“E se provassimo a nuotare fino a quegli scogli laggiù, in fondo alla baia?” propose una mattina Federico. Del gruppo di quattro amici, in vacanza in quella tranquilla località di mare, era un vulcano di idee, sempre pronto all’avventura e in cerca di sorprese.
Denise distolse gli occhi dal libro che stava leggendo e sospirò; fosse stato per lei, non si sarebbe alzata dalla sdraio prima di aver terminato quella lettura avvincente. “Se proprio devo…”
Michele era pronto ad accettare le proposte di Federico o di chiunque altro del gruppo, ma chiese, come sempre: “Non sarà troppo faticoso?”
Giulia, la più sportiva del gruppo, scrollò con vigore la testa, soddisfatta al pensiero di una bella nuotata e, conoscendo il debole di Michele per il cibo, esclamò ridendo: “Tranquillo, sarà divertente e vedrai che appetito al ritorno!”
I quattro ragazzini decisero così di non perdere tempo. Si tuffarono e si accodarono a Giulia, che tracciava la rotta verso gli scogli con le sue vigorose bracciate.
L’estremità della baia era ancora più incantevole di quanto avessero potuto vedere fino a quel momento, dal mare o camminando lungo la spiaggia. Gli scogli erano di forma regolare, levigati dall’azione del vento e delle onde, ed erano disposti a semicerchio, creando così una piccola laguna in cui l’acqua era tiepida e cristallina. Appoggiati agli scogli con le braccia, si lasciarono cullare dal leggero movimento dell’acqua e riscaldare dal sole.
“Che bello che siate venuti fin qui! Eravamo soli da così tanto tempo!”
La voce era squillante e gioiosa, i quattro amici sussultarono e si guardarono l’un l’altra per scoprire chi di loro stesse giocando così.
“Siamo davvero felici di ospitarvi e lo saremo ancora di più se potremo raccontarvi i segreti del mare.”
Nessuno di loro aveva aperto bocca e un senso di inquietudine si insinuò nella quiete della piccola laguna. Si guardarono di nuovo e poi Federico prese l’iniziativa. Cominciò a nuotare dentro e fuori dalla laguna per scoprire dove si fosse nascosto il burlone che cercava di spaventarli.
“Possiamo capire che vi sembri strano, ma siamo proprio noi a parlare.” Intervenne una voce più grave e profonda.
“Noi… chi?” chiese sottovoce Michele, guardandosi ansiosamente intorno in cerca di Federico.
“Noi, gli scogli, ovviamente!” rispose con una risatina una voce dolce e modulata.
Denise fu la prima a riprendersi dallo stupore. Anni di letture l’avevano ben preparata. “Ma è magnifico! Siamo molto contenti anche noi di trovarci qui, chi comincia a raccontare? E che cosa?”
Un fremito percorse gli scogli, o forse era solo alito di vento, poi la voce profonda rispose subito.
“Sta a voi scoprire i segreti del mare, con il nostro aiuto, e c’è un modo molto semplice: se lo vorrete, a turno potrete tuffarvi in questa piccola laguna e riemergerete con qualcosa che avrete raccolto sul fondo, così la magia avrà inizio.”
Denise non ebbe un attimo di esitazione, prese un profondo respiro e si tuffò. Il fondale della laguna era sabbioso e costellato di conchiglie, stelle marine e oggetti di ogni genere, tra i quali guizzavano piccoli pesci dai colori brillanti. Tese le mani e afferrò la prima cosa che sentì sotto le dita. Quando riemerse e aprì gli occhi, Denise stringeva una grande conchiglia di colore ambrato, simile a una chiocciola e con le punte smussate dalla lunga permanenza in acqua. Improvvisamente davanti a lei e ai compagni si aprì uno squarcio luminoso nel quale videro paesaggi esotici, persone dalla pelle di diversi colori che cantavano in una lingua dolce e sconosciuta, danzando sulla sabbia intorno a un fuoco mentre alcuni giovani traevano suoni armoniosi da quelle stesse conchiglie. La sensazione di pace che sprigionava da quella visione era fortissima, colmava il cuore di dolcezza, e fu con rimpianto che la videro sparire pian piano.
