FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 18
aprile/giugno 2010

Aquiloni

 

GABRIEL SILVA, JUANA DE LESTONAC

di Carmen Leonor Ferro e Flavia Zibellini



Tutte le finestre danno su Juana de Lestonac,
eccetto una che dà sul cortile interno.

Da sempre sappiamo che la casa è il luogo dove convivono spazio, tempo e memoria e questo significa che in essa sono presenti gli elementi necessari per svelare i grandi misteri. I poeti, i fisici e i mistici lo sanno: la casa è corpo e pensiero, come scrive Gabriel Silva nel suo libro Juana de Lestonac, è “il corpo che abita l’abitante” o, per dirlo alla maniera dei fisici, la casa può trasformarsi sia dentro che fuori, sia in luce che in materia perché, in realtà, entrambe le entità sono identiche.

(Il suo modo di camminare
è elettricità)

Che la pianta della casa sia un circuito elettrico, che le forme, le strutture, i colori e le porte siano canali attraverso i quali corre l’elettricità o la luce, è come pensare che le pareti metalliche della casa siano recipienti di sostanza spirituale e che questa costruzione si illumini o si oscuri in base alle condizioni, per così dire, climatiche: “I giorni di pioggia sono papaveri che fioriscono nel suo pensiero”. Che la casa sia percorsa dall’elettricità ci fa percepire il passaggio della luce attraverso tutte le fessure.

La casa è sempre il riflesso del tuo pensiero precedente

Tornare al pensiero precedente è rivolgersi verso un’altra stanza, è fuggire dall’immagine dei papaveri elettrizzati del cortile interno; così, “la casa vive la propria fuga” come se fosse impossibile allontanarsi, evadere dalla materia, dalla sostanza, dal corpo. La casa trattiene, non è soltanto un contenitore, è piena di spazi elettrizzati collegati tra loro mediante la memoria ed il tempo.
E la paura è un antico abitante della casa o ancora meglio, precedente alla casa. Ti fa “correre per il parquet fino al pensiero precedente”.

Abitare una casa è precipitare nel futuro.

La necessità di uscire, di aggrapparsi a ciò che è reale e concreto, la necessità di fuggire dai papaveri elettrizzati, dalla paura e dal cortile interno, porta a trattenere se stessi, a viversi, a riempire un altro spazio, dove si deve costruire una nuova memoria, e lì qualcosa sembrerà precipitare inesorabilmente nel futuro.

Una casa distrutta
è il suo modo di camminare.

Anche la distruzione ha una propria immagine in queste strutture, in questi circuiti. La caduta, la discesa, la disintegrazione. C’è una costruzione che le contiene e le dà un nome: anche per le rovine c’è un alfabeto, una stanza, dentro la casa.

Carmen Leonor Ferro





*

        (Su manera de caminar
        es electricidad)
La casa es familiar
los pisos flotan y las luces permanecen
a su manera -vacías-
la casa es familiar
como las escaleras (peldaños en movimiento)
súbitamente se vuelven luz
y las ampolletas todas en el primer piso
parpadean
la casa es familiar
y el murmullo de otras habitaciones
las de su pensamiento:
horas frente a la ventana

que da al jardín interior


*

        (Il suo modo di camminare
        è elettricità)
La casa è conosciuta,
i pavimenti fluttuano e le luci permangono
a modo loro – vuote -
la casa è conosciuta,
come le scale (scale in movimento)
all’improvviso divengono luce
e le lampadine del primo piano
ammiccano.
La casa è conosciuta,
anche il bisbigliare delle altre stanze,
quelle del suo pensiero:
ore davanti alla finestra
che dà sul cortile interno.


*

        (Transfiere su energía
        de un cuerpo
        a otro cuerpo vacío)
Quien huye de la casa

quien sueña con puertas abiertas
de par en par
esconde una manera criminal de contenerse
la casa habita su propia huida
él sube por los peldaños
de la contención
su imagen - hojas electrizadas
del jardín interior -

sueña con puertas abiertas
para no ser incendiado por amapolas
habitar una casa
es caer en el futuro
toda destrucción
debe ser reinventada inmediatamente
derribada la simetría
cada pared se vuelve amarilla y conductora


*

        (trasmette la propria energia
        da un corpo
        ad un altro corpo vuoto)
Chi fugge di casa

Chi sogna porte spalancate
cela un modo crudele di trattenere se stesso,
la casa vive la propria fuga
egli sale le scale del trattenersi,
la sua immagine – fogli elettrizzati
del cortile interno.

Sogna porte aperte
per non venir bruciato dai papaveri,
abitare una casa
è precipitare nel futuro
Tutta la distruzione
deve essere ricostruita all’istante,
cancellata la simmetria
ogni parete diviene gialla e conduttrice.


*

El circuito eléctrico es el siguiente:
En el primer piso un living-comedor, una cocina,
un baño y la mesa servida.
En el segundo piso el dormitorio, un cuarto con
libros, la silla que gira y la obsesión. Un tercer
cuarto cerrado con llave (contiene muebles de la
dueña anterior -señora Ruby- no ha muerto, pero
sus muebles han muerto).
Todas las ventanas dan a Juana de Lestonac,
excepto una que da al jardín interior.
Para que haya corriente, las paredes deben
ser amarillas, el piso no debe mojarse y las
ventanas deben permanecer cerradas.


*

Il circuito elettrico è quanto segue:
Al primo piano una sala da pranzo, una cucina,
un bagno e la tavola apparecchiata.
Al secondo piano la camera da letto, una stanza
piena di libri, una sedia girevole e l’ossessione. Una terza
camera chiusa a chiave (che contiene i mobili della
proprietaria precedente – la signora Ruby – non è morta, ma
son morti i suoi mobili).
Tutte le finestre danno su Juana di Lestonac,
eccetto una che dà sul cortile interno.
Perché ci sia corrente, le pareti devono
essere gialle, il pavimento non deve bagnarsi e le
finestre devono rimanere chiuse.


*

Quienes deseen salir de símismos
deben apedrear
las ventanas de sus casas
dejar que los vidrios revienten en la calle
y se expandan
prender fuego a las puertas
e incendiar los pensamientos
no huir corriendo
seguros de permanecer con vida
sino quedarse en los pasillos
envueltos en frazadas
hay que gritar con fuerza
a las ampolletas
y con un martillo romper
todos los enchufes
la casa debe ser destruida
desde su interior.


*

Chi desidera evadere da se stesso
deve distruggere a sassate
le finestre di casa sua,
lasciare che i vetri si infrangano per strada
e si spargano.
Che dia fuoco alle porte
e incendi i pensieri,
non fugga correndo
certo di rimanere in vita,
piuttosto si fermi sulle scale
avvolto in coperte,
gridi con forza
contro le lampadine
e spacchi con un martello
tutte le prese di corrente:
la casa deve essere distrutta
dal suo interno.


Le poesie proposte sono tratte dal libro Juana de Lestonac, pubblicato nel 2006 per l’editore spagnolo Dilema.


Traduzione dallo spagnolo di Flavia Zibellini




Il poeta cileno Gabriel Silva è nato a Santiago nel 1974 ed è ingegnere. Borsista della Fondazione Neruda nel 1996. Ha ottenuto una menzione onorifica al secondo concorso iberoamericano della poesia del 2004, del Comune di Temuco, nell’ambito del Centenario della nascita di Pablo Neruda. Inserito nell’antologia Cantici. Nuove voci della poesia cilena (LOM edizioni 2004). Ha pubblicato la raccolta poetica Nùmeros de Reo (Santiago, Calabaza del Diablo, 2004).


 

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