FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 66
marzo 2024

Inverno

 

MARCOS RIVADENEIRA SILVA, LA BRACCIATA FINALE

di Silvia Favaretto



I testi qui proposti arrivano dal libro La bracciata finale [La brazada final] del poeta ecuadoriano Marcos Rivadeneira Silva (1963), uno dei poeti più stimati dell’area ispanoamericana. La raccolta poetica è stata pubblicata a Quito nel 2014 e ha vinto, nello stesso anno, il prestigioso Premio Nazionale di Poesia Paralelo Cero. Il titolo è una metafora del momento che precede il raggiungimento di ogni obiettivo, ogni risultato o, al contrario, di ogni sconfitta. E quindi un’indagine sull’attesa e sulla memoria.

Quando ho tradotto i versi di Marcos Rivadeneira Silva, mi trovavo nei Paesi Baschi, ospite del compianto poeta spagnolo Octavio Fernández Zotes, il quale mi si affiancò, al tavolino della sua baita, per dare un’occhiata su come procedeva il mio lavoro, per supervisionare il mio sforzo con la sua grande empatia. Ricordo che esclamò con stupore che ci trovavamo di fronte a un vero maestro del verso, probabilmente il miglior poeta ecuadoriano che lui avesse letto.

Con queste parole voglio introdurre le poesie scelte da La bracciata finale per far conoscere ai lettori di Fili d’aquilone il poetare intenso, serio e disteso, di Marco Rivadeneira, autore fino ad ora mai tradotto nella nostra lingua.




POESIE DI MARCOS FABRICIO RIVADENEIRA SILVA
da La brazada final
Ecuador, 2014


*

Me busco en los armarios. Entre perchas de ropa ajada me busco; organizando cajones, piezas. Levanto telas de sábanas y almohadones, solo hallo un halo mío: el olor olvidado de mi presencia.

Más allá también estás tú.


*

Mi cerco negli armadi. Tra grucce di abiti stropicciati mi cerco; mettendo a posto cassetti, scomparti. Sollevo lenzuola e federe, trovo solo un alone di me: l’odore dimenticato della mia presenza.

Più in là ci sei anche tu.


*

Cuando la piel se desprende, la intimidad es un juego de lamentos rojos y fluidos. Cuando la sangre abraza, faroles rojos se incineran; somos reptiles que dudan entre la luz y el abismo. Los códigos cambian, las voces son armaduras y lamentos. Cuando las copas se llenan de crueldad, fugan de la mano el silencio y los temores.


*

Quando la pelle si stacca, l’intimità è un gioco di lamenti rossi e fluidi. Quando il sangue abbraccia, lanterne rosse diventano cenere; siamo rettili in dubbio tra la luce e l’abisso. I codici cambiano, le voci sono armature e lamenti. Quando le coppe si riempiono di crudeltà, sfuggono dalle mani il silenzio e i timori.


*

Te encuentras con el dolor incrustado por las cuchillas de sus ojos, el pavor se suspende de su falda. Ella te empuja a la orilla de los desaciertos, te ata a la baranda del vértigo.


*

Ti ritrovi con il dolore infilzato dalle lame dei suoi occhi, il terrore appeso alla sua gonna. Lei ti spinge al bordo dell’errore, ti lega al parapetto della vertigine.


*

A la hora de la brazada final,
a la hora del naufragio:
busca la muerte que te rescate.


*

Nell’ora della bracciata finale,
nell’ora del naufragio:
cerca la morte che ti metta in salvo.


*

Los recuerdos revuelcan un mundo traído de los pelos a este momento; se recuerda en presente y como en una máquina del tiempo se proyecta en rostros, en cuerpos y acciones fotográficas en blanco y negro. El recuerdo es algo inexistente elaborado a pulso y sazonado con nuestros deseos; un juego macabro.


