FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 7
luglio/settembre 2007

Altre terre

LA POESIA DI MIGUEL D'ORS

a cura di Pablo Luque Pinilla


La Poesía (...) es algo que brota de la vida y tiene también la vida como destino. La de usted, lector. Espero haberle ayudado a mejorarla un poco haciéndole pasar un buen rato1

            MIGUEL D'ORS

Miguel d'Ors è nato a Santiago de Compostela nel 1946. È figlio del giurista Álvaro d'Ors e nipote dello scrittore, saggista, filosofo, giornalista e critico d'arte Eugenio d'Ors, esponente di spicco del movimento conosciuto come Novecentismo. Ha pubblicato le raccolte Del amor, del olvido (1972), Ciego en Granada (1975), Codex 3 (1981), Chronica (1982), Es cielo y es azul (1984), Curso Superior de Ignorancia (1987, due edizioni nello stesso anno), Canciones, oraciones, panfletos, impoemas, epigramas y ripios, o Cajón de sastre donde hallará todo cuanto deseare el lector amigo, y el no tanto sobradas razones para seguir en sus trece (1990, edizione non in vendita), La música extremada (1991), La imagen de su cara (1994), Hacia otra luz más pura (1999; 2003, seconda ed.) e Sol de noviembre (2005). Inoltre, sono state pubblicate le seguenti antologie poetiche: Punto y aparte (1966-1990) (1992; 1995, seconda ed.) e 2001 (Poesías escogidas) (2001). È anche autore di saggi e di studi critici in cui si è occupato, tra gli altri, di autori come Rafael Morales e Manuel Machado.

La sua opera si è rivelata di grande influenza per le nuove generazioni di poeti e numerosi ne hanno seguito le orme. Come afferma Enrique García Máiquez nella sua introduzione all'antologia 2001 (Poesías escogidas), d'Ors «è divenuto il maestro della giovane poesia radicata, intimista, religiosa ed epigonale»",2 perché «nel creare un'opera che si interroga su questioni etiche e trascendenti, ha dato una risposta ai problemi che ogni persona in ogni tempo si è posta. Non gli mancano quindi le ragioni per essere considerato un maestro di questo tempo».3
Oltre ai riconoscimenti tributatigli dai poeti stessi, si tratta di un autore molto applaudito dai critici letterari e dagli studiosi della poesia in genere. Non è un caso, infatti, che abbia ottenuto il "Premio de la Crítica" per l'opera Curso superior de ignorancia.

La sua poesia, normalmente in verso sciolto, ma che ricorre anche a forme tradizionali, incluso il sonetto, affronta temi di grande profondità. Così, a volte si occupa di questioni etiche, arrivando ad esprimere una vera e propria epica dell'esistenza come resistenza, in cui affronta le delusioni mondane a partire dalla Fede; altre volte si rivela, invece, un poeta malinconico, che ricorre all'evocazione della sua Itaca personale nell'innevato Wyoming dei suoi ammirati eroi dei film western, o che rivolge lo sguardo all'infanzia; in altri momenti ancora, si fa contemplativo, a partire dal paesaggio della sua Galizia natale o prendendo elementi dall'ambiente urbano. Allo stesso modo, sono molti i versi di carattere metapoetico e quelli dal tema religioso, affrontati quasi sempre senza la mediazione di riferimenti confessionali, anche se non mancano quelli in cui appare un qualche motivo della sua fede cattolica.

Nella sua scrittura confluiscono la vocazione tecnica, deliberatamente dissimulata, e quella figurativa. In generale, impiega un linguaggio che dissente dall'originalità e ricorre spesso all'intertestualità, evitando così di nascondere le fonti con cui dialoga nei propri versi. Favorevole a un certo colloquialismo, non smette per questo di offrirci complicate acrobazie verbali. È nell'intimità che il poeta si ricrea e fa uso di una raffinata e pungente ironia, in cui dimostra una maestria straordinaria. Risulta, infine, di facile comprensione, poiché il suo dire poetico risponde, nella maggior parte dei casi, a una scrittura dalla linea chiara. A livello formale, la sua destrezza si fonda sull'uso di parallelismi, reiterazioni, paradossi e un acuto concettismo che rafforza il senso ironico del suo discorso e, spesso, un contenuto non politicamente corretto.

