FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 40
ottobre/dicembre 2015

Forza & Debolezza

 

ORDIGNI VERBALI ONDEGGIANTI

di Andrea Pitto



*

Perdoonatemi
se il mio visoo
deformatoo dall’angosciaa
squarcerà le menzogneee
che sanguinerannnno, leente e fluuttuanti, neel fiuume col pe vo le
delle voostre attesee.
La città
Immersa nel booscoo continentale
scoorticherà le caracasse d’amoore,
i cannibali tormentii
degli uubriachi,
gli striscianti spassimi
nelle stanze affollate del teempoo.
Perdoonatemii
della foolla boscosa
delle caarcasse cannibali
squarciatee
dal sanguee
che deefoormaa
il mioo viiso
fluuttuantee
nel toormento
della ciittà
magneeticaa.


*

PAROLAPIDI nel silenzio dell’ARROGAME
avanzeranno tra i serpenti dell’usura
annodando le rimanenze
delle festività.
Antisocratici e semiparalizzati pensieri
aggiusteranno helboy
nel tripudio della saga maligna.
Apperò, apperò, O’REPPA!
E intanto SESCENDE il pareo
dinnanzi agli OCCHIEGGI
palpitanti
nel sempiterno e sgraziato annuvolamento
mediterraneo.
ZITTERUOMINI imprevisti
provocheranno il diluvio
e i PAROLUOMINI usuali
SURFEGGERANNO
sulle creste dei concetti.
Né INVIDIORE
né geloni alle nocche dell’AMORODIO
né VITII capitali sulla soglia del palpeggio
né GOLAGOLA assiepati all’angolo del dubbio
né paraventi al DOLAME
né PASSIOPASSIONI EMOZIOANALI
né tantomeno ANALPASSIONI sul far del SERAME
e infine: né circoncisioni alle VEROMENZOGNE.
Abbondantemente
abbondantemente ZITTERIAMO i CAPOCORPI
nel mare IMPETROLIATO del FUTUREGGIO
sconsacrato
che IINVANOO declina
GENERALITADE
all’immenso pascolo
del DESTROCICCIONE divino.


*

Un tempo ci smarriremo
nelle coltri assolate dei prati
rugiada trasparente
profumo attorno
lieve sentore di pesco.

Sarà breve il rimpianto
e mille apparenze
solcheranno i nostri visi.

“Spiriti funesti come gocce nel diluvio”
tracimeranno
dagli alloggi terreni.

L’orizzonte si staglierà tra follia e labirinto
tra tedio e tragedia
tra sindromi violate
e psiconauti malefici.

In fondo, tra alberi mediterranei
striscianti ombre maculate d’azzurro
arcobaleni smarriti,
nell’orame profondo
ritroveremo il cammino
e il quiame placherà
la nostra fretta.


*

… cieche certezze

inebriati,

capovolti dubbi

precipiteranno su obliqui

e spigolosi sguardi

navigando nel profumato liquido.

Ondeggiando.


*

Segno anticipatore: un siluro sangue-sale
tra i pacifici
guerriglieri
previsti
dalle Leggi Antiansia 666 e 999.
Dopo l’abrogazione dei traditori,
dopo la costituzione dei ferma budella spermatici
e l’aattesa del messo messia fasciomassoariano,
dopo ogni G8 e G20,
e godi se no ti sbatto tra le retrovie di Casa Pound,
le foeminae di Seul saranno incriminate
sulle lapidapili dei carnefici sloveni
e le secessioni mussislamiche.
Nessuna curiosità
tra le carezze e gli afflati,
né tra i baci profusi e snelli.
Soltanto… solosoltanto… lacrime d’aria
che sassaliranno tra trincee d’insoliti romanzi.
Soltanto canti piombati,
il piombo di solitari canti solitari,
tra i clienti della Shoah,
gli allunati manutengoli del CapitalPotere,
i giovani Holden che annasperanno
tra teoteorie relativisticorelative,
fiamme di Bohr,
ciorcospette sessuomonete
autodistruzioni in sincopato 1,2,3,
e, infine, exercitatio anatomoandrogine sull’orlo del Golem.
Si placherà ogni fascino.
Ogni fascino sarà placato.
Placaato ogni fascino saaraà.
Ogngni ffasciinnoo placoplacatto sarrraaà, aaa, aa, a
Verranno ficatesempli, semplificate le orrrrde di Lucifero
e masse sbigottite dal niente messianico
gronderanno
nelle prigionie sofferosofferenti.

Cinici amministratori con iPad biologetici,
giganteschi Apple in preghiera,
e ribelli mascherati,
domineranno i veterani di Dio
in ogni Simileuropa
fino ai margini rocciosi
delle tetre finestre d’Oriente
e oltre ancora,
arocna ertlo,
soprapassando lembi taoisti
metaopportunismi confuciani,
celebrate omelie voodoo,
ritornando, ritornando, finalmente, al foro, al foro di Euclide
nella patria visionaria della Tecnotecnica,
della tecnica tecno,
dove ecodelitti e biodiversità inquinoinquinanti
spargerospargeranno miele radiante
nell’equilibrio inaccessibile
di eleganti petali cremisi.

Oocchi attoniti d’artisti invasodevastati dall’IoPotens,
sfortunati parattori di novelliche telefinzioni
e agonizzanti agonisti
nel principiare della mellodia,
scaricheranno boomboomboommbe
proprio quando
proprio quando
proprio quando
verrà presentata
al modico prezzo di 12 centesimi
l’opera summaa dell’uumano uniunico pensierrrro.


*

L’eresia saliva i bestiali gradini del mio imperturbabile cuore.
E si andava avanti così
col bollente crogiolo nelle grinfie del tenue intestino (porello, porello).
Cuocevo due uova al Solstizio D’inverno.
Di tanto in tanto un Freudiano Ortodosso
tentava di addossarmi le colpe del Mistero Padre.
Civilizzavo le mie pudenda con aereosol Ipse Dixit
E fluttuavo insolente tra le bancarelle di Dioniso.
Ma anche quelle di Morforfeo non erano da disprezzare.
Morforfeo… dio, dio mio, Morforfeo!
OefrofroM,
oim oid, oid
… oefrofroM!
Il Pavor Nocturnus aveva affievolito le sue trame guerresche.
La peste infantile procacciava menù insoliti per quel tempo.
Bandiera Rossa, bandiera rossa la,
solcava i mari dell’ignoranza.
Mare ignorante solcato da bandiere roossee
mentre il PoterPotere creava falsi antagonismi
tra i maestri dell’Inedia e della Pura Rivo Luzione.
Attento Fratello caro
Attento Fratello amato
Attento Fratello, attento
Otnetta olletarF, otnetta.
Otnetta olletarF, otnetta.
Nell’urbe insolita mi svegliai.
La pioggia, eh sì, la pioggia e il vento e la gelida manina.
Ripiegai le gambe stringendole al petto tra le braccia,
addormentandomi di fronte alle uova bruciate dal Solstizio d’Estate.
Eud avou etaicurb.
Eud avou etaicurb.

Eud avou etaicurb.


*


... ripeterà i sussurri.
Ancora. Ancora.
Sentirà e leggerà il mio sguardo.
Scriverà parole, farà discorsi.
E scaglierà laggiù
il libro ripieno
di fiori.
Così entrerò nei suoi bisogni.
Teneramente.



andrea.theo.pitto@gmail.com