FILI D'AQUILONE |
Numero 39 Svaghi & Feste |
GATTO NERO, GATTO BIANCO Il film racconta in modo come soltanto il regista serbo-bosniaco sa fare, cioè in modo divertente e incasinato allo stesso tempo, un matrimonio che dovrebbe saldare l’affronto fatto da un contrabbandiere a un altro. Quindi tutto viene organizzato per portare all’altare la sorella di uno di questi contrabbandieri e il figlio dell’altro.
A questa storia s’intreccia quella di un anziano della zona che ha prestato dei soldi ad uno dei contrabbandieri, ingannato con il racconto della morte (non vera) del proprio padre. L’anziano decide di recarsi a visitare la tomba dell’amico morto lo stesso giorno in cui è stato organizzato il matrimonio e ci va accompagnato dal figlio gigante...
Da qui in poi preferisco omettere il resto perché, anche se magari si può intravedere come finirà o si ricorda qualcosa di questo film, è proprio il modo in cui è costruito il famoso The End che merita la sospensione e l’invito al lettore a vedere (o rivedere) assolutamente Gatto nero, gatto bianco, questa pellicola festosa e fitta di personaggi che vinse il Leone d’Argento al Festival del Cinema di Venezia del 1998.
Gatto nero, gatto bianco, di Emir Kusturica
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