*

I ricordi rimestano un mondo trascinato fino a questo momento; si ricorda nel presente e come in una macchina del tempo si proiettano volti, corpi, fotogrammi di azioni in bianco e nero. Il ricordo è qualcosa di inesistente cesellato ad arte e condito dai nostri desideri; un gioco macabro.


*

La mujer también es un estigma. Las llagas frotantes y expuestas. Las miserias desérticas y las cuencas mudas.


*

Anche la donna è una stimmata. Le piaghe brucianti ed esposte. Le miserie desertiche e le orbite mute.


*

Han tocado la puerta
en casa no hay timbre, sólo una manilla para golpear
los timbres producen largos resentimientos con el silencio
peleas irreconciliables,
rupturas.
Tampoco tengo teléfono en casa
los teléfonos se masturban eléctricamente
carbonizan y golpean sobre una campana
con el péndulo de la angustia
no tengo teléfono
Por eso cuando alguien quiere hablarme
tiene que golpear la puerta.
se molestan de venir, debe ser algo importante
de lo contrario dejarían el sobre con las facturas
bajo la puerta
dejarían la invitación al evento
bajo la puerta
dejarían los deseos frustrados y los cántaros vacíos
bajo la puerta
Tengo que cerrar el libro
colocar un señalador para que no se pierdan
en el bosque los niños
(los lentes, dónde están los lentes)
alguien ha tocado a la puerta
aprovecho para hacer café
y estirar las piernas
miro por el ojo de gato
no hay nadie
abro la casa
clausurada a los ruidos
Sólo los chicos del vecindario
siguen caminando despacio por la acera
tocando los timbres de las casas y corriendo
cargando sus risas a la espalda
y la infancia
y la infancia.


*

Hanno chiamato alla porta
a casa mia non c’è il campanello, solo una maniglia per battere
i campanelli stridono prepotentemente con il silenzio
lotte inconciliabili,
rotture.
Non ho nemmeno il telefono a casa
i telefoni si masturbano elettricamente
s’incenerano e colpiscono una campana
col pendolo dell’angoscia
non ho il telefono
Per questo quando qualcuno vuole parlarmi
deve venire a battere alla porta.
si prendono la briga di venire, allora dev’essere qualcosa di importante
se così non fosse lascerebbero la busta con le bollette
sotto alla porta
lascerebbero l’invito all’evento
sotto alla porta
lascerebbero i desideri frustrati e le anfore vuote
sotto alla porta
Devo chiudere il libro
mettere un segnalibro affinché non si perdano
nel bosco i bimbi
(gli occhiali, dove saranno gli occhiali)
qualcuno ha chiamato alla porta
approfitto per preparare il caffè
stiracchiare le gambe
guardo dallo spioncino
non c’è nessuno
apro la casa
chiusa ai rumori
Solo i ragazzi del vicinato
continuano a camminare lentamente sul marciapiedi
suonando ai campanelli delle case e correndo
portandosi le risate sulle spalle
e l’infanzia
e l’infanzia.


*

Los días que siguen asoman de reojo en el horizonte.
Los días que vienen cabalgan como eco en acantilado.


*

I giorni continuano ad affacciarsi facendo finta di niente all’orizzonte.
I giorni che arrivano cavalcando come un eco nello strapiombo.


Traduzione dallo spagnolo di Silvia Favaretto




Marcos Fabricio Rivadeneira Silva
Scrittore ed editore nato a Quito, in Ecuador, nel 1963. Suoi versi sono stati tradotti in inglese, francese, arabo, cinese e russo.
Tra le sue ultime pubblicazioni di poesia: Los días de la aldaba (Cuba, 2015), Fragmentos (Ecuador, 2018), Sombra sobre sombra (Argentina, 2018), Adriana (Argentina, 2023).
Membro della direzione del Festival Internacional de poesía de la Habana, ha ottenuto svariati premi tra cui il Premio Nacional de Poesía Paralelo Cero nel 2014 e la menzione d’onore ai Juegos Florales de la Casa de la Cultura del Ecuador nel 2012.


silviafavaretto7@gmail.com