In questo senso, conviene segnalare che dopo Miguel d'Ors in Spagna è stato molto più facile scrivere versi a partire da posizioni non politicamente corrette e apertamente cattoliche. Come afferma Miguel García Posada, la poesia di d'Ors «è uno dei migliori risultati della poesia spagnola di questi anni per la sua capacità di coniugare una visione cristiana e familiare, ma non confessionale o melensa, e un'espressione colloquiale, cordiale, che non scade mai, comunque, in forme triviali»".4
Aggiungerei, inoltre, che buona parte dell'impatto della sua scrittura si deve al suo senso critico e all'accento di verità umana e di sincerità poetica che emana dalle sue composizioni, con la rivendicazione della necessità di sperimentare un vero senso nell'esistenza, e quindi nell'attività artistica, che spesso si esprime attraverso un'ironia graffiante, affatto amabile, finendo per diventare, nell'insieme, una sfida alla cultura dominante. Questo atteggiamento coraggioso, per quasi vent'anni della sua attività letteraria, gli è costato un certo isolamento, fino a quando, nel 1987, l'uscita di Curso superior de ignorancia segnò l'inizio di un'inversione di tendenza. Ciò nonostante, ancora oggi, si tratta di un autore in cui l'apparizione in numerose citazioni di altri poeti o critici è inversamente proporzionale alla scarsa presenza nei mezzi di comunicazione. Comunque sia, Miguel d'Ors vive con intensità i sentimenti essenziali del suo momento storico a partire da una fedeltà alla propria identità che gli consente di farne esperienza e di giudicarlo, oltre che di rischiare un'ipotesi di significato che offre con generosità ai suoi lettori, finendo così per tendere una mano alla mentalità egemonica che, se da una parte gli fa male, è proprio perché gli interessa e desidera contribuire a migliorare.

Miguel d'Ors è un poeta come pochi nella Spagna attuale del XXI secolo, un vero classico del nostro tempo e del suo mondo letterario.



1Miguel d'Ors, Hacia otra luz más pura, Renacimiento, Sevilla, 1999; citazione di Enrique García Máiquez, 2001 (Poesías escogidas), Númenor, Sevilla, 2001, p. 30.

2Enrique García Máiquez, op. cit., p. 29.

3Ibid.

4Miguel García Posada, La nueva poesía (1975-1992), Barcelona, Crítica, 1996, p. 34.


Traduzione di Gloria Bazzocchi




Bibliografia essenziale




POESIE DI MIGUEL D'ORS
a cura di Pablo Luque Pinilla
traduzione di Gloria Bazzocchi


ESPOSA

Con tu mirada tibia
alguien que no eres tú me está mirando: siento
confundido en el tuyo otro amor indecible.
Alguien me quiere en tus te quiero, alguien
acaricia mi vida con tus manos y pone
en cada beso tuyo su latido.
Alguien que está fuera del tiempo, siempre
detrás del invisible umbral del aire.

7-II-81
De Crónica (1982)


SPOSA

Con il tuo sguardo mite
qualcuno che non sei tu mi sta guardando: sento
che si confonde nel tuo un altro amore indicibile.
Qualcuno mi ama nei tuoi ti amo,
carezza la mia vita con le tue mani e mette
in ogni tuo bacio il suo palpitare.
Qualcuno che è fuori dal tempo, sempre
dietro l'occulta soglia dell'aria.


RARO ASUNTO

Raro asunto la vida: yo que pude
nacer en 1529,
o en Pittsburg o archiduque, yo que pude
ser Chesterton o un bonzo, haber nacido
gallego y d'Ors y todas estas cosas.
Raro asunto
que entre la muchedumbre de los siglos,
que existiendo la China innumerable,
y Bosnia, y las cruzadas, y los incas,
fuese a tocarme a mí precisamente
este trabajo amargo de ser yo.

13-I-83
De Es cielo y es azul (1984)


STRANA LA VITA

Strana la vita: io che potevo nascere
nel 1529,
o a Pittsburg o arciduca, io che potevo
essere Chesterton o un bonzo, nasco
in Galizia e d'Ors e tutto il resto.
Strana la vita
che tra la moltitudine dei secoli,
esistendo l'illimitata Cina,
e la Bosnia e le crociate, e gli incas,
dovesse capitare proprio a me
questo lavoro amaro di essere io.


DE MISTERIO

¿Quién soy?
                   -Este intervalo de misterio
entre la rosa ardiente que corto para ti
y la rosa sombría que mi mano te tiende.

29-VI-84
De Curso superior de ignorancia (1987)


MISTERO

Chi sono?
               - L'intervallo di mistero
tra la rosa luminosa che taglio per te
e la rosa spenta che la mia mano ti tende.


