FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 12
ottobre/dicembre 2008

Suoni di versi

LA VOCE DELLA TERRA

di Elvio Cipollone


Rumors


È il tempo della distruzione.
Nelle borse di tutto il mondo si dilapidano ricchezze immense al semplice colpo d’un martelletto. Fortune accumulate non importa come, con sagace perseveranza o con furba malafede, con intuito rampante o con frode delittuosa, svaniscono con un fragore mediatico che ne amplifica il dramma.
Nell’economia reale si distruggono imprese, capacità, lavoro come se una maledizione divina avesse deciso di scaricarsi contro l’attività umana col recondito fine di scardinare un meccanismo così consolidato da richiedere crolli frane rovine.
Si inaridiscono le conoscenze disperdendo con furia devastatrice chiunque le coltivi, studenti ricercatori professori, affinché nessuno più possa rivelare alle donne e agli uomini di questo pianeta dove stanno le colpe, dove si nascondono gli sciacalli, quale sia il trucco che li porta ad applaudire gli stessi responsabili del terremoto.
Si consumano in una miope orgia risorse naturali accumulate in milioni e miliardi di anni bruciando petrolio, dando fuoco a foreste, desertificando intere aree geografiche, cementificando i terreni, ostruendo i corsi dei fiumi nella stupida presunzione di strapotere suicida. Si alterano equilibri biblici tra le acque e le terre, tra i venti e le correnti marine, tra le stesse specie viventi senza che un solo punto interrogativo sorga ad arginare la furia che si è impadronita del genere umano e che lo porterà all’estinzione se non sarà capace di forgiare la spada nuova che l’abbatta.

Ma quello che più mi dispiace è che hanno sopraffatto il silenzio.
Il dolce silenzio fa male all’uomo distruttore, non lo sopporta e gli ha dichiarato una guerra totale.
Ecco allora le sirene dei potenti, i motori degli sbruffoni, gli altoparlanti dei prepotenti, lo scarpiccio irritante dell’inquilino di sopra, l’assordante baldoria pubblicitaria, i fuochi artificiali del palazzo vicino, la banale arringa del leader, il vanitoso ruggito del leone e l’odiosa risata delle iene.
È così che ho deciso di esiliare il silenzio in luoghi reconditi. Lo terrò nascosto agli uomini fino a che non torneranno a cercarlo.

 

elcip@libero.it