FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 6
aprile/giugno 2007

Scorie & Rifiuti

MANUEL BANDEIRA
un grande poeta che si considerava "minore"

a cura di Vera Lúcia de Oliveira


a poesia está em tudo - tanto nos amores como nos chinelos,
tanto nas coisas lógicas como nas disparatadas.

c'è poesia in tutto - tanto negli amori come nelle ciabatte,
tanto nelle cose logiche come in quelle spropositate.

Manuel Bandeira

Questa epigrafe sembra particolarmente adatta a esprimere il significato più intimo della vita-opera di un poeta fra i maggiori della letteratura brasiliana, di un intellettuale coerente e vitale come pochi, di un cronista attento ai minimi fatti della vita in cui trovava poesia, sia che si trattasse di una notizia di giornale che dell'annuncio pubblicitario di una saponetta. Manuel Bandeira ha vissuto il suo tempo e l'ha saputo cogliere con partecipazione commossa e solidale, penetrando come pochi nei piccoli e grandi drammi delle persone più umili dalle quali traeva lezioni di pertinacia e coraggio.

La parabola della sua esistenza si compie in un momento di profonda trasformazione della realtà brasiliana. L'abolizione della schiavitù e la proclamazione della repubblica, rispettivamente del 1888 e 1889, sono avvenimenti recenti, destinati a incidere sull'assetto sociale, economico e politico dell'intero paese. Città come San Paolo e Rio de Janeiro crescono disordinatamente, migliaia di immigranti arrivano dalle regioni più lontane e trasformano la geografia etnica del paese, fino a quel momento stabilizzata sul trinomio indio-portoghese-africano.

L'evoluzione della sua opera accompagna queste trasformazioni, dà conto della nuova coscienza e sensibilità che sta nascendo, del desiderio diffuso di rinnovare l'arte e la letteratura, ma anche di rivoluzionare valori e strutture portanti della società. Nuova linfa vitale sarà insufflata dai modernisti del '22 che nella loro produzione letteraria e artistica cercheranno un contatto più intimo con la realtà, passando a un rigoroso vaglio critico tutta la letteratura precedente. Cambia l'approccio alle problematiche più pregnanti del paese, problematiche che verranno rivisitate alla luce di una nuova consapevolezza e maturità.

Tutto ciò si riflette in questo poeta nato il 19 aprile 1886, a Recife, nel Nordest brasiliano. A Recife egli trascorre parte dell'infanzia, rievocata poi nella sua opera con un senso pungente di nostalgia e dolcezza; un'altra parte la passerà a Rio de Janeiro, dove la famiglia si era trasferita e dove egli completerà gli studi medi e superiori. Nel 1903 parte per San Paolo per seguire il Corso di Architettura alla Scuola Politecnica Paulista, ma, ammalatosi gravemente di tubercolosi, in un'epoca in cui questa era una malattia mortale, si vide costretto ad abbandonare l'università. Da quel momento la sua vita cambia radicalmente: a causa della malattia passa dieci anni di tensione e lotta contro la morte, mesi di isolamento e di sofferenza, anni in cui si matura l'uomo e il poeta.

La scoperta della sua vocazione poetica viene direttamente collegata a questa malattia contratta ad appena 18 anni. Egli stesso confesserà: "(...) mi sono ammalato e ho dovuto abbandonare gli studi, senza sapere che era per sempre. Senza sapere che i versi, che io avevo fatto da bambino per divertimento, li avrei iniziati a fare per necessità, per fatalità"1. Ma non è solo la sua arte che viene segnata da questa triste esperienza. Tutta la sua vita ne è coinvolta e un segno indelebile di malinconia accompagnerà per sempre il poeta.
La consapevolezza della precarietà della vita gli arriva anche da un contatto intenso e drammatico con la morte; fra il 1916 e il 1922 il poeta perde tutta la famiglia: prima la madre, poi la sorella, il padre, e infine il fratello.

Segnato da queste esperienze, non riuscirà a costituire un proprio nucleo familiare, votandosi alla solitudine che lo accompagnerà fino alla morte, sopravvenuta il 14 ottobre 1968 a Rio de Janeiro. Rimane solo, con il mondo che lo abitava, con gli amici che lo frequentavano, con i bambini poveri della sua strada di periferia ai quali dedicò tante poesie, con le persone che osservava dalla finestra, tutta un'umanità dolente e povera che lui ha saputo registrare con partecipazione umana e con freschezza linguistica in una poesia che abbandona l'accademismo per trasformasi in strumento espressivo della vita di tutti i giorni. Bandeira sembra l'incarnazione del poeta tipico: un estraneo nel mondo, tenero verso tutti, un uomo che avversa profondamente la retorica e che cerca la poesia più cristallina, diretta, pura.

