FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 11
luglio/settembre 2008

Generazioni

IL CICLO DELLE FIAMME DEL POETA
ANTÔNIO LÁZARO DE ALMEIDA PRADO

a cura di Vera Lúcia de Oliveira



Antônio Lázaro de Almeida Prado, nato a Piracicaba, nella regione di San Paolo, nel 1925, noto studioso e critico letterario, ha insegnato a lungo nella Faculdade de Letras e Ciências de Assis (Universidade Estadual Paulista), dove era cattedratico di Teoria della Letteratura e di Letteratura Comparata. Oggi, professore emerito, continua a collaborare con riviste scientifiche nazionali e internazionali, viaggia per conferenze e corsi sulla poesia e sulla letteratura e si dedica al giornalismo, attività con la quale si onora di aver iniziato la carriera nel mondo delle lettere, nel 1944.
Se conoscevamo bene l’opera dell’eminente studioso di letteratura, lo stesso non si poteva dire a proposito del poeta Almeida Prado, sempre restio a rendere pubblici i suoi testi. Attento nel cogliere voci rare e capolavori di trascurati o semisconosciuti poeti - immancabilmente riscoperti poi dal pubblico e dalla critica - per quanto riguarda la sua produzione è stato sempre eccessivamente discreto. Chi ha avuto la fortuna di averlo come professore, come me, poteva solo supporre e immaginare meraviglie di poesie nascoste, vista la competenza con cui maneggiava le parole e la passione con la quale si dedicava alla letteratura, non al modo dei cupi e severi maestri che pontificavano dall’alto della cattedra, ma con il trasporto, il sentimento di tenerezza appena intuito in ogni parola e gesto, il vigore e l’entusiasmo con cui ci spalancava finestre di luce sulla vita. Una delle sue passioni era, ed è, il poeta Murilo Mendes, che indicava come uno dei più grandi lirici di lingua portoghese, in tempi in cui nessuno più lo nominava in Brasile, visto che Murilo da anni si era trasferito in Italia. Si veda, a tale proposito, la poesia “Ave, Murilo!”, in cui il grande lirico è affettuosamente apostrofato come il “fratello risorto e trionfante”, ora che è stato finalmente “riscoperto” e la sua opera è fra le più amate e apprezzate anche dai più giovani, tanto in Brasile come all’estero:

    Ave, Murilo, os que somos
    Adiados da Morte e (provisórias)
    Vitualhas da cárie ruminante,
    Invejosos de ti, ora saudamos
    Em teu verbo, imune à entropia,
    O irmão ressurrecto e triunfante.
    1

    Ave, Murilo, noi che siamo
    Rimandati dalla Morte e (provvisorie)
    Vettovaglie della carie ruminante,
    Invidiosi di te, ora salutiamo
    Nel tuo verbo, immune all’entropia,
    Il fratello risorto e trionfante.

Con Ciclo das chamas e outros poemas [Ciclo delle fiamme e altre poesie], la prima raccolta poetica finalmente data alle stampe nel 2005, possiamo dire che le nostre attese sono state tutte ripagate. Almeida Prado condivide con noi il suo ricco universo lirico, fatto di parole - come suggerito nel titolo - intense e infiammate, che rivelano ancora e sempre l’uomo che non ha fatto mai nulla senza impegno, slancio e dedizione: “O mundo vale, Amor, só quando amamos / E tudo quanto é amor vale este mundo” [Il mondo vale, Amore, solo quando amiamo / E tutto quanto è amore vale questo mondo].
Tutto il libro è pervaso dall’impeto della fiamma, del fuoco fugace e intenso che è una metafora della vita e dell’amore. Con parole accese e allo stesso tempo calibrate, di chi controlla il furore dell’incendio, il poeta tenta di sottrarre alla cancellazione del tempo l’attimo bello e breve in cui la notte si accende di calore e luce e noi vediamo le cose nella loro immanenza, nella loro prodigiosa presenza. Ogni testo è una laudatio alla vita, un novello Cantico delle Creature di chi si ribella al disamore diffuso, al disprezzo della natura, alla violenza dei comportamenti e ha ancora lo stesso stupore che portò Francesco d’Assisi a cantare le cose del mondo perché sono, prima di tutto, belle.
In versi che sono una dichiarazione di poetica ma anche un’emozionata testimonianza di vita, Almeida Prado afferma:

    Nasci para saber o bem da vida,
    O humilde florescer das alvoradas,
    O perfume discreto da água pura.

    Nasci para ousar fazer-me amado
    E amar demais, com este modo exato
    De, vivendo de amor, morrer amando...
    2

    Nacqui per sapere il bene della vita,
    L’umile fiorire delle aurore,
    Il profumo discreto dell’acqua pura.