SPLENDOR VERITATIS

Tu rostro, que aparece -un relámpago- y que
desaparece. Muero buscando entre palabras
apagadas un ascua de verdad que ilumine
un instante ese rostro. Haberlo casi visto
-un reflejo en el río- y vivir solamente
para volver a verlo. Que aparece -un relámpago-
y que desaparece. Qué dolor y qué gozo
este mover palabras, materia que se cierra
con espesor de piedra sobre Tu luminosa
permanencia, o que logra un destello, o siquiera
nos permite ese leve temblor de Tu inminencia
bajo la piel de un verso. Es esto la poesía:
buscar en las palabras, con las palabras, contra
las palabras Tu rostro, que aparece -un relámpago-
y que desaparece.

15-IX-84
De Curso superior de ignorancia (1987)


SPLENDOR VERITATIS

Il Tuo volto, che appare - luce improvvisa - e che
scompare. Muoio ricercando tra le parole
spente una brace di verità così che illumini
per un istante quel volto. Averlo quasi visto
- un riflesso nel fiume - e vivere soltanto
per vederlo ancora. Che appare - luce improvvisa -
e che scompare. Quale dolore e quale gioia
smuovere le parole, materia che si chiude
pesante come pietra sulla Tua luminosa
permanenza, o che ne ottiene un bagliore, oppure
ci lascia il lieve tremore della Tua imminenza
sotto la pelle di un verso. Questo è poesia:
cercar nelle parole , con le parole, contro
le parole il Tuo volto, che appare - luce improvvisa -
e che scompare.


ELLA

A José Luis García Martín

Es misteriosa como el tiempo y el mercurio,
delirante y exacta, álgebra y fuego.
Cuando nadie la espera, coronada de escarcha
baja tarareando con pies maravillosos
por entre los helechos. Muchos enamorados
consagraron su vida a llamarla, elevaron
laboriosos palacios para ella
y no condescendió ni a una mirada.
No sirve para nada y son millones
los que viven por ella. Cuando piensas
que prefiere los locos y vagabundos, pasa
del brazo de un ministro o Mr. Eliot.
Es papeles manchados de tinta y es el mundo
con hogueras y robles, despedidas, los Andes,
la luna azul y Concha Valladares. Su rostro
constantemente cambia, inconstante. Y no cambia.
Bécquer la confundió con el Amor
y es una forma de no ser feliz.

17-XI-87
De La música extremada (1991)


LEI

A José Luis García Martín

È misteriosa come il tempo ed il mercurio
delirante e precisa, algebra e fuoco.
Quando non la si aspetta, coronata di brina,
viene canticchiando con piedi meravigliosi
attraversando le felci. Molti innamorati
hanno speso la loro vita a chiamarla,
costruendo palazzi minuziosi,
ma lei non concede neanche uno sguardo.
Non serve a nulla eppure quanti sono
quelli che vivono per lei. Quando
pensi che sceglie i pazzi e i vagabondi, la vedi
a braccetto con un ministro o con Mr. Eliot.
È fogli imbrattati d'inchiostro ed è il mondo
con i roghi e le querce, i commiati, le Ande,
la luna azzurra e Concha Valladares. Il suo volto
costantemente cambia, incostante. E non cambia.
Bécquer la confuse con l'Amore
ed è un modo per non essere felici.


VARIACIÓN SOBRE UNA VARIACIÓN DE JUAN GARZÓN

Ojos claros, serenos,
si de un dulce mirar sois alabados
es porque hubo una mano que, ardiente en la penumbra
de una tarde perdida,
dispuso con extraño poder unas palabras.

El tiempo, como el viento de octubre los prospectos,
arrastra hacia el ayer las tardes y los años,
los amores y los enamorados:
polvo que se adelgaza, y luego nada.
                                                     Pero
su fuerza nada pudo contra aquellas
sílabas de diamante,
en las que siguen refulgiendo, claros,
serenos, unos ojos
que acaso no existieron más que en sueños
pero que al otro extremo de los siglos
aún de un dulce mirar son alabados.

29-X-96
De Hacia otra luz más pura (1999)


VARIAZIONE SU UNA VARIAZIONE DI JUAN GARZÓN

Occhi chiari, sereni
se per la dolcezza siete lodati
è perché una fervente mano nella penombra
di una sera perduta,
dispose con strano potere alcune parole.