Aveva acquisito, durante gli anni solitari della malattia, una cultura ampia ed eclettica. La sua poesia, apparentemente semplice e accessibile, non nasconde una lucida riflessione sul fatto poetico e la ricerca di un linguaggio letterario in grado di esprimere il Brasile, paese immenso che stava prendendo coscienza di se stesso e della propria specificità, della ricchezza e del sincretismo derivato dalla convivenza di tanti popoli e culture.

La sua arte, che è l'espressione lucida e convincente della propria esperienza personale, sa farsi corale e collettiva nell'estrinsecare aspettative, sogni, miserie e dolori che egli coglie dal contatto intimo con la realtà; nasce dall'osservazione diretta del reale, ma è poesia che rivela l'essenziale, che scende a toccare il magma profondo della vita e della morte.

Manuel Bandeira si considerava un poeta minore, ma non fu giusto con se stesso. La sua opera ha tutte le caratteristiche della grande poesia, della poesia capace di sottrarsi al tempo e di perpetuarsi nella nostra coscienza e sensibilità.

Le poesie che abbiamo selezionato in questa breve antologia seguono l'arco di evoluzione di questo lirismo. I testi sono stati scelti in base alla loro importanza nella traiettoria poetica dell'autore; si è cercato di rendere, il più possibile integralmente, un universo composito fatto di tensioni essenziali, vita/morte, amore/morte, un lirismo che riscatta l'esistenza dal nulla, un lirismo che redime dal dover morire per forza di natura.



1 Manuel Bandeira, Itinerário de Pasárgada, Rio de Janeiro/Brasília, Nova Fronteira e I.N.L., 1984, p.28 [tutte le trad. nel testo sono mie]




BREVE ANTOLOGIA DI MANUEL BANDEIRA


A estrada

Esta estrada onde moro, entre duas voltas do caminho,
Interessa mais que uma avenida urbana.
Nas cidades todas as pessoas se parecem.
Todo o mundo é igual. Todo o mundo é toda a gente.
Aqui, não: sente-se bem que cada um traz a sua alma.
Cada criatura é única.
Até os cães.
Estes cães da roça parecem homens de negócios:
Andam sempre preocupados.
E quanta gente vem e vai!
E tudo tem aquele caráter impressivo que faz meditar:
Enterro a pé ou a carrocinha de leite puxada por um bodezinho
                                                          [manhoso.
Nem falta o murmúrio da água, para sugerir, pela voz dos símbolos,
Que a vida passa! que a vida passa!
E a mocidade vai acabar.

                                                           Petrópolis, 1921.

(O ritmo dissoluto, 1924)


La strada

Questa via dove abito, fra due curve di strada,
È più interessante di un viale urbano.
Nelle città tutte le persone si somigliano.
Tutto il mondo è uguale. Tutti sono come tutti.
Qui, no: si vede bene che ognuno ha la propria anima.
Ogni creatura è unica.
Persino i cani.
Questi cani di campagna sembrano uomini d'affari:
Camminano sempre preoccupati.
E quanta gente va e viene!
E tutto ha quel carattere impressivo che fa meditare:
Funerale a piedi o il carretto del latte trainato da un capretto
                                                          [cocciuto.
Né manca il mormorio dell'acqua, per suggerire, con la voce dei simboli,
Che la vita passa! che la vita passa!
E la gioventù finirà.

                                                           Petrópolis, 1921.

(O ritmo dissoluto, 1924)


Meninos carvoeiros

Os meninos carvoeiros
Passam a caminho da cidade.
- Eh, carvoero!
E vão tocando os animais com um relho enorme.

Os burros são magrinhos e velhos.
Cada um leva seis sacos de carvão de lenha.
A aniagem é toda remendada.
Os carvões caem.
(Pela boca da noite vem uma velhinha que os recolhe,
                      [dobrando-se com um gemido.)

- Eh, carvoero!
Só mesmo estas crianças raquíticas
Vão bem com estes burrinhos descadeirados.
A madrugada ingênua parece feita para eles...
Pequenina, ingênua miséria!
Adoráveis carvoeirinhos que trabalhais como se brincásseis!
- Eh, carvoero!

Quando voltam, vêm mordendo num pão encarvoado,
Encarapitados nas alimárias,
Apostando corrida,
Dançando, bamboleando nas cangalhas como espantalhos
                                            [desamparados!

                                                           Petrópolis, 1921.

(O ritmo dissoluto, 1924)


Bambini carbonai

I bambini carbonai
Vanno verso la città.
- Eh, carbonaio!
E spingono gli animali con una frusta enorme.

