FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 15
luglio/settembre 2009

In cornice

 

LE MUSÉE IMAGINAIRE DE MARCEL PROUST

di Gabriella Alù



È con vero entusiasmo che oggi voglio parlare di questo splendido e utilissimo libro, irrinunciabile per tutti coloro che amano À la recherche du temps perdu, l'immensa opera di Marcel Proust.
Ecco finalmente realizzato qualcosa che tutti i proustiani hanno da sempre desiderato: un'opera che elencasse e riproducesse le opere d'arte figurative che Proust cita o di cui parla nella RTP.
Ecco un'opera la cui realizzazione ho sempre sognato, sin dagli ormai lontanissimi tempi in cui, a diciotto anni, lessi per la prima volta Alla ricerca del tempo perduto.
Un'opera che se fosse esistita prima mi avrebbe evitato ore e ore di ricerche su libri e soprattutto su Internet per scovare e visualizzare i dipinti di cui parla Proust.

Il merito è di un pittore e critico d'arte americano, Eric Karpeles, che ha pubblicato presso la casa editrice Thames & Hudson (in francese, ma per coloro che preferiscono l'inglese esiste l'edizione originale americana) questo Le musée imaginaire de Marcel Proust.
Il lavoro che ha realizzato Karpeles è davvero monumentale, perchè ne Alla ricerca del tempo perduto sono evocate, citate, descritte più di 200 opere d'arte di più di cento artisti.

Eric Karpeles le ha meticolosamente rintracciate una per una, le descrive e le riproduce di volta in volta nella pagina destra del volume, mentre nella pagina sinistra colloca il testo estratto dalla RTP con l'indicazione del contesto nel quale il dipinto appare.
La stuttura del volume è molto intelligente nella sua semplicità: il libro è diviso in capitoli, ciascuno dei quali corrisponde a un volume della Recherche. Subito dopo l'introduzione abbiamo dunque il capitolo dedicato a Du côté de chez Swann, poi quello per À l'ombre des jeunes filles en fleur e così via.
Le opere d'arte vengono riprodotte e commentate nell'ordine esatto in cui compaiono nel testo della RTP ("in ordine di apparizione", potremmo dire).
Il primo dipinto citato nella Recherche è di Corot. L'ultimo di Chardin.
In appendice al volume - molto elegante, in carta patinata e con ottime riproduzioni - troviamo anche un ricco apparato di note e un comodo indice analitico alfabetico di tutti gli artisti citati.
Nella lunga e densa prefazione/saggio, Karpeles analizza con molta finezza i rapporti tra Proust e la pittura.

Come i lettori di Proust sanno, nella RTP le tre grandi arti sono rappresentati da tre personaggi emblematici. La musica da Vinteuil (e la sua celebre Sonata), la letteratura dal romanziere Bergotte e la pittura da Elstir.
Se il personaggio di Vinteuil è fortemente ispirato a César Franck, e se quello di Bergotte ha molte delle caratteristiche di Anatole France, il personaggio del pittore Elstir è frutto di parecchie influenze. Eric Karpeles rintraccia in Elstir le caratteristiche dei pittori che Proust amava, tra cui Gustave Moreau, Degas, Turner, Renoir, Monet, Vuillard. Qualche esempio: il quadro di Elstir che rappresenta un mazzo di asparagi esisteva nella realtà, ed era stato dipinto da Manet. Ma altri moltissimi esempi sarebbe possibile citare.
Più in generale, quando si evocano i legami tra Proust e la pittura, si pensa subito al celeberrimo "petit pan de mur jaune" ("la piccola ala di muro gialla") della Veduta di Delft di Vermeer esposta al Mauritshuis dell'Aja. Nel romanzo, quando il quadro viene esposto temporaneamente a Parigi, lo scrittore Bergotte, benché molto malato, vuole a tutti i costi recarsi a vederlo. Bergotte muore davanti al dipinto ripetendo: "Petit pan de mur jaune avec un auvent, petit pan de mur jaune."

Proust conosceva molto bene la storia dell' arte ed era un assiduo frequentatore dei musei parigini, specialmente del Louvre. Adorava i musei, mentre da casa sua aveva bandito le riproduzioni. Le pareti della sua stanza di asmatico erano nude.

Grâce à l'art, au lieu de voir un seul monde, le nôtre, nous le voyons se multiplier, et autant qu'il y a d'artistes originaux, autant nous avons de mondes à notre disposition

(Grazie all'arte, invece di vedere un solo mondo, il nostro, lo vediamo moltiplicarsi, e finché ci saranno artisti originali, noi avremo parecchi mondi a disposizione), scrive Proust (Le temps retrouvé).

Tra i suoi pittori preferiti c'erano Mantegna, Carpaccio, Giotto, Rembrandt, Tiziano, Chardin del quale amava la maniera di trascendere l'ordinario, il quotidiano: bicchieri, frutta, oggetti umili che rinviano all'essenza, proprio come nella RTP la madeleine o il ciottolo ineguale di un pavimento. Ma forse il suo pittore preferito in assoluto era proprio Vermeer, e questo in un'epoca in cui il pittore olandese non era ancora così famoso e celebrato come lo è oggi.
La conclusione cui giunge Karpeles è che "Vermeer e la morte di Bergotte esprimono il credo fondamentale di Proust secondo cui la vita è nulla e l'arte è tutto".

Nel suo amore per l'arte, Proust aveva seguito per molto tempo con passione John Ruskin (aveva persino tradotto in francese, lui che conosceva pochissimo l'inglese, alcuni testi del grande critico d'arte britannico) ma poi se ne era distaccato, criticando l'idolatria di Ruskin per una bellezza che Proust considerava superficiale: "Il grande critico non è stato in grado che di vedere le seducenti meraviglie del mondo esteriore che distraggono dalle verità necessarie che esse in realtà dissimulano"
La pittura serviva anche, a Proust, come oggetto transazionale, nel senso psicoanalitico del termine, tra il mondo interiore affettivo e il mondo esterno reale.
Nel suo libro Karpeles mostra la varietà, la complessità dello sguardo di Proust e il risultato è un libro utilissimo e appassionante sia per quanto riguarda l'arte che la letteratura.


Eric Karpeles, Le musée imaginaire de Marcel Proust. Tous les tableaux de À la recherche du temps perdu (tit. orig. Paintings of Proust: A Visual Companion to In Search of Lost Time), traduz. dall'inglese al francese di Pierre Saint-Jean, p. 352, 206 illustrazioni di cui 196 a colori, Thames & Hudson, 2009.


(L'articolo originale è nel blog di Gabriella Alù: nonsoloproust.splinder.com)


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