    Nacqui per osare essere amato
    E amare in eccesso, con questo modo esatto
    Di, vivendo d’amore, morire amando…

Al modo di una antica lauda (si noti l’uso di alcuni termini insoliti e dissueti), il poeta canta l’esistenza e non è un caso l’epigrafe di Jacopone da Todi in uno dei testi esemplari del libro, “Esse inquietante rastro…”, in cui c’è una francescana accettazione anche della morte, sorella della vita, poiché “Para viver nascemos, mas a aurora / Supõe a combustão do provisório…” [Per vivere nasciamo, ma l’aurora / Suppone la combustione del provvisorio...].
Se ha l’intensità del lampo, la parola di Almeida Prado ha anche la forza di imprimersi come un antico e nuovo inno d’amore alla vita e alla poesia, capace – come la sua – di cogliere la fiamma nel suo fragile fulgore. Conferma di ciò sono le poesie che abbiamo scelto di tradurre e di presentare qui, tratte dalla raccolta Ciclo das chamas e outros poemas e da una raccolta inedita che uscirà fra poco, Lúcido sonho, testo ricco e vario che conferma, se ce ne fosse bisogno, le qualità del poeta e la generosità dell’uomo e dell’intellettuale. È il nostro modo di rendere omaggio a questo grande divulgatore della poesia italiana in Brasile, in occasione del suo viaggio in Italia e della sua partecipazione all’edizione del 2008 del Festival Internazionale di Poesia di Genova.



1Antônio Lázaro de Almeida Prado, Ciclo das chamas e outros poemas, Ateliê Editorial, São Paulo, 2005, p. 25.

2“Sonata de amor”, ivi, p. 167.




POESIE DI ANTÔNIO LÁZARO DE ALMEIDA PRADO



SABER, SABOR…

Tudo me sabe a chama,
Tudo me chama e sabe
A textura, subtil,
A secreto vislumbre,
A gosto de perfumes,
A deslumbrante apelo
De ritmos nascentes...


SAPERE, SAPORE…

Tutto mi sa di fiamma,
Tutto mi chiama e sa
Di tessitura, sottile,
Di segreto barlume,
Di gusto di profumi,
Di sfolgorante appello
Di ritmi nascenti…


POEMA: EVA

Do osso de meus ossos
Liquefeito
Da carne de meu ser
Compendiado
Vênus de carne e osso
(Ah! Botticelli…)
Meu poema procede

Do núcleo de meu sono
Retirado
Do cerne de meu sonho
Recolhido
Forma, precioso parto
Adâmico...

E fui pai e fui filho
Em gênese
E gerei a que gera,
Construída
Do sopro de meus sopro
Do osso de meus ossos
Da luz de meu viver:
Poesia...


POEMA: EVA

Dall’osso delle mie ossa
Liquefatto
Dalla carne del mio essere
Compendiato
Venere di carne e osso
(Ah! Botticelli…)
Il mio poema proviene

Dal nucleo del mio sonno
Estratto
Dal nocciolo del mio sogno
Raccolto
Forma, prezioso parto
Adamico…

E fui padre e fui figlio
In genesi
E generai colei che genera,
Costruita
Di soffio del mio soffio
Di osso delle mia ossa
Di luce del mio vivere:
Poesia…


DEFINIDO INDEFINIDO

Para T.                 

Estás e és. E isto é tudo:
Veludo e mel, céu resumido,
Fogo de amor, vivo e exercido.


DEFINITO INDEFINITO

Per T.                 

Stai e sei. E questo è tutto:
Velluto e miele, cielo riassunto,
Fuoco d’amore, vivo e vissuto.


NÃO DEFINAS TEU CANTO

Multivalente encanto de meu canto,
Não te confines a confins precários,
Mas acopla e reúne os sensos vários
Do verso e do reverso de meu pranto...


NON DEFINIRE IL TUO CANTO

Multivalente incanto del mio canto,
Non confinarti in precari confini
Ma raduna e riunisci i vari sensi
Del verso e del rovescio del mio pianto…


CONSTRUÇÃO DA VIDA

Tropeço nos meus sonhos e flutuo,
Ave em busca de pouso momentâneo,
Esse espaço (tão mágico) construo
Para breve repouso, sucedâneo
Do infinito descanso do futuro.
E, trôpego de espanto e ousadia,
Em arrojo de pássaro liberto
Enfrento o desafio deste incerto
Roteiro de meu sonho e de meu dia.


COSTRUZIONE DELLA VITA

Inciampo nei miei sogni e fluttuo,
Uccello in cerca di porto momentaneo.
Edifico questo spazio (così magico)
Per un breve riposo, succedaneo
Dell’infinito alloggio del futuro.
E, tremante di audacia e stupore,
Con slancio di uccello liberato
Affronto la sfida di questo incerto
Tragitto del mio sogno e del mio giorno.