Il tempo, come il vento di ottobre con le carte,
trascina via verso il passato le sere e gli anni,
amori e innamorati:
polvere che si va assottigliando e poi il nulla.
                                                                 Ma
la sua forza a nulla valse contro le
sillabe di diamante,
in cui ancora risplendono, chiari
e sereni, quegli occhi
che forse esistettero solo in sogno
eppure che all'altro estremo dei secoli
ancora per la loro dolcezza son lodati.


ES LO QUE LLAMAN GLORIA

Desconocidos que te escriben cartas.
En tus versos, confiesan -entre un torpe amasijo
de entusiasmo, inocencia y metáforas ciegas-,
reconocen su vida.

Muchachos que han quemado unos pedazos
de sus mejores años componiendo,
con la más despiadada sinceridad, poemas
tuyos (que te parecen tan mediocres
como los tuyos tuyos).

Antologizadores que te ponen,
como ropas extrañas, adjetivos,
etiquetas, propósitos que jamás soñarías.

Amigas de tus hijas que te estudian en Lengua
y que tienen que hacer un comentario
de texto (¿o cementerio?) y te preguntan
sobre las estructuras.

Hispanistas que vienen a enseñarte quién eres.

Y tú siempre dudando -y dudando tus dudas-
si es que ellos no se enteran
de nada, o si tal vez están burlándose
de ti, confabulados
en una broma cósmica (pero esto me parece
demasiada crueldad para ser verosímil),
o si acaso -y entonces eres tú
quien no se entera- de tu boca sale
la voz incandescente de un algún ángel
-pero esto es ya ponerse demasiado sublime-.

Sólo hay dos cosas claras:
que por alguna parte hay un malentendido
y que todo este embrollo
es lo que llaman Gloria.

4-XII-97
De Hacia otra luz más pura (1999)


E LA CHIAMANO GLORIA

Sconosciuti che ti scrivono lettere.
Nei tuoi versi, confessano - in un miscuglio
di entusiasmo, di innocenza e metafore cieche -,
essi si riconoscono.

Ragazzi che han bruciato alcuni pezzi
dei loro migliori anni per comporre,
con la più spietata sincerità, poesie
tue (che ti sembrano così mediocri
come lo son le tue).

Antologizzatori che ti mettono
addosso strane vesti, aggettivi,
etichette e intenti, mai neppure immaginati.

Amiche delle tue figlie che a scuola
ti studiano e che poi devono fare
un commento (o commiato?) al testo
e ti fanno domande.

Ispanisti che vogliono insegnarti chi sei.

E tu sempre dubbioso - dubbioso dei tuoi dubbi -
magari non capiscono
nulla, o forse si stanno prendendo gioco di
te, come congiurati
in uno scherzo cosmico (ma questo mi sembra
fin troppo crudele per essere verosimile),
oppure - e allora sei tu
che non capisci - dalla tua bocca esce
la voce incandescente di un qualche angelo
- ma questo è diventar troppo sublimi -.

Son due le cose certe:
da una qualche parte c'è un malinteso
e tutto questa truffa
la chiamano Gloria.


VARIACIÓN SOBRE UN TEMA DE GÜNTER KUNERT
(«Película al revés»)

Un cadáver de bruces
en medio de una calle.
                                   De repente
se incorpora hacia atrás. El borbotón de sangre
se encoge, se reabsorbe; se sutura
en su camisa el agujero rojo
por el que entró la muerte.
(La bala habrá salido ya, invisible,
del pecho de ese hombre
para volver al interior oscuro
de sabe Dios qué arma no disparada.) El hombre
llega, andando hacia atrás, hasta la acera,
mira después, prudente, a izquierda y a derecha,
fuma -pero al revés, recogiendo en su boca
la previa nubecilla de humo-, dobla
con rara habilidad un par de esquinas,
desenciende y se guarda el cigarrillo,
llega a una casa y se abre la puerta tras su espalda:
una mujer, un perro con inquietas
maneras de cangrejo, varios niños.
Besos, manos, sonrisas, y la puerta
cerrándose de nuevo sobre ese casi nada
que ahora ya comprendemos que lo es todo:
unas cuantas costumbres con tibieza de nido,
un pequeño nosotros y un poco de ternura
con acompañamiento de ladridos.

