FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 13
gennaio/marzo 2009

Nutrimenti

L'ANGOLO DI ED

a cura di Giuseppe Ierolli


Cibi

Undue Significance a starving man attaches
To Food -
Far off - He sighs - and therefore - Hopeless -
And therefore - Good -

Partaken - it relieves - indeed -
But proves us
That Spices fly
In the Receipt - It was the Distance -
Was Savory -

*****

It would have starved a Gnat -
To live so small as I -
And yet, I was a living child -
With Food's nescessity

Upon me - like a Claw -
I could no more remove
Than I could coax a Leech away -
Or make a Dragon - move -

Not like the Gnat - had I -
The privilege to fly
And seek a Dinner for myself -
How mightier He - than I!

Nor like Himself - the Art
Upon the Window Pane
To gad my little Being out -
And not begin - again -

*****

The Luxury to apprehend
The Luxury 'twould be
To look at Thee a single time
An Epicure of Me

In whatsoever Presence makes
Till for a further Food
I scarcely recollect to starve
So first am I supplied -

The Luxury to meditate
The Luxury it was
To banquet on thy Countenance
A Sumptuousness bestows

On plainer Days, whose Table far
As Certainty can see
Is laden with a single Crumb
The Consciousness of Thee.

*****

Had I not This, or This, I said,
Appealing to Myself,
In moment of prosperity -
Inadequate - were Life -

"Thou hast not Me, nor Me" - it said,
In Moment of Reverse -
"And yet Thou art industrious -
No need - hadst Thou - of us -"?

My need - was all I had - I said -
The need did not reduce -
Because the food - exterminate -
The hunger - does not cease -

But diligence - is sharper -
Proportioned to the Chance -
To feed upon the Retrograde -
Enfeebles - the Advance -

*****

I fit for them - I seek the Dark
Till I am thorough fit.
The labor is a sober one
With the austerer sweet -

That abstinence of mine produce
A purer food for them, if I succeed,
If not I had
The transport of the Aim -

*****

Art thou the thing I wanted?
Begone - my Tooth has grown -
Supply the minor Palate
That has not starved so long -
I tell thee while I waited
The mystery of Food
Increased till I abjured it
And dine without
Like God -

*****

I groped for him before I knew
With solemn nameless need
All other bounty sudden chaff
For this foreshadowed Food
Which others taste and spurn and sneer -
Though I within suppose
That consecrated it could be
The only Food that grows

*****

Fame is a fickle food
Upon a shifting plate
Whose table once a
Guest but not
The second time is set
Whose crumbs the crows inspect
And with ironic caw
Flap past it to the
Farmer's corn
Men eat of it and die

Eccessivo Significato un uomo affamato attribuisce
Al Cibo -
Remoto - sospira - e dunque - Impossibile -
E dunque - Buono -

Prenderne - conforta - a dire il vero -
Ma ci dimostra
Che le Spezie svaniscono
Nel Piatto - Era la Distanza -
A farle Saporite -

*****

Sarebbe morto di fame un Moscerino -
A vivere modestamente come me -
Eppure, ero una bambina piena di vita -
Col bisogno di Cibo

Su di me - come un Artiglio -
Smuoverlo era impossibile
Più di liberarmi di una Sanguisuga -
O spostare - un Drago -

Non avevo - come il Moscerino -
Il privilegio di volare
E cercarmi un Pasto -
Quanto più potente Egli - di me!

Né l'Arte - come Lui
Su un Vetro della Finestra
Di spendere la mia piccola Esistenza -
E non - ricominciare -

*****

Il Lusso di concepire
Il Lusso che sarebbe
Guardarti un'unica volta
Fa di Me un'Epicurea

In Presenza di chiunque
Fino a che d'altro Cibo
A malapena rammento di aver fame
Tanto il primo m'ha saziata -

Il Lusso di meditare
Il Lusso che fu
Banchettare sul tuo Volto
Una Sontuosità conferisce

Ai Giorni più comuni, la cui Tavola per
Quanto la Certezza possa vedere
È riempita da un'unica Briciola
La Consapevolezza di Te.

*****

Non avessi Questo, o Questo, dissi,
Rivolgendomi a Me stessa,
In un momento di prosperità -
Inadeguata - sarebbe la Vita -

"Tu non hai né Me, né Me" - dissero,
In un Momento di Rovescio -
"Eppure sei operosa -
Nessun bisogno - avevi Tu - di noi?"

Il mio bisogno - era tutto ciò che avevo - dissi -
Il bisogno non diminuiva -
Perché distruggere - il cibo -
Non fa cessare - la fame -

Ma la diligenza - è più acuta -
Proporzionata all'Opportunità -
Nutrirsi del Retrocedere -
Indebolisce - l'Avanzare -

*****

Mi preparo per loro - cerco il Buio
Finché sarò del tutto pronta.
Il lavoro è temperato
Da un'austera dolcezza -

Che l'astinenza di me produca
Un cibo più puro per loro, se riesco,
Sennò avrò avuto
Il trasporto della Meta -

*****

Sei tu la cosa che volevo?
Vattene - i miei Denti sono cresciuti -
Soddisfa il Palato minore
Che non ha avuto fame così a lungo -
Sappi che mentre aspettavo
Il mistero del Cibo
Crebbe finché lo abiurai
E ceno senza
Come Dio -

*****

Vagheggiavo di lui prima di conoscerlo
Con solenne innominato bisogno
Ogni altro premio subito sminuito
Da questo adombrato Cibo
Che altri assaggiano e rifiutano e sprezzano -
Sebbene intimamente io ritenga
Che consacrato debba essere
Come il solo Cibo che cresce

*****

La fama è una volubile vivanda
Su un piatto instabile
Alla cui tavola una volta un
Ospite ma non
La seconda si siede
Le cui briciole i corvi ispezionano
E con ironico gracchiare
Volano oltre verso
Le granaglie del Fattore
Gli uomini ne mangiano e muoiono

Emily Dickinson: poesie J439-F626, J612-F444, J815-F819, J904-F828, J1109-F1129, J1282-F1311, J1555-F1585, J1659-F1702
("J": edizione Johnson, 1955; "F": edizione Franklin, 1998)


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