Federico si tuffò a sua volta e riemerse con un vecchio cannocchiale, arrugginito dalla salsedine e incrostato di creature marine. Lo squarcio luminoso si aprì sulla visione di un mare in tempesta con onde alte come case e ribollenti di schiuma, di un cielo plumbeo squarciato da saette in rapida successione e squassato da tuoni spaventosi. Un grande veliero con le vele strappate dal vento, che soffiava impetuoso, veniva sbattuto su e giù come un guscio di noce dalla potenza delle onde ed era palpabile il terrore dell’equipaggio che si affannava sulla tolda, lottando con tutte le forze per cercare di governare il vascello e di portarlo in salvo oltre la tempesta. L’angosciosa visione svanì in una nuvola di fumo.
Appena si furono ripresi dalla malinconia in cui li aveva gettati quella visione angosciosa, Giulia si tuffò e riemerse con una bottiglia di plastica alla quale erano avvolti altri brandelli di plastica. Questa volta lo squarcio luminoso si aprì su uno scenario altrettanto devastante in cui i ragazzi videro, isole di plastica indistruttibile galleggiare nelle acque dei fiumi, dei laghi e dei mari, tartarughe e pesci e piccoli animali uccisi da frammenti e brandelli di plastica che avevano ingerito o che li avevano imprigionati, soffocandoli lentamente mentre in lontananza i fumi neri di centinaia e centinaia di fabbriche fuoriuscivano da alte ciminiere e oscuravano il sole. Una visione che fece pensare a tutti loro che la fine del mondo avrebbe avuto un aspetto simile.
Terrorizzato dalla precedente visione, Michele fu l’ultimo a tuffarsi e a riemergere con una chiave. Per quanto si guardasse attorno, nessuna visione si aprì davanti ai suoi occhi e a quelli dei compagni. Federico, Denise, Giulia e Michele si guardarono perplessi e poi osservarono ancora la chiave, ma improvvisamente una voce cristallina ruppe il silenzio.
“Non c’è nessuna visione perché non sappiamo immaginarla. Quella chiave siete voi, il futuro è nelle vostre mani. Sarete voi a decidere se la gente potrà continuare a cantare felice sulla spiaggia, in una natura amata e rispettata, o se la stupidità e l’avidità dell’uomo vinceranno e il clima sarà sempre più instabile e pericoloso e l’inquinamento porterà la morte. Noi abbiamo fatto la nostra parte, ora tocca a voi.”
“Ragazzi, che fate, volete scottarvi, dormendo così sotto il sole?”
I quattro amici si guardarono intorno e guardarono il bagnino, poi si sollevarono dalle sdraio.
“Che strano, avrei giurato che fossimo andati a nuoto fino agli scogli.” esclamò Michele, facendosi schermo agli occhi con una mano per guardare l’estremità della baia.
“Probabilmente abbiamo sognato, si stava così bene qui sdraiati.” mormorò Federico, guardando il veliero disegnato sulla sua borsa da mare.
“Non mi era mai capitato di addormentarmi mentre leggevo un libro. E pensare che questa storia è così bella, piena di gente felice che canta e balla sulla spiaggia…” aggiunse Denise, infilando il segnalibro tra le pagine.
“Io vorrei sapere che cosa costa alle persone raccogliere la carta del gelato o del panino e andarla a gettare!” sbottò Giulia, irritata. “Su, pigroni, alzatevi e datemi una mano. Cominciamo a raccogliere almeno i rifiuti che stanno qui intorno alle nostre sdraio, poi ci organizzeremo.”
~ ~ ~
Questa volta raddoppio! Dopo aver scritto il mio racconto per questo numero di Fili d’aquilone, mi è venuta una curiosità: come lo avrebbe scritto l’Iintelligenza Artificiale?