28-I-98
De Hacia otra luz más pura (1999)


VARIAZIONE SU UN TEMA DI GÜNTER KUNERT
(«Film all'incontrario»)

Un cadavere bocconi
in mezzo a una strada.
                               All'improvviso
si solleva all'indietro. Il fiotto di sangue si
restringe, si riassorbe, si sutura
sulla sua camicia quel buco rosso
da dove entrò la morte.
(Il proiettile sarà uscito ormai
dal petto di quell'uomo
per ritornare nell'oscurità
di chissà quale arma inesplosa.) L'uomo
viene, cammina all'indietro verso il marciapiede,
guarda poi, prudente, a sinistra e a destra,
fuma - all'incontrario, raccogliendo nella bocca
una nuvoletta di fumo - , svolta
con rara abilità un paio d'angoli,
smorza la sigaretta e se la tiene,
arriva in una casa dove si apre la porta:
una donna, un cane con inquietanti
modi da granchio, diversi bambini.
Baci, mani, sorrisi, e la porta
che si richiude su quel quasi nulla
che solo ora capiamo che è già tutto:
alcune abitudini e il tepore di un nido,
un piccolo noi e un po' di tenerezza
insieme a un sottofondo di latrati.


PLANES PARA EL PASADO

Una vez más trenzando y destrenzando
memoria, sueño, olvido.

Una vez más contando
lo que siempre dejaba de ocurrirte.
                                         Buscando
eso que es más verdad que la verdad.

Una vez más mintiendo
con la mayor sinceridad del mundo.

Una vez más haciendo
planes para el pasado.

23-IV-05
De Sol de noviembre (2005)


PROGETTI PER IL PASSATO

Un'altra volta intrecci per disfare
memoria, sogno, oblio.

Un'altra volta dici
quel che sempre smetteva di succederti.
                                                  Cerchi
quel che è più vero della verità.

Un'altra volta menti
con la maggior sincerità del mondo.

Un'altra volta fai
progetti per il passato.



MEDIA VIDA

En la cena
                   me sobra media pizza.
Qué sensación extraña.

Tras el cristal, la noche, el mar, agosto.

Qué tristeza:
              me sobra media noche,
me sobra media luna
y medio mar: la parte
que te tocaba a ti de aquel nosotros.

Y me sobro y me falto medio yo
porque me faltas tú, mi media vida.

7-III-03
De Sol de noviembre (2005)


MEZZA VITA

Nella cena mi avanza
                             mezza pizza.
Che sensazione strana.

Dietro al vetro, la notte, il mare, agosto.

Che tristezza
                   mi avanza mezza notte,
mi avanza mezza luna,
mezzo mare: la parte
che spettava a te di quel nostro noi.

E mi avanza e mi manca mezzo io
perché mi manchi tu, mia mezza vita.


SOBRE UN VERSO DE MIGUEL HERNÁNDEZ

«Una mujer y un hombre gastados por los besos»...
Discúlpame, poeta: la música es hermosa,
pero la letra falta a la verdad:

no se sabe de un solo
beso que, si fue amor, haya gastado
jamás a nadie. Un beso
no quita nada si es amor: nos llena
de un resplandor divino,
un resplandor que impregna y transfigura
el cuerpo del amado, irradia desde él
y reviste las cosas de sus días
con el aura infinita de los símbolos;
resplandor de otro mundo,
que, como dijo Borges, permite ver al otro
igual que lo ve Dios, y dura mucho más
que la presencia del amante, mucho
más que el amante mismo,
como la luz de las estrellas muertas.

Qué extraño que ignorases, precisamente tú,
que hay vidas cuya eterna duración
se alimentó de un beso, un solo beso
que desde la memoria las sostuvo
a través de años, las penas y la ausencia.

4-XI-04
De Sol de noviembre (2005)


SU UN VERSO DI MIGUEL HERNÁNDEZ

«Una donna e un uomo si consumano di baci»...
Perdonami, poeta, bellissima è la musica,
ma peccan di verità le parole:

mai si seppe di un solo
bacio che, se fu amore, consumasse
qualcuno. Perché un bacio
nulla toglie se è amore: ci riempie
di divino splendore,
splendore che pervade e trasfigura
il corpo dell'amato e tutto irradia,
rivestendo le cose dei suoi giorni
insieme all'aura infinita dei simboli;
splendore d'altro mondo,
che, come ebbe a dire Borges, fa vedere l'altro
come lo vede Dio, e dura molto di più
della presenza dell'amante, molto
più dell'amante stesso,
come la luce delle stelle morte.

Com'è strano che fossi proprio tu ad ignorare
che esistono vite la cui durata
eterna si nutrì di un bacio solo
che dalla memoria le sostentò
attraverso gli anni, i patimenti e l'assenza.



pablo.luque.pinilla@gmail.com
gloria.bazzocchi@unibo.it