FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 26
aprile/giugno 2012

Botteghe

 

UN ANGELO PER CAPPELLO

di Alessio Brandolini



Che giungla caotica e da quanti giorni! Giovanna riassetta le stanze della casa a Porta Maggiore, controvoglia e convinta di accrescerne il caos, di alimentare le bestie che ha nel cuore. Non combina nulla di buono. Troppo nervosa e oscura: oggi ha un diavolo per capello. Meglio vestirsi, uscire e fare un lungo giro.

Col tram arriva in centro in venti minuti. A metà mattinata si viaggia bene, si trova un angolo libero, la fronte s’incolla al finestrino e i palazzi scorrono come ruscelli. Alla fine di via del Tritone esplode un temporale estivo e l’ombrello è un fungo sotto una cascata. Dieci metri e Giovanna ha le spalle zuppe, i piedi immersi nell’acqua. Si precipita nel negozio di Eleonora, in piazza dei Crociferi, un’attività ereditata dai genitori parecchio redditizia. Vende guanti, sciarpe, cravatte e soprattutto cappelli: la vetrina è un quadro di Magritte con le nuvole a gondolarci dentro.

Davanti al banco un gruppo di turisti giapponesi con macchine fotografiche e videocamere. I denti bianchi, i capelli lisci, le camicie estive e un leggero impermeabile sul braccio. Si voltano tutti assieme e si rattristano nel vederla così bagnata e sconvolta, con le guance rigate dal trucco.

Eleonora fa un cenno con la mano e l’amica vola nel retrobottega tracciando a terra un percorso pluviale. Si strofina le mani e il volto con un asciugamano bianco. Non chiude la porta. Incuriosita dal modo in cui la sbirciano quei clienti orientali, hanno nello sguardo qualcosa di fiero e, insieme, di rilassato: fibre ottiche piantate in un giardino zen.

Eleonora si scusa in inglese e torna a mostrare i suoi cappelli. Davanti allo specchio Giovanna inizia una lenta e meticolosa opera di restauro. Spazzola la chioma bionda e fluente. Mette il rossetto spingendo le labbra carnose in avanti, la cipria produce un alone dorato intorno al naso. Il rimmel le fa palpitare le lunghe ciglia. Passa, a piccoli tocchi, la matita intorno agli occhi come disegnando invisibili piume d’angelo.

Quando esce è un’altra. I turisti la osservano stupefatti, le sorridono con gioia dicendole frasi incomprensibili ad alta voce. Scattano una foto. Ride anche Giovanna con tutto il viso e la guance le si arrossano. Guarda fuori: non piove più. Affilati raggi di sole scolpiscono Fontana di Trevi.


 


Il racconto è apparso su "Arcipelago Anonima" di Anonima Scrittori.


alexbrando@libero.it