LA MIA CASA
Non manca quasi niente nella mia casa quasi niente Manca il comignolo Ci si abitua Mancano i muri Pazienza Non manca molto nella mia casa Manca il comignolo Che per adesso non fuma Mancano i muri e le finestre e la porta Ma è accogliente, la mia casa Prego Accomodatevi Non abbiate paura Mangiamo qualcosa spezziamo il pane, un goccio di vino accendiamo il camino Guardiamo no, ammiriamo i quadri sui muri Prego entrate dalla porta o dalle finestre se non dai muri
UN ISTANTE SUL PORTO NEL BUIO
Cupi i rombi dei motori dal fondo della nave illuminata dai fari Dal fondo delle viscere della nave issano magli nervosi con ritmo di catena Orgogliosa armonia di vento e metallo al sottofondo greve di mestizia dei flutti Un brivido mi schiuma dentro e la voglia di gettarmi nel fosco frastuono sotto il ritmo di catena dei magli nervosi Accecarmi nella tenebra Sparire dalle luci dei fari Nel dolore del mare senza riparo con un urlo infinito nerboruto e ancorato in gola
NOTTURNO PER SATURNO
La lampada piange lacrime bionde Le carte sul tavolo la lingua contratta Il fumo ancora in aria (sempre semiaperte le porte) Il vetro delle finestre oscurato un’auto passa poi di nuovo silenzio La lampada non piange più silenzio nessuno fuma nessuna spiegazione Le carte in tavola nessuno spettro in giro (le porte sempre semiaperte) Da tempo scorse le lacrime bionde
TRADOTTO DAL SILENZIO (III)
Si avvicinano rapide Al nord del paese le distese di ghiaccio alla deriva Per le previsioni meteo alla radio crepitante Sparite e disciolte Da tempo La paura anch’essa disciolta Il crepitio svanito Da tempo Nuove distese ghiacciate Sicuramente saranno già in moto Non c’è più bisogno Di prestarvi orecchio
SUSSURRO
Ora tutto sussurra tranne il vento leggero Lui tace sullo strapiombo Non voglio non posso ascoltare quel sussurro Che taccia col vento Che s’affacci alla vertigine all’abisso da capogiro della lontananza La tua lontananza
BISOGNO D’ENERGIA POETICA (II)
L’alternativa è ammazzare il tempo o alitarvi la vita Perché ti tenga in vita Il tempo morto è morto in eterno bloccato in un deserto vuoto Ma il tempo vivo si può far rivivere all’infinito Motore d’eternità combustibile trainante della memoria
VOCI CONCRETE (V)
Ben altro e ben più di un luogo più di una terra Ben altro e ben più della cosiddetta indole nazionale massificante mania d’isolamento Fogliame più che radici calappi che allacciano al suolo Un’idea di crepuscolo lieve di bandiera pregiato corsetto L’Islanda è un’idea antica e nuova in movimento
ACQUA VIVA
Il mio grido è muto eppure lo senti Il silenzio risuona in te risuona come l’acqua acqua corrente Il mio desiderio è muto eppure lo senti Il desiderio risuona in te risuona come l’acqua acqua dissetante La mia preghiera è muta eppure la senti La preghiera risuona in te risuona come l’acqua acqua viva
DESERTO
Chiamiamo terra la nostra terra Gli stranieri ne parlano come d’un’isola Ma in mezzo alla nostra terra c’è un’isola Deserto Un vuoto nero un vuoto deserto Deserto sta in fondo in ordine alfabetico (*) Assai all’interno nella nostra terra Deserto Un’area misteriosa della nostra terra e del nostro corpo Vi albergano segreti Porterà la nostra corona
(*) La ö con cui inizia la parola Öræfi (deserto) è l’ultima lettera dell’alfabeto islandese [N.d.T.].
SCRITTO SULLA SABBIA
Fuori attende la sabbia nera sottile e umida Il dito si ghiaccia un poco a scrivervi Il corpo si scalda un poco e anche il groviglio che si chiama spirito mente anima Le onde si avvicinano il respiro pieno di mestizia di gioia di vita Le onde si avvicinano
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