversations
nous profitons aussi
du soleil
et cueillons des pâquerettes
sur les pelouses en pente


*

qualche domenica mettiamo in ordine
le camere e le conversazioni
approfittiamo anche
del sole
e raccogliamo pratoline
sui prati in pendio


*

sur la table salade verte
nous vidons les cendriers
sans le bruit ni les images
d’une télévision
nous choisissons les voix
qui entrent dans la cuisine
nous inventons des phrases


*

sul tavolo insalata verde
svuotiamo i posacenere
senza il rumore né le immagini
d’una televisione
scegliamo le voci
che entrano in cucina
inventiamo frasi


*

avec le bout du pied
nous jetons querelles
dans le caniveau, nous attendons
des trains dans de petites gares
en écoutant les recommandations
des uns des autres au revoir écris-moi
je te quitte mais je t’aime
tu me promets je te promets
nous
nous éloignons


*

con la punta del piede
buttiamo dispute
nello scolo, aspettiamo
treni nelle piccole stazioni
ascoltando raccomandazioni
degli uni degli altri ciao scrivimi
ti lascio ma ti amo
mi prometti ti prometto
ci
allontaniamo


*

avec les mots du dictionnaire
nous sommes lucioles, à bredouiller
des nostalgies, émus
de libérer nos poissons rouges
et persuadés que nous courons
en fleurs coupées peine perdue


*

con le parole del dizionario
siamo lucciole, da borbottare
nostalgie, commossi
di liberare i nostri pesci rossi
e persuasi che corriamo
da fiori recisi fatica sprecata


*

parmi maisons particulières nous décidons
sur un parking sans voiture
d’aller lancer des ricochets
un peu plus loin, et dans nos paumes
déjà caillou ira là-bas
au fond de l’eau nous savons bien
sous quelque voile de bateau


*

tra case private decidiamo
su un parcheggio senza macchina
d’andare a giocare a rimbalzello
un po’ più lontano, e nei palmi
già sasso andrà laggiù
in fondo all’acqua ben sappiamo
sotto qualche vela di nave


*

mais du sauvage, près des haies coupées carrées
qu’en faisons-nous, il faudrait
le traverser à pas de loup


*

ma che cosa facciamo, vicino alle siepi quadre sfrondate
dell’inselvatichito, lo si dovrebbe
attraversare a passi felpati


*

parmi des arbres debout ou morts
souvenirs nous reviennent
des leçons de solfège
en marchant vite
bouches cousues et souriantes
sommes-nous caduques


*

tra gli alberi in piedi o morti
ci tornano ricordi
lezioni di solfeggio
camminando in fretta
bocche cucite e sorridenti
caduchi siamo


*

nous creusons dans nos villes
et dans la peau de l’autre
chemisettes pulls de laine
quelques dizaines d’années
écorces dans les cheveux
traversant des forêts


*

scaviamo nelle nostre città
e nella pelle dell’altro
camicette pullover di lana
qualche decina d’anni
scorze nei capelli
attraversando foreste


*

un oiseau sa voix vive
sous un amour en or
nous ne sommes pas
des cerisiers


*

un uccello la sua voce viva
sotto un amore in oro
non siamo
ciliegi


*

nous secouons dans les saules
des édredons de très longtemps
leurs petites poussières
nous nous allongeons
verts et tremblants


*

scuotiamo nei salici
piumini d’un tempo lontanissimo
le loro piccole polveri
ci allunghiamo
verdi e tremanti


*

nous grimpons dans les branches
semaine et ciel rose et rouge
de là-haut nous cherchons
à reconnaître
les toits, les lacs
abrités
(sauf de la peur des chenilles)


*

saliamo tra i rami
settimana e cielo rosa e rosso
da lassù cerchiamo
di riconoscere
tetti, laghi
riparati
(tranne della paura dei bruchi)



Una decina di queste poesie hanno accompagnato la mostra fotografica Glissé amoureux di Camille Hervouet e Grégory Valton agli Herbiers nell’aprile 2011. L’insieme sarà pubblicato nel 2012 dalle edizioni Potentille sotto il titolo Nous valsons (danziamo il valzer).

Traduzione dal francese di Viviane Ciampi




ALBANE GELLÉ
poeta, scrittrice, saggista e organizzatrice di eventi culturali, è nata nel 1971 à Guérande e vive a Saumur. Laureata in lettere moderne all’Università di Nantes, nel 1999 scrive una tesi sulla poesia di Antoine Emaz. All’età di 19 anni incontra lo scopritore di talenti poetici Louis Dubost, nonché direttore delle edizioni Le dé bleu, il quale le consiglia di avvicinarsi alla Maison de la Poésie di Nantes. Dal 1991 al 1994 parteciperà all’organizzazione del Marché de la poésie di Nantes. Nel 1994, lascia la città per la campagna, a Oudon, dove organizza per diverso tempo laboratori di scrittura. Nel 2001, decide di scrivere a tempo pieno con molte incursioni nel mondo del teatro (per la scena e per la radio) e collabora con artisti. Ha ricevuto premi e borse di studio per la poesia. I suoi testi sono inseriti in antologie con editori quali Gallimard, Seghers ecc. Partecipa a trasmissioni radiofoniche di France-Culture (con André Velter, Arnaud Laporte).


OPERE POETICHE

  • A partir d’un doute, Ed. Voie Publique, Nantes, marzo 1993.
  • Hors du bocal, Ed. Le chat qui tousse, Cordemais, ottobre 1997.
  • En toutes circonstances, Ed. Le Dé Bleu – coll. jeunesse Farfadet Bleu – Chaillé sous les Ormeaux, ottobre 2001.
  • De père en fille, Ed. Le Chat Qui Tousse, Cordemais, ottobre 2001.
  • Un bruit de verre en elle, Ed. Inventaire-Invention, Paris, marzo 2002.
  • L’air libre, Ed. Le Dé Bleu, maggio 2002.
  • Aucun silence bien sûr, Ed. Le Dé Bleu, settembre 2002.
  • Quelques, Ed. Inventaire-Invention, primavera 2004.
  • Je te nous aime, Cheyne éditeur, agosto 2004.
  • Je, cheval, Ed. Jacques Brémond), giugno 2007.
  • BOUGé(E), Ed. du Seuil, collection Déplacements, febbraio 2009.


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