(testo inedito)


CALIDOSCÓPICO

Giram perto dos olhos neste túnel
Rosáceas e vitrais imaginários.
Rolam formas nascentes e cambiantes,
Universos pulsantes, mundos vários,
Em fluxos de figuras inconstantes,
No fascínio encantado dos instantes.


CALEIDOSCOPIO

Girano vicino agli occhi in questo tunnel
Rosacee e vetrate immaginarie.
Ruotano forme nascenti e cangianti,
Universi pulsanti, mondi vari,
In flussi di figure incostanti,
Nel fascino incantato degli istanti.

(testo inedito)


PER IL PROPRIO COMPLEANNO

Ora che sei all’ottantesimo anno,
Guarda in faccia il compito segreto
Degli anni vissuti, quale tempo scontato.
Non potrai allontanare il previsibile
Limite dei resoconti e del bilancio.
Non perdere la calma: non si guasta
Quel che l’amore ha fatto sorgere
E mantenersi. Ed è solo questo
Che conta e importa nel finir del tempo.

(testo inedito, scritto dal poeta in italiano)


IGUAL A NINGUÉM

No corpo, o sinal preciso
De inconfundível perfume.
No gesto, a marca patente
De teu ritmo exclusivo
Na boca, este raro gosto
De caju e de pitanga.
No andar, todas as ondas
Sintetizadas na onda...
Digital dos sonhos na alma
A que tenho acesso livre,
Mas com uma chave sem réplicas...
Eis teu corpo enflorescente
Nas matrizes do poema:
Raro, único, exclusivo...


COME NESSUNA

Nel corpo, il segno preciso
D’inconfondibile profumo.
Nel gesto, la marca patente
Del tuo ritmo esclusivo
Nella bocca, il raro gusto
Di acagiù e di lampone.
Nel muoversi, tutte le onde
Sintetizzate in un’onda…
Impronta di sogni nell’anima
A cui ho libero accesso
Ma con una chiave senza copie…
Ecco il tuo corpo che sboccia
Nelle matrici del poema:
Raro, unico, esclusivo…

(testo inedito)


ELE SE VAI…

Ao amigo José Nazareno Mimessi

Ele se vai ao encontro de paisagens,
Quais sua alma de escol jamais sonhara...
Ele se vai ao encontro da beleza
Que em terra perseguiu e agora alcança
Ele se vai, com a alma generosa
Que tudo deu de si, julgando pouco,
Repartindo seus sonhos e poesias,
Seus quadros, seus estudos, seu sorriso,
E a desmedida alma de criança...


LUI SE NE VA…

All’amico José Nazareno Mimessi

Lui se ne va all’incontro di paesaggi,
Come l’anima fine mai avrebbe sognato…
Lui se ne va all’incontro della bellezza
Che in terra ha perseguito e ora raggiunge
Lui se ne va, con l’anima generosa
Di chi tutto ha dato di sé, credendo poco,
Dividendo i suoi sogni e le poesie,
I suoi quadri, i suoi studi, il suo sorriso,
E la smisurata anima di bambino…

(testo inedito)


CONSTRUÇÃO

Envolver o Mundo
Em abraço estreito
Como se meu peito
Com vigor fecundo
Fosse todo feito
Só para esse efeito
De um amor profundo.

Abraçar a Vida
Com total ternura
Como se de pura
Luz impressentida
Fosse a tessitura
(sem taxa ou usura)
por todos fruída.

Construir a Terra
Sementeira farta
Que o pão reparta
Onde não se encerra
Onde não se enterra
Fruto, ciência ou carta,
Como quem se aparta.

Entoar um Canto
Alegre, jocundo:
Bem, de todo mundo
Bem, que não se oculta
Bem, que não insulta
Bem, que não se enterra
Mas que abraça a Terra.


COSTRUZIONE

Avvolgere il Mondo
Nell’abbraccio stretto
Come se il mio petto
Con vigore fecondo
Fosse fatto intero
Solo per l’effetto
Di un amore profondo.

Abbracciare la Vita
Con tanta premura
Come se di pura
Luce non prevista
Fosse la tessitura
(senza tassa o usura)
Da tutti fruita.

Costruire la Terra
Semina nutrita
Che il pane elargisca
Dove non si rinserra
Dove non si interra
Frutto, scienza o carta
Come chi si apparta.

Intonare un Canto
Allegro, giocondo:
Bene, di tutto il mondo
Bene, che non si occulta
Bene, che non insulta
Bene, che non si interra
Ma che abbraccia la Terra.

(testo inedito)



Traduzione dal portoghese di Vera Lúcia de Oliveira
L’ultima poesia, “Costruzione”, è stata tradotta da Vera Lúcia de Oliveira e Amina Di Munno.


velucia@tin.it