Gli asini sono magrolini e vecchi.
Ognuno porta sei sacchi di carbone di legna.
I sacchi sono tutti rappezzati.
I carboni cadono.
(Sul far della notte viene una vecchietta che li raccoglie,
                             [piegandosi con un lamento.)

- Eh, carbonaio!
Solamente questi bambini rachitici
Vanno bene con questi asinelli sfiancati.
L'alba ingenua sembra fatta per loro...
Piccolina, ingenua miseria!
Adorabili piccoli carbonai che lavorate come se giocaste!
- Eh, carbonaio!

Al ritorno, vengono mordendo un pane annerito,
Arrampicati sugli animali,
Facendo a corse,
Danzando, dondolando sui basti come spaventapasseri
                                             [abbandonati.

                                                           Petrópolis, 1921.

(O ritmo dissoluto, 1924)


Balõezinhos

Na feira livre do arrebaldezinho
Um homem loquaz apregoa balõezinhos de cor:
- "O melhor divertimento para as crianças!"
Em redor dele há um ajuntamento de menininhos pobres,
Fitando com olhos muito redondos os grandes balõezinhos
                                                     [muito redondos.

No entanto a feira burburinha.
Vão chegando as burguesinhas pobres,
E as criadas das burguesinhas ricas,
E mulheres do povo, e as lavandeiras da redondeza.
Nas bancas de peixe,
Nas barraquinhas de cereais,
Junto às cestas de hortaliças
O tostão é regateado com acrimônia.

Os meninos pobres não vêem as ervilhas tenras
Os tomatinhos vermelhos,
Nem as frutas,
Nem nada.

Sente-se bem que para eles ali na feira os balõezinhos de cor
                   [são a única mercadoria útil e verdadeiramente
                   [indispensável.

O vendedor infatigável apregoa:
- "O melhor divertimento paras as crianças!"
E em torno do homem loquaz os menininhos pobres fazem um
                           [círculo inamovível de desejo e espanto.

(O ritmo dissoluto, 1924)


Palloncini

Nella fiera del piccolo sobborgo
Un uomo loquace offre palloncini colorati:
- "Il miglior divertimento per i piccoli!"
Attorno a lui c'è un assembramento di ragazzini poveri,
Che fissano con occhi molto rotondi i grandi palloncini molto
                                                              [rotondi.

Frattanto la fiera rumoreggia.
Arrivano le borghesine povere,
E le domestiche delle borghesine ricche,
E donne del popolo, e lavandaie dei dintorni.
Sui banchi di pesce,
Sulle bancarelle di cereali,
Presso i cesti di ortaggi
Si contratta la lira con acrimonia.

I bambini poveri non vedono i piselli teneri
I pomodorini rossi,
Né i frutti,
Né niente.

Si vede bene che lì nella fiera per loro i palloncini colorati sono
                                    [l'unica mercanzia utile e veramente
                                    [indispensabile.

Il venditore infaticabile urla:
- "Il migliore divertimento per i piccoli!"
E attorno all'uomo loquace i ragazzini poveri fanno un cerchio
                              [inamovibile di stupore e desiderio.

(O ritmo dissoluto, 1924)


Poética

Estou farto do lirismo comedido
Do lirismo bem comportado
Do lirismo funcionário público com livro de ponto expediente
             [protocolo e manifestações de apreço ao Sr. diretor

Estou farto do lirismo que pára e vai averiguar no dicionário
                                  [o cunho vernáculo de um vocábulo

Abaixo os puristas

Todas as palavras sobretudo os barbarismos universais
Todas as construções sobretudo as sintaxes de exceção
Todos os ritmos sobretudo os inumeráveis

Estou farto do lirismo namorador
Político
Raquítico
Sifilítico
De todo lirismo que capitula ao que quer que seja fora de
                                                         [si mesmo.

De resto não é lirismo
Será contabilidade tabela de co-senos secretário do amante
            [exemplar com cem modelos de cartas e as diferentes
            [maneiras de agradar às mulheres, etc.

Quero antes o lirismo dos loucos
O lirismo dos bêbedos
O lirismo difícil e pungente dos bêbedos
O lirismo dos clowns de Shakespeare


- Não quero mais saber do lirismo que não é libertação.

(Libertinagem, 1930)


Poetica

Sono stufo del lirismo moderato
Del lirismo educato
Del lirismo impiegato pubblico con registro di presenza pratiche
                    [protocollo e manifestazioni di stima al Sig. direttore

Sono stufo del lirismo che si ferma e va a verificare nel
               [dizionario la versione erudita di un vocabolo

Abbasso i puristi

Tutte le parole soprattutto i barbarismi universali
Tutte le costruzioni soprattutto le sintassi d'eccezione
Tutti i ritmi soprattutto gli innumerevoli

Sono stufo del lirismo corteggiatore
Politico
Rachitico
Sifilitico
Di ogni lirismo che capitola dinnanzi a ciò che è fuori di sé stesso.