Ho dato le indicazioni sulla trama in questo modo:
Quattro amici in vacanza al mare sono sulla spiaggia. Federico è sempre pieno di idee e desideroso di avventure e propone la nuotata fino agli scogli. Denise vorrebbe continuare a leggere, ma accetta. Michele ha sempre fame e teme di stancarsi. Giulia è la più sportiva e dice che sarà magnifico e a Michele verrà tanta fame. Raggiungono gli scogli che formano una piccola laguna di acqua limpida e tiepida e lì fanno una scoperta sensazionale: gli scogli parlano! Gli scogli invitano i ragazzi a scendere sul fondale e a riemergere portando in superficie ciò che trovano, e ognuno di loro ha una visione. Denise riemerge con una conchiglia e vede gente felice sulla spiaggia intorno al fuoco; Federico riemerge con un cannocchiale e vede un veliero in procinto di colare a picco per la tempesta; Giulia riemerge con rifiuti di plastica e vede l’inquinamento invadere le acque e uccidere gli animali; Michele riemerge con una chiave e non appare nessuna visione perché solo loro potranno determinare un futuro di gente felice, libera dai pericoli del cambiamento climatico e dall’inquinamento. I ragazzi vengono svegliati dal bagnino e non sanno se sia stato un sogno o realtà, ma cominciano a darsi da fare ripulendo i rifiuti della spiaggia.
Sotto potete leggere il risultato. Buon divertimento! E non dite che vi è piaciuto di più il secondo, mi raccomando!
IL SEGRETO DEGLI SCOGLI PARLANTI
C'era una volta un gruppo di quattro amici che andavano sempre in vacanza insieme. Federico, Denise, Michele e Giulia non vedevano l'ora di passare una giornata di sole sulla spiaggia.
Federico, con il suo spirito avventuroso, propose: "Che ne dite di nuotare fino agli scogli? Sarà un'avventura fantastica!"
Denise, che amava leggere, era un po' riluttante. "Ma io volevo continuare il mio libro…" disse, ma alla fine accettò, curiosa di vedere cosa avrebbero trovato.
Michele, sempre affamato e un po' preoccupato di stancarsi, guardò gli scogli da lontano. "Speriamo di trovare qualcosa da mangiare lungo il percorso!" disse, ma Giulia, la più sportiva del gruppo, lo incoraggiò: "Dai, Michele! Sarà magnifico! E ti verrà un sacco di fame dopo!"
Così, con il cuore pieno di entusiasmo, i quattro amici si tuffarono in acqua e nuotarono verso gli scogli. Quando arrivarono, si trovarono di fronte a una bellissima laguna, l'acqua limpida e tiepida li accolse come un abbraccio.
Ma, sorpresa! Gli scogli cominciarono a parlare! "Benvenuti, giovani avventurieri!" dissero. "Se volete, potete scendere nel fondale e riemergere portando con voi ciò che trovate. Ogni oggetto vi rivelerà una visione!"
I ragazzi, stupiti e affascinati, si tuffarono nell'acqua. Denise riemerse per prima, stringendo una conchiglia brillante. "Guarda! Vedo gente felice sulla spiaggia intorno a un grande fuoco! Stanno cantando e ridendo!" esclamò.
Federico, non volendo essere da meno, emerse con un cannocchiale. "Oh! Vedo un veliero in procinto di colare a picco per la tempesta! Dobbiamo avvertirli!" disse, preoccupato.
Giulia tornò a galla con un sacco di rifiuti di plastica. "E io vedo un mare inquinato, pieno di rifiuti! Gli animali stanno soffrendo!" lamentò, sentendo il cuore stringersi.
Infine, Michele riemerse con una chiave dorata. Ma quando guardò attorno, non vide nessuna visione. "Strano… non vedo niente," disse, confuso.
Gli scogli risposero: "Quella chiave rappresenta la vostra responsabilità. Solo voi potete determinare un futuro di gente felice, libera dai pericoli del cambiamento climatico e dall'inquinamento."
Proprio in quel momento, un bagnino li svegliò, interrompendo il loro sogno. "Ehi, ragazzi! È ora di tornare! Siete stati qui troppo a lungo!"
Non sapevano se fosse stato tutto un sogno o una realtà, ma una cosa era certa: avevano una nuova missione. Insieme, si misero a raccogliere i rifiuti sulla spiaggia, sorridendo e ridendo, proprio come le persone felici della visione di Denise.
Con il sole che brillava sopra di loro, i quattro amici capirono che ogni piccolo gesto poteva fare la differenza. E così, il loro giorno di avventura si trasformò in una bellissima giornata di responsabilità e amicizia.
E vissero tutti felici, con il mare pulito e un futuro luminoso davanti a loro.
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