Del resto non è lirismo
Sarà contabilità tabella di coseni segretario dell'amante
        [esemplare con cento modelli di lettere e i differenti
        [modi di piacere alle donne, ecc.

Voglio piuttosto il lirismo dei pazzi
Il lirismo degli ubriachi
Il lirismo difficile e pungente degli ubriachi
Il lirismo dei clowns di Shakespeare
- Non voglio più saperne del lirismo che non è liberazione.

(Libertinagem, 1930)


Momento num café

Quando o enterro passou
Os homens que se achavam no café
Tiraram o chapéu maquinalmente
Saudavam o morto distraídos
Estavam todos voltados para a vida
Absortos na vida
Confiantes da vida.

Um no entanto se descobriu num gesto largo e demorado
Olhando o esquife longamente
Este sabia que a vida é uma agitação feroz e sem finalidade
Que a vida é traição
E saudava a matéria que passava
Liberta para sempre da alma extinta.

(Estrela da manhã, 1936)


Momento in un caffé

Quando il funerale passò
Gli uomini che si trovavano nel caffé
Si tolsero meccanicamente i cappelli
Salutavano il morto distratti
Erano tutti rivolti alla vita
Assorti nella vita
Fiduciosi della vita.

Uno tuttavia si tolse il capello con un gesto ampio e lento
Guardando lungamente il feretro
Questi sapeva che la vita è un'agitazione feroce e senza finalità
Che la vita è tradimento
E salutava la materia che passava
Liberata per sempre dall'anima estinta.

(Estrela da manhã, 1936)


Conto cruel

A uremia não o deixava dormir. A filha deu uma injeção de sedol.
   - Papai verá que vai dormir.
   O pai aquietou-se e esperou. Dez minutos... Quinze minutos...
Vinte minutos... Quem disse que o sono chegava? Então, ele implorou chorando:
   - Meu Jesus-Cristinho!
   Mas Jesus-Cristinho nem se incomodou.

(Estrela da manhã, 1936)


Racconto crudele

L'uremia non lo lasciava dormire. La figlia gli fece un'iniezione di sedol.
   - Papà, vedrai che ora dormirai.
   Il padre s'acquietò e aspettò. Dieci minuti... Quindici minuti...
Venti minuti... Ma che sonno e sonno! Allora, egli implorò piangendo:
   - Mio Gesù Bambino!
   Ma Gesù Bambino neppure si disturbò.

(Estrela da manhã, 1936)


O bicho

Vi ontem um bicho
Na imundície do pátio
Catando comida entre os detritos.

Quando achava alguma coisa,
Não examinava nem cheirava:
Engolia com voracidade.

O bicho não era um cão,
Não era um gato,
Não era um rato.

O bicho, meu Deus, era um homem.

                                             Rio, 25-12-1947.

(Belo belo, 1948)


L'animale

Ho visto ieri un animale
Nell'immondizia del cortile
Che cercava cibo fra i detriti.

Quando trovava qualcosa,
Non esaminava né odorava:
Ingoiava con voracità.

L'animale non era un cane,
Non era un gatto,
Non era un topo.

L'animale, Dio mio, era un uomo.

                                             Rio, 25-12-1947.

(Belo belo, 1948)


Minha grande ternura
(Québec, mai 2000)

Minha grande ternura
Pelos passarinhos mortos,
Pelas pequeninas aranhas.

Minha grande ternura
Pelas mulheres que foram meninas bonitas
E ficaram mulheres feias;
Pelas mulheres que foram desejáveis
E deixaram de o ser;
Pelas mulheres que me amaram
E que eu não pude amar.

Minha grande ternura
Pelos poemas que
Não consegui realizar.

Minha grande ternura
Pelas amadas que
Envelheceram sem maldade.

Minha grande ternura
Pelas gotas de orvalho que
São o único enfeite
De um túmulo.

(A Estrela da tarde, 1958)


La mia grande tenerezza

La mia grande tenerezza
Per gli uccellini morti,
Per i ragnetti piccoli.

La mia grande tenerezza
Per le donne che furono belle bambine
E sono diventate brutte donne;
Per le donne che furono desiderabili
E hanno smesso di esserlo;
Per le donne che mi amarono
E che io non ho potuto amare.

La mia grande tenerezza
Per le poesie che
Non sono riuscito a realizzare.

La mia grande tenerezza
Per le amate che
Sono invecchiate senza cattiveria.

La mia grande tenerezza
Per le gocce di rugiada che
Sono l'unico ornamento
Di una tomba.

(A Estrela da tarde, 1958)


Traduzione di Vera Lúcia de Oliveira

 

velucia@tin.it